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Sfilata di Innocenti...

Publie le giovedì 9 dicembre 2004 par Open-Publishing

Venerdì 3 dicembre 2004 l’ex Presidente del Nicaragua, Arnoldo Alemàn, ritorna a casa sua grazie alla sentenza di un giudice della Corte d’Appello che gli concede gli arresti domiciliari. Arnoldo Alemàn è stato dichiarato innocente, come tutti gli altri implicati, per il caso del canale di televisione statale, che oramai non esiste, Canal 6.

Rimane ancora implicato nel caso della "huaca" per il quale è stato condannato a 20 anni di prigione per vari delitti, tra essi riciclaggio di denaro sporco, peculato e malversazione di fondi pubblici durante il suo mandato.
Dopo tanto parlare di lotta contro la corruzione, il primo caso si chiude con nessun colpevole. Tutti sono innocenti e non si sa che fine ha fatto il quasi milione e mezzo di dollari che é uscito dalle casse dello Stato ed è sparito...

(Giorgio Trucchi - Managua)

di Ismael López O. - El Nuovo Diario

Alla giustizia è successo lo stesso che succede ai canali televisivi quando smettono di trasmettere.
Venerdì scorso l’ex Presidente Arnoldo Alemàn è tornato a casa sua, come un giorno l’avevano fatto Sidney Pratt, Salvatore Quintanilla, Roberto Duarte, Mario Medrano e tutti quelli che la Procura aveva segnalato come colpevoli di defraudare più di un 1,3 milioni di dollari del Canal 6 nel marzo del 2002.
La prima denuncia per atti di corruzione contro ex funzionari pubblici è stata il 11 di marzo del 2002, solo 61 giorni dopo l’inizio del mandato del nuovo presidente Enrique Bolaños.

Ora nessun ex funzionario rimane in prigione. Alcuni sono stati "perdonati", Alemàn assolto ed altri sono latitanti. Ma ora che tutti sono liberi e che i più "grandi" sono "innocenti", dove sono e chi si è impadronito dei dollari?

La giudice supplente Gertrudis Arias, dal parlare tranquillo, di aspetto umile e senza fama di essere frutto del Patto Liberal-Sandinista del 1999, è stata la prima ad aprire il primo processo giudiziale contro l’ex presidente Arnoldo Alemàn il 21 marzo del 2002. Il processo era per una frode di 1,3 milioni di dollari nei confronti del Canal 6, lo stesso per il quale è stato assolto venerdì scorso.
Alemàn, che allora era presidente dell’Assemblea Nazionale, si era rifiutato di dichiarare come testimone nello stesso caso ed Arias si era presentata inaspettatamente a casa del mandatario a El Crucero, a sud di Managua, per sentire la sua dichiarazione prima che l’ex mandatario andasse in ferie in Grecia. Ore prima Alemàn aveva deriso il procuratore Alberto Novoa, quando questi lo aveva cercato nel suo ufficio in Parlamento.
Ore prima di ordinare l’apertura del processo contro Alemàn, l’ex Ministro del Tesoro, Esteban Duquestrada e i deputati David Castillo e Martha McCooy, Arias aveva richiesto l’arresto di Roberto Duarte, ex segretario di comunicazione della Presidenza ai tempi di Alemàn; Sidney Pratt, ex direttore del Canal 6 e Dagoberto Rodríguez, ex finanziere della stazione televisiva.

La richiesta era anche contro Mayra Medina ed il messicano Alejandro López Toledo e Ricardo Galán che, attraverso le società Casco S.A. e Servicios de Infrastructuras (Sinfra), ricevevano denaro che varie istituzioni statali trasferivano al canale televisivo, per poi depositarlo alla Fondazione Democratica Nicaraguense (FDN), proprietà di Alemàn, dell’ex direttore della Direcciòn General de Ingresos (DGI), Byron Jerez e di familiari di questi, secondo Novoa.
Galàn era stato ambasciatore del Messico in Nicaragua e fuggì dal paese insieme a López Toledo il 7 marzo del 2002, dopo che la Polizia l’aveva interrogato per i suoi contratti col Canal 6. Fino ad oggi non si sa nulla di loro e non hanno mai risposto per il delitto di frode. Il Ministero degli Esteri ha chiesto la loro estradizione, che non é mai stata concessa.

Come è stato il saccheggio?

Alemàn, nella sua dichiarazione come testimone, ha detto che ordinava che si spostasse denaro per il Canal 6 a titolo di pubblicità, perché voleva migliorare la copertura che il canale aveva nel paese. Ma i più di 1,3 milioni di córdobas non sono mai stati usati per migliorare la stazione televisiva. Secondo Novoa, i messicani depositarono parte del denaro in conti della FDN.
Quando il governo di Bolaños iniziò il suo mandato, si rese conto che il canale aveva debiti per macchinari e apparati tecnologici che non si trovavano negli studi televisivi. Chiesero allora aiuto alla Direzione di Indagini Economiche della Polizia Nazionale e scoprirono la frode.
Il Canal 6 consegnò, per ordine di Rodríguez e Pratt, tra agosto ed ottobre del 2001, un milione di dollari a Servicios Integrales Casco S. A., senza che esistesse una reale giustificazione.
Nel dicembre di quell’anno, Duarte sottoscrisse un contratto con detta impresa per 5 mila dollari mensili, per concedere programmi al Canal 6 da trasmettere in tutto il paese.

Il Canale 6 non aveva la capacità economica per pagare quelle somme di denaro e per questo i pagamenti si fecero con denaro dell’Impresa Amministratrice degli Aeroporti Internazionali (EAAI), di Enitel, dell’Istituto Nicaraguense di Turismo (Intur) e del Ministero del Tesoro e delle Finanze, secondo l’indagine svolta dalla Contraloría General de la Repubblica (CGR) nel 2002.
Con parte del denaro trasferito si aprirono due conti: uno nel Banco de America Central (BAC) ed un’altro nel Caley Dagnall. I due conti erano gestiti da Pratt e Rodríguez e non risultavano dalla contabilità del Canal 6, precisa l’indagine.
Con le due imprese dei messicani si firmarono altri contratti, nei quali figuravano come intermediari di una relazione tra TV Azteca del Messico ed il Canal 6. Il potente canale televisivo messicano avrebbe somministrato materiale ed altre attrezzature tecnologiche per migliorarlo e per la copertura in tutto il paese.

TV Azteca firmò con le società dei messicani un contratto affinché si commercializzassero i suoi programmi per mezzo del Canale 6. Il pagamento sarebbe avvenuto con una parte delle vendite, ma López Toledo e Galàn non rispettarono il contratto.
Alemàn, nella sua dichiarazione davanti alla giudice Arias, disse che aveva ordinato la capitalizzazione e l’ampliazione della copertura del Canale 6 per "motivi di sovranità nazionale" perché glielo aveva suggerito il suo comitato di sicurezza.
Uno degli argomenti di Alemàn era che le trasmissioni del canale dovevano arrivare fino alle popolazioni vicino alle frontiere con Costa Rica e Honduras, per i problemi che il paese aveva con quelle nazioni limitrofe.

Duarte, che l’11 gennaio del 2002 aveva tentato di ritirare dalla banca 200 mila dollari che rimanevano su un conto del Caley Dagnall, disse nelle sue dichiarazioni che aveva realizzato bonifici e firmato contratti per ordine di Alemàn e Martha McCoy, che aveva ricoperto il suo stesso incarico .
Tuttavia, la CGR decise che Alemàn non era responsabile per quei bonifici. Altri funzionari vennero dichiarati colpevoli solo per responsabilità amministrativa e solo per Duquestrada e Pratt si chiese la responsabilità penale. Per quest’ultimo, però, la Corte d’Appello decise la sospensione del giudizio.
Ma la risoluzione della CGR avrebbe avuto validità solo se la giudice l’avesse presa in considerazione, se non fosse passata inavvertita e si basava sulle altre prove somministrate dalla Procura.

La seconda parte del giudizio

Il 4 aprile del 2002, mentre il Canal 6 veniva chiuso definitivamente per illiquidità, l’allora Procuratore speciale e oggi Procuratore generale, Alberto Novoa, accusò Alemàn, che a suo tempo era stato uno degli uomini più potenti del Nicaragua, il deputato David Castillo, ex Segretario della Presidenza, e Martha McCoy, per aver ordinato ai Ministri e Direttori di entità autonome statali di trasferire il denaro da queste istituzioni al Canal 6.
Per aver girato assegni a favore del Canal 6 vennero accusati, tra i funzionari di secondo rango, Ausberto Narváez, Mario Medrano, David Robleto Lang, Esteban Duquestrada e Salvador Quintanilla.
In totale furono 16 gli accusati. Di questi, solo a Castillo e McCoy non fu aperto un processo, in quanto godevano dell’immunità parlamentare perché deputati della Asamblea Nacional e del Parlamento Centroamericano.
Da aprile fino al 12 di dicembre di quell’anno, si é sviluppata una lunga lotta per privare i tre deputati dell’immunità. Alla fine solo Alemàn é stato privato di tale privilegio e il 22 dicembre è stato condannato dalla giudice Ileana Pérez.
Quello stesso giorno la giudice - ora magistrata - Juana Méndez emise un’altra sentenza contro Alemàn per il delitto di riciclaggio di denaro sporco. Entrambe le giudici decisero di concedere ad Alemàn gli arresti domiciliari.

Tutti liberi

A partire da quel momento, tutti gli imputati vennero rilasciati. Quintanilla e Mayra Medina uscirono pagando la cauzione il 23 da dicembre del 2002. Precedentemente erano usciti Pratt, Narváez e Medrano.
Intanto Novoa era stato rimosso dall’incarico di Procuratore speciale e fu con il nuovo Procuratore, Eduardo Boza, che gli imputati cominciarono a essere liberati.
Lo stesso presidente Bolaños intercedette per alcuni imputati che stando in prigione si erano "ammalati". Lo stesso fece Boza e quando vennero liberati, non fece nulla come Avvocato dello Stato.
Ora che anche Alemàn è stato assolto, sono pochi quelli che rimangono con responsabilità. I due messicani e Duquestrada che sono latitanti, Medina, libera su cauzione e alcuni funzionari minori.

CIFRE DEL SACCHEGGIO

Ministero del Tesoro e delle Finanze-------------500.000 dollari

Istituto del Turismo--------------------------------350.000 dollari

Aeroporto------------------------------------------150.000 dollari

Enitel-----------------------------------------------571.000 dollari

Totale 1.571.000 dollari

* Di questo denaro, 1.3 milioni di dollari é stato trasferito a Casco S.A. e sono stati recuperati 220.150 dollari. La perdita è stata di 1.350.848 dollari. Fonte: CGR