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Sicilia, il governo blocca i termovalorizzatori
Publie le domenica 10 settembre 2006 par Open-PublishingTop dal ministero dell’ambiente alla costruzione dei nuovi impianti. Fino
al 10 settembre nelle piazze italiane si festeggia la giornata mondiale
contro l’incenerimento
di Lorenzo Misuraca Palermo
«Adesso bisogna avviare un confronto democratico con le popolazioni sulla
gestione dell’emergenza rifiuti in Sicilia». Dal sit-in contro la
costruzione di quattro mega-inceneritori, il segretario regionale di
Rifondazione Comunista, Rosario Rappa, commenta soddisfatto la decisione
del ministro dell’Ambiente di bloccare i lavori per i termovalorizzatori
sull’isola. La notizia si è diffusa in fretta tra i partecipati alla
manifestazione svoltasi ieri a Palermo, indetta - tra gli altri - da
Rifondazione, Verdi, Legambiente, Wwf, Italia Nostra, Cgil, Agesci e una
miriade di comitati locali in occasione della giornata mondiale contro gli
inceneritori. Lo stop riguarda gli impianti di Bellolampo (Palermo),
Augusta (Siracusa), Paternò (Catania) e Casteltermini (Agrigento), e arriva
alla fine dell’istruttoria sulle autorizzazioni allâemissione dei fumi in
atmosfera, concessa dal precedente governo. Secondo la nota diffusa dal
ministero, gli atti del governo Berlusconi sono da annullare d’ufficio per
ragioni di interesse pubblico.
Non si stupisce Santo Liotta, senatore di Rc che ha firmato insieme ai
Finocchiaro, Bianco e Giambrone un’interrogazione a Pecoraro Scanio sul
piano rifiuti siciliano: «L’autorizzazione all’emissione dei fumi - dice
Liotta - era stata concessa con una nota dell’allora capogabinetto Paolo
Togni, che non aveva il potere di emanare atti amministrativi di questo
tipo. Lo stesso Paolo Togni che, fino alla primavera del 2001, è stato
direttore generale in Italia della Vaste Management, multinazionale che ha
finanziato la campagna elettorale di Forza Italia con centinaia di milioni
e che guarda caso - fa parte del raggruppamento d’imprese scelte per
costruire l’inceneritore di Paternò. Non è l’unica stranezza, nel tortuoso
iter verso la costruzione dei quattro mostri inquinanti che in Sicilia
sembrano convincere solo il governatore Totò Cuffaro, commissario delegato
per l’emergenza rifiuti.
«Malgrado il parere negativo degli uffici preposti all’assessorato
regionale all’Ambiente (e una sentenza sospensiva del Tar di Catania) -
dice Rosario Rappa - Cuffaro e Matteoli hanno bypassato i tecnici
sostituendoli con pareri positivi di natura politica». La lotta dei
promotori della manifestazione di Palermo non nasce, però, solamente
dall’esigenza di procedure trasparenti nella costruzione degli
inceneritori. C’è un problema di strategia della gestione dei materiali di
scarto - dice Rappa - per funzionare, i quattro inceneritori avrebbero
bisogno di bruciare una quantità di rifiuti che è superiore al totale degli
indifferenziati prodotti in Sicilia. Per la precisione, si tratta di 2,5
milioni di tonnellate. Rappa aggiunge: «Il rischio è di diventare come la
Germania, che importa l’immondizia dall’Italia per far girareâ i
termovalorizzatori. Con la differenza che in Germania la raccolta
differenziata è la principale ragione della mancanza di rifiuti da
bruciare, mentre in Sicilia è ferma al 3 per cento. «E questo è un altro
motivo per cui ci battiamo contro il progetto di Cuffaro - chiarisce Rappa
– bisogna puntare su strategie di incentivazione e educazione culturale per
raggiungere il 30 per cento di rifiuti riciclati fissato dalla legge,
piuttosto che investire in mega-inceneritori».
Senza contare l’impatto ambientale del progetto sostenuto a spada tratta da
Cuffaro: Il termovalorizzatore di Paternò si troverebbe dentro un Sito
ambientale d’Interesse Comunitario, quello di Bellolampo a due passi da un
centro abitato già assediato da una discarica. Per non parlare di Augusta,
altra area scelta per la costruzione del mega-impianto: fa parte, insieme a
Priolo e Melilli del triangolo della morte, un’aria di 40 kmq già
martoriata dal polo petrolchimico, in cui la mortalità per cancro è del 30
per cento e 4 bambini su 100 ogni anno nascono malformati.
Il tutto nella giornata mondiale contro l’incerenimento. Una giornata nata
dall’iniziativa e dall’impegno di tante realtà che animerannno le piazze
italiane fino al 10 settembre.
liberazione 7 settembre 2006