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Scommettere su un movimento che ci richiama alle nostre responsabilità
Publie le giovedì 23 ottobre 2008 par Open-PublishingScommettere su un movimento che ci richiama alle nostre responsabilità
di Loredana Fraleone
Avevamo previsto la risposta di massa alle misure dell’accoppiata Gelmini/Tremont sul sistema d’istruzione, dalla scuola all’università. Facile previsione del resto, dal momento che è stato messo in discussione e colpito tutto il mondo della formazione, dai bidelli ai ricercatori, dai genitori agli studenti. Certo non speravamo tanto! La mobilitazione e le manifestazioni, ultima quella bagnata ma bellissima del 17 scorso, segnalano un’estensione del movimento, che sta rimettendo in circolo aria buona nella malsana società italiana.
Un’occasione straordinaria per noi e tutta la sinistra, che non ha saputo vedere, nel recente passato, la devastazione culturale di questi anni e si sorprende ad ogni atto di razzismo, ad ogni disinvolta misura tesa all’emarginazione ed alla cancellazione dei diritti.
Non è un caso che il mondo della produzione culturale sia stato lasciato sostanzialmente solo nei processi di privatizzazione che da anni l’attraversano, "distrazione" che la sinistra fino agli anni ottanta non aveva mai avuto. Veltroni, da questo punto di vista porta delle responsabilità enormi, che da sole basterebbero a considerarlo un guastatore di professione dell’accesso alla cultura intesa come bene comune.
Il movimento di questi giorni, che coinvolge soggetti contigui al mondo variegato della produzione culturale, può accendere una luce anche su questo.
Spero che il nostro partito, nel suo complesso, prenda finalmente consapevolezza del valore strategico della conoscenza e non si limiti ad un apprezzamento strumentale dell’unico movimento di massa che c’è.
Questa consapevolezza serve anche alla crescita ed alla tenuta della mobilitazione, non solo perché tanta soggettività che vi è impegnata è costituita da nostri/e militanti o simpatizzanti, ma perché i settori del PRC che se ne occupano hanno lavorato molto al radicamento ed alla elaborazione su questi temi e possono dare un contributo importante anche alla sua tenuta unitaria. Lo straordinario patrimonio di nostre compagne e compagni, presenti dalla Sardegna al Friuli, costituiscono uno vero e proprio intellettuale collettivo, che fa capo ad una pluralità di soggetti sindacali ed associativi, nei quali lavora per l’unità, per la ricucitura di un tessuto sociale e politico sbrindellato da anni di errori e divisioni.
Il problema più grande da fronteggiare oggi non è l’estensione del movimento, che ormai non fa che allargarsi, ma la sua tenuta unitaria e sedimentazione, anche per questo è fondamentale che l’intero nostro partito e tutta la sinistra ne assumano consapevolmente la centralità ed il valore strategico.
Tempi che s’intrecciano con l’indispensabile rimonta culturale sulle destre, con il disvelamento del ruolo micidiale che il "progressismo" Veltroniano ha giocato in questa fase.
Non riesco ad immaginare la ripresa di un ‘organizzazione comunista in questo paese che non lavori alacremente su questo terreno e non vi costruisca sopra un suo senso.
Anche un partito costantemente boicottato da una non irrilevante minoranza interna, che è ormai anche esterna, può scommettere su un movimento che lo richiama alle sue responsabilità dell’oggi e del domani e può rilanciarsi in acque dove nuotare come un pesce.