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Se 98 miliardi vi sembran poco

Publie le sabato 6 dicembre 2008 par Open-Publishing

Tutti i dati sono stati presi dagli articoli relativi del Secolo XIX
http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/italia_e_mondo/view.php?DIR=/italia_e_mondo/documenti/2007/05/31/&CODE=36c59112-0f50-11dc-9dea-0003badbebe4

Abbiamo la più grande truffa ai danni dell’erario della storia della repubblica.
Supera anche le enormi evasioni fiscali delle aziende di Berlusconi (leggi: furto alle nostre tasche)

Lottomatica è uno dei più grandi operatori di lotterie del mondo ed è l’azienda leader in Italia nel settore dei giochi. E’ concessionaria esclusiva dello Stato. Gestisce dal 93 la principale lotteria del mondo, il Lotto, e dal 2004 il Gratta e Vinci, poi i videpoker e ogni sorta di scommessa legale in Italia. In più offre la possibilità di pagare multe, canoni, certificati, ricariche, prenotazione e vendita biglietti . E’ quotata in Borsa.

Le sue macchinette per videopoker e giochi devono per legge essere collegate con lo Stato che incassa le sue tasse sull’enorme flusso di denari. Il cervellone della Sogei (la Società Generale di Informatica che si occupa di controlli sul pagamento delle imposte): una rete di controllo.

Ma i due terzi di queste macchinette non erano collegate a niente e nessuno controllava, così al flusso di giocate fatte dagli italiani non corrispondeva alcuna tassa e qualcuno incassava. Questo è andato avanti per 4 anni finché il secolo d’Italia (non il fisco, badate bene, non la GdF, ma un piccolo giornale di Genova!) ha denunciato la truffa. Si era sotto il governo Prodi ma Visco è stato zitto. Poi è arrivato il governo di Berlusconi ma anche Tremonti è stato zitto. Sembra che al vertice dell’enorme truffa ci siano persone di Alleanza Nazionale.

Come risultato, 98 miliardi di tasse sono state frodate agli italiani. Ma siccome ci sono dentro tutti in modo bypartisan, si finirà in tarallucci e vino, proprio come coi 20 miliardi di fondi europei fregati bypartisan in Calabria e se qualche PM farà la voce grossa gli faranno fare la fine di De Magistris con un CSM che lo metterà alla gogna, sempre in modo bypartisan, magari con l’aiuto di qualche rimasuglio di Rifondazione e qualche giornalista D’Avanzo che depista parlando di procedure assolutamente legali.

Il peggio è che sembra (secondo il Gruppo antifrodi tecnologiche della Guardia di Finanza, che finalmente si è svegliato), che parte di questo tesoro sia finito in tasca alla mafia, cosca di Nitto Santapaola.
Ora indagano tutti. Voi sperate in qualcosa?

Hanno messo su un’Italia del malaffare, questo malaffare lo hanno alimentato, protetto, depenalizzato, hanno protetto i ladri di Stato, le truffe di Stato, gli imbrogli di Stato, si sono indultati e allargati. Ora gli stessi dovrebbero fare ordine e giustizia??? Non concepibile.

Ora, io dico, se ogni macchinetta su cui si fanno le giocate ha l’obbligo di stare in rete, com’è che sempre in rete nessuno la controlla? Metti che in un posto risultano 6000 macchinette e non arrivano i dati di 4.000 di queste, com’è che nessuno se ne accorge? I due terzi non sono numeri piccoli. Dunque il marcio è molto più diffuso di quel che si dice. In pratica un’intera organizzazione criminale al potere con la collusione di tutti i partiti e delle istituzioni dello Stato. E noi dovremmo sperare che siano questi stessi partiti a fare pulizia?

Ma dove mai uno solo di questi partiti negli ultimi 4 anni ha denunciato il colossale imbroglio? Lo ha fatto un giornale che non è nemmeno tra i primi quotidiani d’Italia, il Secolo. Lo hanno fatto tanti bloggher con le loro martellanti denunce private sul web. Lo ha fatto alla fine anche Beppe Grillo, un comico, uno su cui sparano tutti a zero. Forse perché mette a nudo lo sporco delle loro coscienze e dunque rompe le balle e bisogna insultarlo e accusarlo di ogni cosa possibile, per far buoni servizi a un potere criminale.

In 6 mesi di lavoro per lo snellimento delle leggi sapete cosa ha snellito Calderoli? I bar non hanno più l’obbligo di pubblicare l’elenco dei giochi in loro possesso per controllare se hanno giochi vietati, e sta tentando di ridurre i poteri di controllo della Corte dei Conti. Il presidente della Corte dei conti (nominato dai politici) potrà nominare o licenziare gli altri giudici senza rendere conto a nessuno, si tratta dei magistrati che devono controllare, per esempio, le fatture e le altre spese dei servizi segreti. I servizi segreti dipendono in toto da Berlusconi e Berlusconi non vuol far sapere come spende i nostri soldi in spionaggio interno. Tutto riservato ma tutto più veloce e sicuro.
Se a voi questo ministro vi sembra una cosa utile!!

L’esempio più clamoroso arriva dalla Sicilia. La legge dice che i videopoker non collegabili alla rete di controllo devono essere chiusi in un magazzino. Bene: nel Comune di Riposto, prov. Catania (13.951 abitanti), nei locali di un solo bar di 50 mq sarebbero state depositate, in un solo giorno, 26.858 macchinette ritirate. Ci sono? No davvero, se ci fossero, raggiungerebbero l’altezza dell’Etna. Ha fatto qualche indagine la GdF? Nemmeno per sogno. L’indagine l’ha fatto il solito giornalista del Secolo XIX che ha visitato il bar di Riposto.

E’ inutile che Berlusconi faccia la sceneggiata delle migliaia di militari nullafacenti che si fanno vedere sul territorio, quando poi succedono cose di questo tipo e dove il controllo della forza pubblica ci dovrebbe essere, non c’è.

Dal Secolo: Un es. folle: «Nel corso degli accertamenti è risultato che, tra i funzionari verificatori “tecnici” fosse incaricato un “ingegnere” che risulterebbe essere stato condannato per usurpazione di titolo».
Questa è l’Italia dove nemmeno le GdF comprate da Berlusconi per denunce false furono mai sospese dall’incarico.

«I Monopoli hanno autorizzato persino macchinette apparentemente innocue, giochi di puro intrattenimento, senza scoprire che premendo un pulsante si trasformavano in slot-machine»

«L’applicazione di forfait ha permesso il dilagare di anomalie, perché la “cifra fissa” è assai più bassa di quella che potrebbe essere rilevata dalle macchine. Così in moltissimi casi sono state dichiarate avarie, guasti, difficoltà di collegamento dei modem solo per poter pagare di meno, con una perdita secca per lo Stato di miliardi di euro».

Emergono anche accuse di corruzione nei confronti dei semplici funzionari chiamati a verificare il funzionamento delle macchinette.
«I Monopoli hanno sostanzialmente tollerato che l’impianto predisposto per regolare il gioco e ottenere il pagamento delle imposte non entrasse a regime per più di un anno, rinunciando a qualunque forma di sanzione che avrebbe dovuto essere attuata”.

Perché i Monopoli non hanno preteso il pagamento delle somme dovute? Perché lo Stato è marcio.

Nello scandalo An c’è dentro fino al collo, questo spiega perché, quando Visco ebbe la denuncia sul tavolo, partì a raffica l’accusa a Visco da parte del generale Speciale in combutta con AN e B per sputtanarlo, una manovra di distrazione e ricatto affinché Visco si immobilizzasse e non sollevasse la patata bollente, che si concluse con la paralisi di Visco, la caduta del Governo e la nomina di Speciale a Senatore del Pdl per favori ricevuti.

Una delle società della truffa è Atlantis (Atlantis World Group of Companies).

I 3 massimi inquisiti sono Antonio Tagliaferro, Giorgio Tino, direttore dell’Agenzia dei Monopoli, e la dottoressa Anna Maria Barbarico, sua moglie e sorella di Alemanno.
An in questa faccenda scappa fuori continuamente.
Atlantis emerge nell’inchiesta di Woodcoock su Vittorio Emanuele e le sue truffe da casinò. Il PM di Potenza convoca Amedeo Laboccetta, esponente storico di AN, amico personale di Fini, candidato in Campania del Pdl, e rappresentante in Italia di Atlantis, cioè della principale società concessionaria dei Monopoli per il controllo delle slot machine, e vengono fuori anche strani rapporti col segretario particolare di Fini. Risulta poi che il dirigente nominato da Tremonti e implicato nell’indagine di Potenza è confermato dal csx, insomma ci sono dentro tutti. Tra i soci emerge anche Francesco Corallo, figlio del pregiudicato Gaetano, condannato per associazione a delinquere, già arrestato per la scalata ai casinò di Campione e Sanremo. Cosa nostra gestiva i videopoker acquistati con i soldi delle estorsioni e ne distribuiva alle famiglie mafiose il ricavato. In quella indagine emersero i rapporti di don Tano con il boss della mafia catanese Nitto Santapaola. Corallo junior oggi guida un impero che controlla tre casinò alle Antille, guarda caso proprio dove Fini e la moglie andarono in vacanza gratis nel 2004.

La tassa sui videopoker assegna allo Stato il 13,5 del giro d’affari ma i Monopoli, invece di pretendere il pagamento dell’imposta prevista dalla legge, si accontentano di un forfait. Le multe sarebbero salatissime: 50 € per ogni ora di mancata connessione alla rete Sogei. Gli stessi Monopoli ammettono che nel 2004 c’erano 95.767 macchine autorizzate, ma nessuna collegata alla rete. Hanno avuto multe? No.
Hanno provato a calcolare l’ammontare di tutte le sanzioni non riscosse. Poi hanno aggiunto le imposte non pagate. Ne è venuta fuori una cifra talmente enorme che gli stessi finanzieri all’inizio stentavano a crederci: 98 miliardi di €. Potevano essere nelle tasche degli italiani. Invece sono finite in parte alle concessionarie meno oneste, in parte alla mafia.

Abbiamo fatto uno scandalo pubblico su tutta la stampa dell’aumento dell’Iva a Murdock, e questo?

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Masada n. 836

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