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Sciacallaggio

Publie le mercoledì 11 febbraio 2009 par Open-Publishing

Leggendo le prime pagine dei giornali, mi è capitato di fare alcune riflessioni sulle condizioni attuali della antropologia cattolica e sulle dinamiche del rapporto tra lo stato italiano e la chiesa cattolica, sulla sintonia tra il governo Berlusconi ed il vaticano di Ratzinger, e sulle radici lontane della questione su cui trovano pieno e profondo accordo.

L’idea che la ricerca dei principi, delle cause e dei fini, delle leggi e dei valori della natura, della società e dell’uomo dovesse essere propria della ragione in se e per se libera, nacque nell’area della cultura greca, perché sgombra dal potere delle caste sacerdotali, si chiamò filosofia e per lungo tempo ne fu patrimonio esclusivo.

La irruzione di questioni riferite ad un immaginario trascendente immutabilmente depositate in una mitica rivelazione distrugge questo carattere e con esso la filosofia, e la sostituisce con una teologia.
La prima conseguenza è che la verità non fu più oggetto di libera ricerca e riflessione, ma divenne ideologia e strumento di potere di un clero che se ne attribuisce il monopolio.
La seconda che la ricerca si trasformò in fede e la filosofia in teologia.
La terza che l’uomo si trovò, come tutto il resto della creazione a distanza
infinita dal creatore trascendente.
La quarta che nell’area su cui il fenomeno insisteva si perdette addirittura la capacità di rappresentarne la bellezza e persino la figura.
La quinta che la scienza non ebbe più nella filosofia la sua origine metodologica, ma ebbe nella teologia una implacabile avversaria. Un complesso micidiale in senso etimologico: eccidio dell’uomo.

Con l’umanesimo rinasce in infinite forme il libero pensiero, e la coscienza della bellezza e del valore dell’uomo, ma le sue conquiste non trionfano se non fra infinite difficoltà e rischi.

A tratti sembra agli ottimisti ingenui che il clero attenui la sua guerra ideologica della chiesa contro la scienza e la coscienza civile, e si sarebbe quasi tentati di credere alle sue proteste della dignità "ontologica" dell’uomo. Ma sono illusioni di breve durata. Appena la situazione lo permette si ricade quanto più indietro possibile.

Ora sembra che scienza e tecnologia pongano la concezione cattolica con le spalle al muro, costringendola a dichiarare il profondo abbrutimento della sua concezione dell’uomo: dimenticando persino Platone, lo spirito viene identificato col vegetativo.
Su questa infamia chiesa e stato si alleano.
Ci credono o è sciacallaggio?

Enrico, 10 febbraio 2009