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Si divertono a bruciare un senzatetto. Arrestati quattro giovanissimi

Publie le martedì 25 novembre 2008 par Open-Publishing

Si divertono a bruciare un senzatetto. Arrestati quattro giovanissimi

di Mariafrancesca Ricciardulli

Rimini – Gli hanno dato fuoco mentre dormiva su una panchina di Rimini, versandogli addosso della benzina. Questo episodio di inaudita violenza avveniva nella notte del 10 novembre scorso. La vittima, Andrea Severi, 44 anni, originario di Taranto, si salvò grazie al pronto intervento di una ragazza che passava nelle vicinanze e che riusciva ad allertare tempestivamente i soccorsi. L’uomo ha comunque riportato ustioni di secondo e terzo grado sul cinquanta per cento del corpo, tanto da richiedere il ricovero al centro grandi ustionati di Padova. Le indagini condotte dalla polizia hanno portato oggi alla individuazione di 4 giovani riminesi, tutti poco meno che ventenni.

Di famiglie modeste, ma “normali”, con genitori che lavorano. Gli stessi, che in passato avevano preso in giro ed infastidito il clochard lanciandogli anche degli oggetti. La loro posizione dal punto di vista giudiziario è, in queste ore, in fase di definizione. Molto probabilmente l’accusa sarà di tentato omicidio. I quattro avrebbero ammesso le loro responsabilità, dichiarando di aver compiuto il gesto per puro divertimento. Secondo le indagini e grazie alle intercettazioni, i quattro avrebbero anche scherzato tra di loro, al telefono, mentre leggevano i giornali che riportavano la notizia del gesto. “Si conoscevano tutti, possiamo definirli una banda, e al telefono tra loro commentavano con soddisfazione sia il risultato del loro gesto sia la risonanza ottenuta”, ha spiegato il capo della squadra mobile di Rimini Nicola Vitali.

Un episodio quanto mai grave e non certo isolato. Perché la violenza giovanile non è una novità. La letteratura del XIX e del XX secolo abbonda di riferimenti alla violenza di gruppo, attuata da amici e bande occasionali, nei villaggi di campagna, ma anche nei collegi o altre istituzioni chiuse. La sociologia angloamericana è senza dubbio la più ricca di studi e ricerche sul fenomeno delle bande giovanili, proprio perché queste hanno avuto un ruolo sociale importante, legato a un modello di stratificazione sociale e di immigrazione che ha favorito l’istituzione di gruppi chiusi e autoreferenziali, vere e proprie sottoculture. È almeno dagli anni ’50 che si è andato sviluppando nei paesi occidentali il fenomeno delle bande giovanili, vere e proprie sottoculture, per la presenza al loro interno di valori loro precipui e difformi da quelli di comune accettazione.

Secondo il rapporto “Fenomeni di devianza minorile di gruppo: le baby gang”, redatto nel 2000 da ricercatori di psicologia giuridica dell’Università di Roma “La Sapienza” per conto del Ministero di Grazia e Giustizia, le baby gang sarebbero piccoli gruppi occasionali di “giovani devianti composti da almeno tre soggetti, non affiliati ad organizzazioni criminali”, le cui attività consistono prevalentemente in scippi e rapine, ma che possono degenerare in aggressioni fisiche, per strada contro persone isolate, omosessuali o extracomunitari, in violenze sessuali di gruppo, fino all’omicidio “per gioco”, effettuato da un “branco”, proprio in virtù della sua violenza primitiva e selvaggia. Proprio come in questo caso. “Per divertimento”.