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Scuola nel mirino, sabato in piazza. Intervista a Russo Spena
Publie le mercoledì 8 ottobre 2008 par Open-PublishingEmergenza democratica. Scuola nel mirino, sabato in piazza. Intervista a Russo Spena
di Alessandro Cardulli
Un nuovo gesto di arroganza nei confronti del Parlamento, una lesione della Carta Costituzionale, uno schiaffo ai sindacati, agli studenti,agli insegnanti, ai ricercatori che stanno manifestando in tutta Italia e si preparano alla sciopero generale della scuola: è tutto questo la decisione del governo di porre la fiducia sul decreto che da il via alla controriforma della scuola. In poche parole un attacco, fra i più virulenti, alla democrazia , una “ dittatura della maggioranza” dice Giovanni Russo Spena, responsabile dei problemi della giustizia di Rifondazione comunista. L’annuncio della fiducia viene dato dal ministro Elio Vito in un’aula della Camera semivuota.
E’ motivato con “ problemi di natura tecnica”, non ci sarebbe il tempo necessario per farlo approvare. E’ come dire: siccome ci manca il tempo non discutete e votate. Punto e basta. La decisione del governo piace al ministro Maria Stella Gelmini, l’autrice del decreto “devasta scuola” come l’hanno battezzato gli studenti. Appena arriva l’annuncio del voto di fiducia si rafforzano le manifestazioni e la protesta. Il Capogruppo del Pd alla Camera, Antonello Soro parla di “atto gravissimo”, di “violazione della Costituzione”. Di Pietro attacca la Gelmini che “ vende fumo” e fa solo tagli. Davanti a Montecitorio,prima della votazione, si forma un presidio di studenti e insegnanti. Compare una immagine “sacra” della Gelmini che , cordialmente, chiamano “ beata ignoranza”. Netto Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil il quale parla di una motivazione in più per lo sciopero generale della scuola.
Noi-dice- chiediamo un confronto e il governo pone la fiducia. E’ la sesta volta che questa maggioranza, la più consistente nella storia della Repubblica, pone la fiducia, svuota il parlamento. Dovrebbero prendere nota la anime balle che arricciano il naso, si offendono quando sentono parlare di lesioni alla democrazia, di violazioni della Costituzione. Lo stesso Napolitano ha detto che vigilerà attentamente. La irritazione del Capo dello Stato filtra dal Quirinale. Chi è lo sfascista, per usare le parole con le quali Berlusconi ha definito l’opposizione, è evidente. Non c’è bisogno di molti commenti. Siamo, di fatto, di fronte ad una emergenza democratica e, sottolinea Russo Spena, la manifestazione di sabato sarà un momento importante di una lotta di lungo respiro. “Rifondazione, insieme alle forze politiche della sinistra alternativa, a movimenti, associazioni, personalità del mondo della cultura,- afferma l’esponente del Prc- chiama i lavoratori, i cittadini in carne e ossa a difendere, tutelare la Costituzione. La nostra Carta segna i tratti fondamentali di una società democratica, dal lavoro ai diritti”. “La misura è colma- continua- la fiducia sul decreto Gelmini è l’ennesimo atto di un percorso sempre più decisionista del governo che intende il decisionismo non come efficacia di un percorso democratico ma come dittatura della maggioranza. Il sistema delle regole, i controlli di legittimità e legalità e lo stesso Parlamento diventano un fastidio”.
Il governo del paese si esercita attraverso media compiacenti, fuori dalle aule di Senato e Camera, tanto che, anche se in modo flebile, lo stesso presidente della Camera fa capire che qualcosa non quadra. Democrazia mediatica? Neppure, perché la stampa non esercita alcuna funzione critica. Accetta a scatola chiusa. Un esempio: Berlusconi dice che ormai anche Angela Merkel è convinta che a fronte della crisi finanziaria si deve istituire un fondo comune europeo. Nessuno si prende la briga di andare alla fonte, magari di leggere qualche giornale tedesco. Perché si tratta di una ennesima bugia di Berlusconi. La Merkel lo smentisce proprio davanti ai giornalisti. Russo Spena riassume così questo modo di governare che umilia il Parlamento. “ Berlusconi- afferma- si appella esplicitamente al popolo, un popolo indefinito o meglio i sondaggi che lui chiama popolo. Niente a che fare con forme di democrazia diretta ovviamente, anzi proprio il contrario. Tutto ciò non può che allarmarci, indurci a lanciare segnali di allarme perché di fatto siamo in presenza dell’abbattimento dei principi fondamentali della Carta costituzionale. Un motivo in più, se ce ne fosse bisogno, per dar vita sabato ad una grande giornata di lotta.”