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Sciopero. L’immancabile sagra delle stupidaggini. I campioni
Publie le venerdì 13 febbraio 2009 par Open-PublishingSciopero. L’immancabile sagra delle stupidaggini. I campioni
di Tommaso Vaccaro
“Queste manifestazioni hanno un sapore politico”. Ci pensa il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ad inaugurare la sagra delle stupidaggini sullo sciopero di Fiom e Funzione Pubblica – Cgil. Taglia il nastro con una distinzione che ha del sorprendente: quella tra le manifestazioni politiche ed apolitiche. Per lui, le istanze dei lavoratori non appartengono alla sfera politica. Per questo sarebbe forse meglio portarle in piazza al carnevale di Viareggio,anzi no, perché la satira nella sfilata dei carri si spreca. E la satira è politica.
Bonanni non ci sta ad essere bollato come l’artefice della rottura sindacale. “Non si deve parlare genericamente di frattura del sindacato – afferma infatti - è la Cgil che sta costruendo fratture rispetto agli altri” abbandonando “il convoglio unitario per ragioni politiche”. Quella Cgil che oggi ha riempito le strade di Roma con quasi un milione di metalmeccanici e funzionari pubblici, “punta – secondo Bonanni – a una ristrutturazione della sinistra più che a una ristrutturazione del sindacato”.
Per Antonio Foccillo, segretario confederale Uil, è tempo invece di “rompere gli indugi e fare qualcosa di maggiormente concreto”. Una premessa, questa, che scatena l’entusiasmo di quei lavoratori della Uil che oggi avrebbero voluto essere in piazza con le bandiere del loro sindacato. Invece no. Per Foccillo non solo “lo sciopero Cgil è sbagliato”, ma quel qualcosa di “concreto” da fare deve partire “solo se si ritrovano le ragioni del dialogo”. Falso allarme, insomma. Per Foccillo è tempo di dialogo, non di lotta.
Ma passiamo alle dichiarazioni pervenute proprio da coloro con cui questo confronto dovrebbe essere aperto. Primo fra tutti, il titolare del Welfare Maurizio Sacconi. Il ministro azzurro non sa più come far capire ai lavoratori che scioperare non può essere un loro diritto. Quasi stesse parlando di una villeggiatura a Porto Cervo, oggi è arrivato persino a definire lo sciopero come “un costoso rito”. Per Sacconi, dunque, lo stop di otto ore dei metalmeccanici e Fp è “un errore” e “ci auguriamo che questa situazione di isolamento induca la Cgil a riflettere e – continua – si ricongiunga con le altre organizzazioni sindacali”. Si consideri che quekl Sacconi con il quale dovrebbe instaurarsi un dialogo privilegiato è quello che ha scatenato la guerra contro Eluana Englaro e in suoi familiari, inviando perfino i carabinieri dei Ns, il suo graccio armato e glin ispetori alla Clinica “ La Quiete”.
Poi c’è l’immancabile ministro Brunetta, il quale però non interviene direttamente sullo sciopero, ma fa parlare in sua vece i numeri del dipartimento della Funzione Pubblica. L’ufficio incaricato di raccogliere i dati degli scioperi comunica a metà giornata che nel pubblico impiego solo il 6% dei lavoratori ha aderito alla mobilitazione della Cgil. Poi, bontà sua, arriva fino al 8,91%
Dati questi che fanno sorridere il segretario generale della Fp-Cgil, Carlo Podda, che in un primo momento annuncia di non voler commentare più “Brunetta quando dà i numeri”, salvo poi lasciarsi andare con i giornalisti suggerendo: “Fate come me, l’unica ‘Brunetta’ di cui mi fido è quella con cui divido la mia vita quando il sindacato mi lascia libero”.