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Scuola, oggi sciopero e corteo a Roma Tute blu e pensionati con gli studenti

Publie le giovedì 30 ottobre 2008 par Open-Publishing
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Scuola, oggi sciopero e corteo a Roma Tute blu e pensionati con gli studenti

di Roberto Farneti

Da ieri la "riforma" Gelmini è legge. La voce del "popolo della scuola", in larga maggioranza contrario al provvedimento, come dimostra la straordinaria partecipazione di studenti, insegnanti e genitori alle proteste di questi giorni, è rimasta inascoltata per precisa scelta di un governo arrogante e della maggioranza di destra che lo sostiene. E tuttavia la battaglia in difesa dell’istruzione pubblica, dell’università e della ricerca non si ferma qui. Già oggi centinaia di migliaia di persone sfileranno per le vie di Roma nel giorno dello sciopero generale proclamato da Cgil Cisl Uil insieme a Snals Confsal, Gilda. In sciopero anche Unicobas e Comitati degli insegnanti precari (Cip), mentre hanno dato la loro adesione alla protesta le associazioni Cittadinanzattiva e Federconsumatori.

Quella di oggi sarà «la più grande manifestazione di sempre a sostegno del futuro della scuola pubblica», assicurano il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, e il segretario generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo. Nove treni speciali e quasi mille pullman porteranno i manifestanti nella Capitale. Il corteo partirà alle 9.30 da Piazza della Repubblica per concludersi a Piazza del Popolo, dove per la Cgil parlerà il segretario generale Guglielmo Epifani, mentre per gli altri sindacati interverranno i segretari generali di categoria: Francesco Scrima (Cisl scuola), Massimo Di Menna (Uil scuola), Rino Di Meglio (Gilda) e Marco Paolo Nigi (Snals Confsal).

Lavoratori della scuola e studenti non saranno da soli. In piazza con loro ci saranno i metalmeccanici della Fiom, con uno striscione adatto per l’occasione: "Classe metalmeccanica". Ieri il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini ha portato la propria solidarietà ai manifestanti di Piazza Navona e ha confermato l’intervento di due universitari all’assemblea nazionale dei 5mila delegati e delegate dei metalmeccanici Cgil che si terrà domani a Roma. Anche la segreteria nazionale della Fim sarà presente con una delegazione: «Il buon funzionamento della scuola pubblica - affermano le tute blu della Cisl - riguarda tutti. Nessuno - sostiene la Fim - nega la necessità di intervenire anche in un processo di razionalizzazione della spesa da concordare con il sindacato, ma i fondi reperiti vanno reinvestiti nella scuola e nella ricerca».

Annuncia la propria partecipazione al corteo la segreteria nazionale dello Spi-Cgil: «Mentre siamo impegnati a chiedere anche per i "nonni" le risorse per vivere - spiega lo Spi Cgil - siamo al fianco degli studenti e dei loro insegnanti e continueremo a chiedere, con loro e per loro, che il diritto all’istruzione sia rafforzato. E che anzi a questo diritto sia affiancato il diritto all’apprendimento permanente anche per i genitori ed i nonni».

Il fatto che questo sciopero della scuola - a differenza di quello generale dello scorso 17 ottobre proclamato dai sindacati di base Cobas, Cub e SdL - giunga dopo l’approvazione del provvedimento è la conseguenza della difficoltà della Cgil a trovare una sintesi unitaria con Cisl e Uil. Anche ieri il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha detto che lo sciopero serve ad «aprire il dialogo con il governo» a cui la Cisl chiederà moduli settimanali «da 30 a 40 ore». Diversa la posizione del movimento, che invece è sceso in piazza contro tutti i tagli del decreto Gelmini ed è quindi schierato per la difesa del tempo pieno di 40 ore (8-16). Per la Cgil, la mobilitazione deve avere come obiettivo il «cambiamento delle norme approvate: contro i tagli all’occupazione e contro la chiusura di scuole con meno di 200 studenti», scrivono Fammoni e Pantaleo.

Una piattaforma che non convince i sindacati di base, i primi a muoversi con lo sciopero generale del 17 ottobre e la manifestazione che ha portato in piazza a Roma 500mila persone. Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale Cub, «invita gli studenti a non sostenere i cortei sindacali e a continuare nella propria autonoma mobilitazione di massa». Secondo la Cub quello di oggi è uno sciopero che «arriva, come spesso accade a Cgil, Cisl e Uil, fuori tempo massimo e a decreto approvato, e soprattutto non chiama tutti alla lotta contro questo governo reazionario».

Piero Bernocchi, portavoce Cobas, guarda avanti: è vero, i tagli alla scuola sono passati, ma «la partita resta aperta visti i numerosi passaggi che attendono, prima dell’attuazione, la legge Gelmini e la 133, e tenendo conto sopratutto - sottolinea Bernocchi - dell’intenzione del popolo della scuola pubblica di proseguire e intensificare la lotta nei prossimi giorni, fino ad arrivare ad una oceanica manifestazione nazionale unitaria, con tutte le componenti del fronte in difesa della scuola».

Claudio Grassi, della segreteria di Rifondazione Comunista, disegna un percorso di lotta articolato su vari livelli: «Sottoporremo la legge Gelmini a referendum popolare abrogativo - dice Grassi - e le mobilitazioni e le proteste pacifiche e democratiche non si fermeranno, a partire dallo sciopero generale sulla scuola» di oggi «che Rifondazione comunista appoggia e sostiene».

Messaggi

  • certo è assolutamente necessario dare battaglia a questa legge ignobile e discriminatoria nella scuola.
    La Gelmini ha dimostrato chiaramente di non affrontare il dialogo con la gente mettendosi al servizio di questo governo arrogante che ci porterà sicuramente a una forte recessione, saranno bruciati tutti gli sforzi fatti per portare avanti gli obbiettivi di una scuola moderna e formativa ma innanzi tutto saranno tagliati i posti di lavoro conquistati con fatica e sudore da precari che si troveranno in mezzo a una strada.
    l’unica strada è combattere con tutte le nostre forze e per ciò intendo, fare subito un referendum abrogativo della legge e continuare a essere uniti nella lotta in piazza e nelle scuole.