Sanzionato un postino per aver aiutato un percettore del Reddito Minimo di Inserimento (RMI)
venerdì 24 dicembre 2004
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di Sébastien Ganet
Una "nota di biasimo é stata comminata per i seguenti motivi: mancato rispetto delle regole deontologiche e di gestione in materia di realizzazione di operazioni finanziarie e propositi ingiuriosi nei confronti del capo dell’ufficio". Questa é stata la sanzione approvata nei confronti di un addetto allo sportello delle Côtes d’Armor (Bretagna, NdT); Louis Fabianni, entrato per concorso alla Posta nel 1990. La sua colpa: aver anticipato, di tasca sua, 20 euro ad un percettore di RMI. "Era il 6 settembre. Una persone che viene abituelmente a ritirare il suo RMI é arrivata allo sportello. Il suo reddito non era stato ancora versato. Dunque non aveva denaro sul suo conto", spiega Louis Fabianni, che giustifica il suo gesto: "Il percettore di RMI aveva bisogni di soldi subito. Non aveva da mangiare. Allora mi ha domandato se potevo accordargli un anticipo di 20 euro. Il capo ufficio non c’era e non mi aveva lasciato istruzioni." Anche se per lui l’ "episodio in sé resta qualcosa di ben poco importante", l’addetto allo sportello é stupefatto della sanzione che gli viene inflitta. Questo ex insegnante, riconvertito in seguito in dipendente della Posta, non capisce.
Apostrofato e convocato
Dopo un periodo di riflessione, decide di parlare del suo caso e rivela la cosa il 10 dicembre scorso, tramite il suo sindacato, SUD-PTT, che presto mette in relazione questa storia con un timore: "Un numero crescente di persone si trovano in situazione di precarietà. Finora la Posta era una delle istituzioni finanziarie che non respingevano le persone in difficoltà. Ma per quanto tempo ancora?"
Normalmente, "sta al capo ufficio prendere la decisione di anticipare dei soldi. Effettivamente, nel corso dei mesi, si riceve delle domande, che restano pero’ eccezionali perché purtroppo le persone devono adattarsi a quel che sono. Si arrangiano. In generale il capo accorda gli anticipi", riferisce Louis Fabianni. "Io ho anticipato di tasca mia, proprio per non coinvolgere contabilmente il capo ufficio. Quel giorno era assente. Ho dunque fatto firmare al percettore di RMI un modulo per il ritiro di denaro, citando il suo numero di conto in modo da poter ritirare io i 20 euro che gli avevo anticipati. Il giorno dopo - riposo compensativo - non ero in ufficio. In mia assenza il capo ha visto questo documento contabile e quando ho ripreso servizio, giovedi’, mi ha subito apostrofato e convocato nel suo ufficio", racconta l’addetto allo sportello. Comincia allora l’incomprensione. "Gli ho spiegato e non ha capito, forse perché é nuovo in quel posto. Mi ha detto che non andava. Ha insistito. E’ stato piuttosto provocatore, per tutto il giorno", ricorda l’impiegato. Il capo ufficio ha chiesto a Louis Fabianni di riempire un modulo scritto, cio’ che l’interessato ha rifiutato. I due uomini non si sono capiti. Per ammissione dell’addetto allo sportello, il tono é salito. Il lunedi’ seguente il capo ufficio ha fatto venire un superiore gerarchico, "un direttore di raggruppamento, che mi aspettava al momento di prendere servizio. Mi ha intimato di rispondere alle domande scritte. Ho rifiutato e mi ha comminato una nota di biasimo. La sanzione é stata decisa a nome del direttore dipartimentale". Il responsabile della Posta per le Côtes d’Armor, Eric Valette, interrogato dall’AFP, ha affermato che "si tratta di un atto individuale in un quadro professionale" allo sportello - che impegna la Posta, che é "come le altre banche", "soggetta ad un certo numero di regole".
Si tratta di un semplice malinteso fra due persone? Comunque sia, la pressione negli uffici postali é reale. Nuove regole di deontologia mirano a poco a poco a trasformare e banalizzare i compîti della Posta per farne effettivamente "una banca come le altre".
Rispettare il diritto ad avere un conto
L’accesso ad un conto, anche per i più poveri, restava finora possibile alla Posta mentre le grandi reti bancarie, privatizzate a partire dal 1984 (BNP, Société générale etc.) lo rifiutano, selezionando perfino la loro clientela. "La reazione della gerarchia della Posta in questa vicenda mostra a quel punto sono sempre più in una logica di redditività", argomenta Alain Méheut, segretario dipartimentale di SUD-PTT.
Dell’ufficio di Louis Fabianni fanno parte tre dipendenti e un responsabile. "Mentre i colleghi non dicono niente, silenzio radio, il clima é pesante", lamenta l’addetto che ha subito la sanzione. A 55 anni, forte di una lunga esperienza nella funzione pubblica, non capisce la reazione della direzione. Molti hanno firmato una petizione. Una signora ha perfino inviato una lettera di sostegno dell’impiegato: "Vorrei firmare la petizione. Sono indignata vedendo la miseria intorno a me. E’ una vergogna. Umanamente, vi sostengo."
Tradotto dal francese da Karl&Rosa di Bellaciao
http://www.humanite.presse.fr/journal/2004-12-22/2004-12-22-453420