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Secolo: Scontri al G8, risarcimento per due donne picchiate e insultate dai poliziotti

Publie le mercoledì 25 maggio 2005 par Open-Publishing

di Elisabetta Vassallo

Scontri al G8, risarcimento per due donne picchiate e insultate dai
poliziotti Genova, il tribunale civile ha riconosciuto la "limitazione della libertà
personale" a un’avvocatessa e a una biologa bolognesi

Genova Primi risarcimenti riconosciuti per le violenze perpetrate dalla
forze dell’ordine a due donne, un’avvocatessa e una biologa, che erano tra
i manifestanti del G8 genovese. Il giudice della sezione civile del
tribunale Roberto Braccialini ha condannato il ministero degli Interni a
corrispondere all’avvocato Anna Maria Tonioni 14 mila e 600 euro e alla
dottoressa Antonietta Costantino 13 mila euro. Il ministero dovrà anche
rimborsare le ricorrenti delle spese di giudizio.

L’avvocato Tonioni, si legge nella sentenza, aveva partecipato, il 20
luglio del 2001, assieme ad altri avvocati, alle manifestazioni di quei
giorni in qualità di "osservatore legale" per conto del Genoa Social
Forum. Tutti gli osservatori legali, per una rapida identificazione,
indossavano una maglietta gialla con grandi adesivi rossi sul davanti e
sulla schiena con scritto Avvocati - Lawyer e sul retro la scritta
Organizzazione.

Venerdì 20 luglio 2001 verso le 13 Anna Maria Tonioni, insieme a
Antonietta Costantino, una sua amica giunta con lei a Genova da Bologna
per partecipare alle manifestazioni collegate al G8, si trovava in piazza
Alessi, a Carignano, che era compresa nella "zona gialla": ovvero un’area
in cui erano vietate le manifestazioni pubbliche. In quel momento in
piazza Alessi stazionavano alcuni blindati con forze dell’ordine in
assetto antisommossa. La situazione sulla piazza era normale e tranquilla
ma ad un certo punto i furgoni e le macchine della polizia di Stato, con
una manovra di accerchiamento, si arrestavano di fronte alla Tonioni, alla
Costantino ed alle altre persone in loro compagnia. Gli agenti, con il
casco che copriva il viso, saltavano giù dai veicoli e, senza alcun
motivo, piombavano addosso al gruppetto di persone, assolutamente
pacifiche, urlando in maniera concitata "Via, via, via".

Un poliziotto con
il casco abbassato sul volto, guanti e manganello in mano, si dirigeva con
impeto verso Anna Maria Tonioni urlando: «Giù brutta troia, giù!».
L’avvocato alzava le braccia e rimaneva immobile con le spalle contro il
muro di un edificio: malgrado ciò il poliziotto alzava il manganello per
colpirla e la professionista si copriva la testa per ripararsi e si
sdraiava per terra. L’agente a quel punto la colpiva violentemente sulla
schiena più volte, all’altezza delle reni. I colpi e gli insulti
continuarono, malgrado i presenti manifestassero chiaramente ai poliziotti
l’assoluta estraneità della donna ad alcuna manifestazione violenta. Dopo
aver pesantemente picchiato con i manganelli altre persone, ed in
particolare Antonietta Costantino provocandole ecchimosi, i poliziotti
ritornavano sui loro cellulari e ancora urlando violentemente insulti si
allontanavano rapidamente.

Al giudice non sono mancate le prove di quanto testimoniato dalle due
protagoniste e da alcuni testimoni oculari: due di loro, infatti, erano
muniti di macchine fotografiche, e quanto è stato documentato nel dossier
fotografico delle due ricorrenti prova indiscutibilmente la ricostruzione.
Ci sono due fotografie che si riferiscono al momento saliente
dell’episodio una inquadra la Tonioni a terra "schiacciata" contro lo
spigolo d’angolo del palazzo, tenuta ferma con lo scarpone, puntato contro
la schiena da un poliziotto ripreso di spalle, e l’altra la Costantino
accovacciata mentre si protegge il capo. Posizioni a difesa da colpi di
manganello che hanno trovato riscontro nel referto medico emesso da un
ospedale bolognese stilato quando le due amiche avevano fatto ritorno
nella loro città. Il giudice Braccialini, nella sua sentenza, sottolinea
che le immagini fotografiche hanno fornito l’esatta percezione visiva
della limitazione della libertà personale che hanno vissuto la Tonioni e
la Costantino. E contro le limitazioni della libertà personale vi è un
preciso articolo della Corte Costituzionale.

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