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Sette risposte di "Die Linke" sulla politica del clima e dell’energia
Publie le lunedì 3 dicembre 2007 par Open-Publishing1 commento
Sette risposte di « Die Linke » sulla politica del clima e dell’energia – Contributo di Oskar Lafontaine
I. Politica del clima e politica dell’energia equivalgono necessariamente a politica sociale e politica della pace
Consideriamo inaccettabile l’attuale modo di procedere con le riserve di energia di questo pianeta. Si puo’ ancora capire che gli stati tentino di sfruttare il potenziale disponibile di questo mondo per il loro benessere. Ma quando coloro che vivono là dove si trovano le riserve di energia hanno idee diverse circa il loro uso, essi si trovano esposti alle minacce ed alla violenza militare di quelli che rivendicano queste risorse per mantenere il loro livello di vita. Noi rifiutiamo questa politica della violenza calcolata. Essa si vede attualmente in modo molto concreto in Irak ed in Afghanistan. « Die Linke » é il solo partito del Bundestag a sostenenre che « Non é consentito impadronirsi con mezzi militari delle riserve di energia della terra ».
Questa rinuncia alla violenza ci distingue in modo particolare anche dai Verdi : la Germania partecipa indirettamente – anche con l’approvazione dei Verdi - alla guerra in Irak. La Germania mette a disposizione aeroporti, diritti di sorvolo ed altro. La Germania partecipa alla guerra in Afghanistan con l’appoggio dei Verdi – il Congresso della SPD ad Amburgo ha confermato questa politica.
In ultima analisi, la guerra in Afghanistan é anche una guerra per l’energia, perché si tratta li’ di diritti strategici di transito per petrolio e gas, della qual cosa gli Americani non hanno mai fatto mistero. E’ semplicemente ingenuo credere che vi si voglia promuovere la « formazione di una nazione », la democrazia e lo stato di diritto.
Recentemente sono stati pubblicati numerosi studi di prestigiosi istituti di ricerca di Londra e Washington sulle conseguenze della rarefazione dell’energia e sul cambiamento di clima. Viene descritto fra l’altro il rischio di conflitti armati in 46 stati con 2,7 miliardi di abitanti. In altri 56 paesi con 1,2 miliardi di abitanti i ricercatori si aspettano instabilità politica già a partire dal 2040. E dunque 3,9 miliardi di persone sarebbero minacciate da esplosioni di violenza. Anche il Center for Strategic and International Studies (CSIS) di Washington prevede violente lotte per la ripartizione delle riserve di energia in corso di estinzione.
Il dissidio che sta emergendo fra la Danimarca e la Russia a proposito delle eventuali risorse di petrolio e gas al polo Nord lascia indovinare quello che ci sta davanti. Nelle prossime lotte per la ripartizione il CSIS vede precipitare il libero commercio mondiale, il che colpirebbe massicciamente la Germania, campione del mondo delle esportazioni, dove l’export rappresenta il 45% del PIL.
Per queste ragioni « Die Linke » é per una politica di una giusta distribuzione dei pesi e si sente confermata dall’attribuzione del premio Nobel ad Al Gore ed alla sua lotta contro il cambiamento climatico – la politica climatica deve essere una politica dell’equilibrio e della pace.
II. La sinistra collega la politica globale dell’energia con quella del problema della questione sociale globale
Discutiamo di un commercio globale delle emissioni che vada a beneficio dei paesi più poveri e della loro capacità di sviluppare un’economia che protegga il clima. Come ? L’ONU potrebbe essere l’istanza che organizza questo commercio globale delle emissioni, stabilendo la quantità di emissioni di CO2 globalmente consentita. Da questa quantità risulterebbe un’emissione consentita pro capite di anidride carbonica uguale per tutti gli abitanti della terra, poiché tutti hanno lo stesso diritto di rivendicare i beni ambientali indivisibili.
Se si accetta questa premessa, per i paesi sottosviluppati ed in via di sviluppo risulta un’emissione di CO2 nettamente inferiore a quella degli stati industrializzati. Lo squilibrio sarebbe compensato dal fatto che quelli che emettono più di quanto compete loro pro capite pagano somme corrispondenti ad un’istanza ONU o alla Banca mondiale quasi acquistando diritti di emissione dai paesi in via di sviluppo. Tuttavia questi importi non dovrebbero semplicemente affluire sui conti dei rispettivi governanti ma essere messi a disposizione dei paesi in questione solo per l’importazione di moderne tecnologie ambientali e per la protezione delle persone dalle conseguenze del cambiamento climatico.
III. Modificare la durata delle centrali nucleari é irresponsabile
La popolazione non puo’ accettare la pretesa degli oligopoli dell’energia e specialmente della CDU di prolungare la vita di centrali che rappresentano il più grosso fattore di rischio dato che gli impianti sono vetusti . Restiamo dell’opinione che l’uso dell’energia nucleare non é appropriato per garantire l’approvvigionamento energetico del futuro.
Il problema delle scorie e quello dell’uso a scopi militari sono irrisolti. Per questo « Die Linke » vuole un’approvvigionamento di energia senza nucleare.
Sostenere la necessità di durate maggiori delle centrali nucleari se non si costruiscono centrali a carbone é sbagliato. Se si considera le capacità globali della Repubblica federale per la produzione di energia, si vede che anche i picchi di consumo possono essere soddisfatti senza problemi. Abbiamo ancora margini per chiudere centrali nucleari senza dover costruire altri grandi impianti. Ed anche se si progettano nuove centrali, devono essere piccole centrali a cogenerazione, non megaprogetti. Qui « Die Linke » é la sola forza politica a prendere una posizione conseguente contro gli oligopoli in questo paese. Gli altri partiti, compresi i Verdi, hanno omesso negli anni passati di impegnarsi contro la monopolizzazione dei mercati dell’energia e di fare proposte efficaci per contrastarla.
Cio’ ha a che fare con le lobby al Bundestag. Quando vengono proposte leggi sull’energia intervengono gli esperti dei gruppi parlamentari, spesso strettamente legati ai quattro giganti dell’energia, in modo che vengano approvate leggi corrispondenti ai loro interessi. Il problema é che non si tratta degli interessi dei consumatori e neppure di quelli dell’economia né, ancor meno, di quelli dell’ambiente.
IV. La rimunicipalizzazione dell’approvvigionamento energetico é una cifra di « Die Linke »
Siamo contro la privatizzazione dei servizi pubblici, perché essa comporta l’aumento dei prezzi, incompatibilità sociali e strutture private di tipo monopolistico. Quando – ad esempio – il Senato di Amburgo possedeva ancora la sua quota della HEW, naturalmente poteva profittare dei suoi introiti. Questi ultimi potevano essere usati per il trasporto pubblico locale, come era normale in tutte le città grandi e medie della Repubblica federale – fino a finanziare un biglietto sociale. Cosa ormai impossibile con la vendita della quota HEW.
La rimunicipalizzazione sostenuta da « Die Linke » ha molti vantaggi. Prendiamo l’esempio della città di Saarbrücken. Ne sono stato sindaco e so di cosa parlo. Questa città non é mai stata dipendente da E.on, RWE o Vattenfall, aveva una produzione di energia propria e la poteva regolare. Aveva una quota in una centrale a carbone – non é una sorpresa in una regione dove si estraeva il carbone -, c’era anche una centrale per il riscaldamento con la possibilità di usare vari tipi di combustibile. Era in mezzo alla città ed ha costituito prestissimo una forma moderna di approvvigionamento energetico. C’era una turbina a gas per essere pronti in caso di picchi di consumo. Ma l’elemento decisivo era: Saarbrucken poteva fissare da sé i suoi prezzi dell’energia. Nessuno aveva bisogno delle rendite dal 20 al 30% alle quali tendono oggi i monopolisti dell’energia e che sono possibili solo mediante sottrazioni brutali dato che né la commissione europea né il governo federale ha regolato la materia della concorrenza a tempo.
La rimunicipalizzazione dell’approvvigionamento energetico é una cifra di “Die Linke”. Solo se la responsabilità é municipale si puo’ pensare a piccoli impianti – dalle piccole centrali per riscaldamento basate sulla cogenerazione di corrente e calore agl impianti solari e geotermici.
Che nessuno creda che EnBW, RWE, E.on o Vattenfall sarebbero seriamenti pronti a sostenere un approvvigionamento energetico decentrato, di piccole dimensioni. Sulla base dei loro interessi sono nemici e non amici dell’ambiente, sono strutturati e costruiti cosi’.
V. Una regolamentazione precisa dei prezzi deve mettere fine alle sottrazioni di energia presso i consumatori
Un altro punto che ci distingue da tutti gli altri partiti é il controllo dei prezzi, che é esistito per parecchi decenni nella Repubblica federale. Quando ero Presidente del Consiglio dei ministri del Land Saar, era ovvio che ogni aumento del prezzo della corrente doveva essere comunicato ed autorizzato – oggi tutti gli altri partiti lo hanno abolito. Per questo « Die Linke » e la commissione per i monopoli esigono una regolamentazione dei prezzi esatta per mettere fine al sacco dei consumatori e garantire un’efficace concorrenza.
VI. Riportare le reti interregionali alla responsabilità pubblica
Il fatto che i quattro colossi dell’energia possiedono, oltre alle centrali, anche le reti, costituisce un invito a manipolare i prezzi. Per questo le reti devono tornare di responsabilità pubblica, perché lo stato possa realmente realizzare qualcosa di simile alla concorrenza e le reti non siano dominate dagli accordi di cartello dei grandi. Ecco perché « Die Linke » é contraria alla regolamentazione che é stata dettata al governo federale dai Grandi Quattro che dominano il mercato. Secondo questa regolamentazione, invece di attribuire le reti alla responsabilità pubblica, deve essere organizzata una sorta di competizione frenata per l’abbassamento dei costi, che avvantaggia naturalmente i grandi, che hanno maggiori possibilità di abbassarli. I piccoli produttori – ammesso che ce ne siano ancora – dunque le municipalizzate, si trovano in difficoltà, favorendo cosi’ la concentrazione.
Le chiacchiere senza fine della grande coalizione su energie compatibili, protezione climatica e ambientale si rivela uno specchietto per le allodole quando si tratta di trovare soluzioni concrete. Ne consegue la nostra posizione : no a sistemi che promuovono gli interessi dei grandi colossi, ma riconduzione delle reti alla responsabilità pubblica perché possa essere organizzata una concorrenza efficace.
VII. Questo sistema economico é capace di garantire la nostra civiltà ?
Noi siamo la forza politica che pone la questione del sistema. La domanda é : un sistema economico come quelle del capitalismo finanziario dominante, che mira a rendite a breve termine e si basa sul massimo profitto é adatto a proteggere l’ambiente e salvaguardare la nostra terra ? La formulazione dei Verdi, che parlano di un’economia di mercato verde, é una panacea. Chi vuole seriamente che all’esigenza di mantenere la civiltà corrisponda una risposta possibile deve interrogarsi su questo assetto dell’economia. La risposta di « Die Linke » non é : rifiutiamo tutti gli elementi del nostro assetto basato sull’economia di mercato ma quando si tratta di scelte decisive per la nostra società – la corrente, il gas, l’acqua sono beni elementari non solo per l’economia, ma anche per la civiltà -, abbiamo bisogno della responsabilità pubblica. Il percorso attuale, dalla deregolamentazione all’assenza di leggi ed alla privatizzazione – leggi conversione al dogma della massimizzazione del profitto a breve termine del capitale finanziario – ha compromesso sempre di più l’ambiente, acuito la questione sociale e rimandato i cambiamenti necessari.
« Die Linke » vorrebbe fare un percorso migliore, ci impegniamo per questo.
http://die-linke.de/die_linke/wortlaut/detail/zurueck/aktuell/artikel/es-ist-unerlaesslich-die-systemfrage-zu-stellen/
Venerdi’, Numero 48, 30 Novembre 2007
Tradotto dal tedesco da Giustiniano Rossi
Messaggi
1. Correzione, 3 dicembre 2007, 17:44
Il titolo del punto IV e’ nell’originale: IV. Eine Rekommunalisierung der Energieversorgung ist ein Markenzeichen der Linken
Andrebbe tradotto:
IV. La rimunicipalizzazione dell’approvvigionamento energetico é una caratteristica (lett: Marchio di fabbrica) di « Die Linke »
Romeo