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Sciopero generale 25 novembre 2005 - Manifestazione nazionale a Roma

Publie le martedì 18 ottobre 2005 par Open-Publishing

CONFEDERAZIONE COBAS Sede nazionale: Viale Manzoni 55 - 00185 Roma Tel. 0677591926; 0670452452 - fax 0677206060 sito www.cobas.it email cobas@cobas.it

VENERDI’ 25 NOVEMBRE
SCIOPERO GENERALE E GENERALIZZATO DELL’INTERA GIORNATA
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
ROMA, PIAZZA ESEDRA ORE 10

Il successo della manifestazione nazionale del 15 ottobre contro la
direttiva Bolkestein che ha visto scendere in piazza a Roma 50.000
persone, è un significativo passo in avanti per la crescita di un
movimento di lotta in grado di contrastare efficacemente la politica
neoliberista e di restaurazione sociale dell’Unione Europea e del governo
Berlusconi.

La Confederazione Cobas lavora a trasformare il 25 novembre in una
giornata di lotta per uno sciopero generale e generalizzato costruito su
una piattaforma sociale antiliberista che abbia al centro forti aumenti
salariali eguali per tutti ed il ripristino della scala mobile; la difesa
del Tfr ed il ritiro del decreto attuativo dei fondi pensione,
l’abrogazione delle controriforme pensionistiche di Berlusconi e Dini, per
il rilancio della previdenza pubblica; la lotta alla precarietà con
l’abrogazione del pacchetto Treu e la legge 30, la generalizzazione dei
contratti a tempo indeterminato e la garanzia del reddito; la tariffazione
sociale; l’abrogazione delle controriforme Moratti della scuola e
dell’università senza tornare a quella di Berlinguer e l’abolizione delle
leggi di parità e sull’autonomia scolastica; la difesa del carattere
pubblico di sanità, scuola, casa, acqua, trasporti, energia,
comunicazioni; la difesa dei contratti nazionali di lavoro; la difesa del
diritto di sciopero e l’esercizio dei diritti sindacali per tutti i
lavoratori e i Cobas; la cancellazione della legge Bossi/Fini senza
tornare alla Turco/Napolitano e la chiusura di tutti i CPT; il ritiro
immediato delle truppe italiane dall’Irak e da tutti gli scenari di
guerra; la cancellazione della direttiva Bolkestein e delle direttive
antisociali europee che aumentano l’orario di lavoro ad oltre 60 ore
settimanali.

La situazione di lavoratori, disoccupati, precari, pensionati, immigrati è
drammatica.
La crescita del carovita falcidia il potere d’acquisto di salari e pensioni.
I servizi sociali e i beni comuni vengono ridotti a merce e privatizzati.
Governo, Cgil-Cisl-Uil-Ugl, Confindustria/Confcommercio, Assicurazioni e
Banche vogliono fregarci il TFR destinandolo ai fondi pensione.
La Finanziaria 2006 impone tagli a scuola, sanità, enti locali, cultura,
blocca il rinnovo dei contratti e il turn over nel pubblico impiego,
regala miliardi di euro ai padroni tramite sgravi fiscali sul costo del
lavoro e stanziamenti per il decollo dei fondi pensione.
Il diritto di sciopero, già fortemente limitato dalle leggi 146/’90 e
83/2000 nei servizi pubblici, è aggredito anche nel settore privato dalla
Confindustria, che vuole ridimensionare il ruolo del contratto nazionale
di lavoro.
La democrazia e i diritti sindacali nei luoghi di lavoro sono sequestrati,
appannaggio esclusivo dei sindacati concertativi.
Il governo Berlusconi prosegue nella sua politica guerrafondaia, di
sudditanza agli Usa, razzista e neoliberista, vara la controriforma della
scuola e dell’università, intensifica sfratti e sgomberi contro i senza
casa, difende i CPT, i lager ove si rinchiudono e torturano i migranti,
propone l’adozione unilaterale per l’Italia della direttiva Bolkestein.
Il centrosinistra, che si candida a succedere a Berlusconi, ha già detto
che cambierà ma non abrogherà la riforma Moratti; non chiuderà i CPT;
modificherà ma non cancellerà la legge 30; non tasserà le rendite
finanziarie mentre sponsorizza i fondi pensione; forse gradualmente
ritirerà le truppe dall’Iraq ma non dal Kosovo, dall’Afghanistan e dagli
altri scenari di guerra e rimarrà fedele alleato degli Usa; continuerà
nella politica di privatizzazioni dei servizi sull’esempio della direttiva
Bolkestein partorita quando Prodi era presidente della Commissione
Europea.

Di fronte a tutto ciò Cgil-Cisl-Uil si affidano allo sciopero di 4 ore per
il 25 novembre, pronte ad applaudire il governo appena concederà il
semaforo verde per il decreto che ci scippa il TFR.
Noi non contrapporremo data a data; è importante che una grande massa di
lavoratori quel giorno scioperi e sia in piazza.

C’è la necessità materiale e politica di costruire un vero sciopero
generale dell’intera giornata di tutte le categorie del mondo del lavoro
pubblico e privato, uno sciopero generalizzato ed autorganizzato, esteso a
tutti i settori sociali penalizzati dal terrificante modello di sviluppo
neoliberista, per confluire il 25 novembre a Roma in una unica grande
manifestazione nazionale autorganizzata dell’opposizione sindacale,
sociale e politica contro il governo Berlusconi ed inviare un chiarissimo
monito all’opposizione di sua maestà del centrosinistra che si propone di
proseguirne le politiche liberiste.

Confederazione Cobas