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Sicurezza, la differenza fra destra e sinistra
Publie le martedì 6 novembre 2007 par Open-Publishing1 commento
di Titti Di Salvo*
La domanda di sicurezza non qualifica l’orientamento di chi la propone. Diversamente, le risposte che vengono avanzate dalla politica differenziano i due schieramenti. Il decreto di cui si sta discutendo da solo non basta, mentre si rende necessaria anche una legge sulla violenza ai danni delle donne. Andrea Scarchilli
Correndo il rischio di semplificazioni, vale la pena di riproporre come categorie analitiche quelle della destra e della sinistra per leggere la nuova polemica politica che infuria in Italia e che incredibilmente prende le mosse dell’uccisione barbarica di una donna, Giovanna Reggiani, e dalla denuncia di un’altra donna rom che ha fatto immediatamente scoprire l’identità dell’assassino, rom anch’egli.
Perché non è vero che destra e sinistra abbiano smesso di identificare in modo distintivo analisi e giudizi.
In particolare le affermazioni secondo le quali la sicurezza dei cittadini non è un problema di destra o di sinistra o sono lapalissiane, un problema è un problema, o sono ambigue.
Ora la mia opinione è che da un lato la domanda di sicurezza non qualifica l’orientamento di chi la propone: naturalmente lasciamo da parte in questo caso la considerazione che la sicurezza è il risultato di più condizioni (lavoro, situazione personale ecc). D’altro lato, sono le risposte a quelle domande, assolutamente necessarie e urgenti, che al contrario qualificano e distinguono destra e sinistra.
L’aggressione a Giovanna Reggiani è una tragedia che non riguarda soltanto i suoi familiari: è il segno delle tragedie del nostro tempo che ci riguarda tutti e che ci interroga tutti.
E’ la tragedia della violenza sulle donne che si ripete ormai quotidianamente ad opera di uomini stranieri ma anche italiani, segno dell’imbarbarimento di una società: la libertà delle donne e delle bambine è il metro di misura della civiltà di un popolo.
E’ la tragedia di un uomo rumeno rispetto al quale non esistono alibi, né il degrado della sua vita né la sua condizione di immigrato. Ma non di meno attraverso quella tragedia emerge quella della strutturalità dei flussi migratori extracomunitari e comunitari e la possibilità per una comunità di farvi fronte. Un problema che non possiamo ignorare.
E’ la tragedia della rottura sociale di un paese, il nostro, reso evidente dall’utilizzo che vien fatto di tutto per alimentare una polemica politica malsana, tanto fuorviante quanto inefficace.
Ora c’è una differenza tra destra e sinistra nell’affrontare quelle tragedie: una differenza che consiste in un approccio culturale distintivo di cui la sinistra può essere orgogliosa perché più efficace e quindi più utile per la comunità e perfino più europea.
Più precisamente la criminalità va combattuta: la sinistra deve dirlo con la fermezza del caso distinguendo tra responsabilità individuale e criminalizzazione di una comunità. La destra molto più semplicemente agita e alimenta giustizialismi fai da te, narrando di espulsioni di massa che fanno a pugni con lo stato di diritto. La sinistra poi non può rimuovere i limiti dell’ordinamento giudiziario italiano: certezza della pena, velocità dei processi, adeguatezza del sistema carcerario sono le vie da percorrere.
Lasciamo alla destra il binomio immigrazione-criminalità; lavoriamo per l’integrazione e per il diritto di tutti, nativi e migranti, alla legalità e alla sicurezza con interventi, questi sì, destinati alle comunità: scuola, politiche abitative, diritto di voto, vigili di quartiere, riqualificazione del territorio, sostegno e strumenti alle forze di polizia. Rilanciamo il tema delle politiche europee di sostegno e non di rapina ai paesi in via di sviluppo partendo da una seria valutazione sulla politica agricola europea.
La sinistra poi deve reagire alla violenza contro le donne e all’imbarbarimento delle società globali di cui essa è un segno tra i più evidenti, cominciando proprio col rimuovere tutto ciò che fa velo su una realtà scomoda ed imbarazzante anche per il nostro paese.
Va accelerato l’iter in Parlamento della proposta di legge, non solo la via della Commissione per i reati di molestie sessuali e omofobia, ma anche calendarizzando in aula tutta la legge.
La destra, al contrario, ignora il tema, parla "delle nostre donne" e della loro tutela riconfermando un modello patriarcale, ben che vada autoritario se non violento, alimentato dai rigurgiti contro la libertà di autodeterminazione delle donne.
Il decreto di cui si sta discutendo può essere migliorato sicuramente, va accompagnato dal rilancio delle politiche di integrazione e dal superamento della Bossi-Fini. Soprattutto non è l’unica risposta: il contrasto alla violenza sulle donne richiede interventi tempestivi, efficaci, capaci di lanciare un messaggio determinato al paese. In secondo luogo liquidare il decreto, non meraviglioso, con aggettivi eccessivamente ingenerosi indebolisce soltanto la possibilità di rafforzare quel carattere distintivo delle risposte al tema della sicurezza che la sinistra ha nella sua cultura. Una cultura della convivenza che oggi serve più che mai nella nostra società lacerata da divisioni, incertezze e paure.
*Capogruppo di Sinistra democratica alla Camera
http://www.aprileonline.info/4884/sicurezza-la-differenza-fra-destra-e-sinistra
Messaggi
1. Sicurezza, la differenza fra destra e sinistra, 6 novembre 2007, 16:14
Per la destra l’ordine e la sicurezza sono dogmi fondanti della sua ideologia : essere di destra significa difendere lo status quo e tutelare gli interessi dei più forti e delle classi dominanti , usando al tal fine lo stato e il suo monopolio della violenza. La destra non ha e non potrà mai avere tra i propri valori la solidarietà sociale, l’accoglienza, la tolleranza e l’egualitarismo, la difesa dei diritti del lavoro e dello welfare state . I militanti della destra sono spesso usati per compiere il lavoro sporco di repressione violenta, di provocazione e di discriminazione nei confronti dei diversi e degli antagonisti. La sicurezza per loro è difendere la proprietà e l’incolumità fisica di pochi privilegiati, strumentalizzando ogni e qualsiasi evento criminoso per ridurre gli spazi di libertà e per affermare sempre più il diritto di rispondere alla violenza con la violenza, militarizzando la società ed usando le istituzioni solo a fini repressivi e oppressivi.
Quella che un tempo era difinita sinistra si distingueva dalla destra proprio per una diversa ed opposta concezione dello stato e delle finalità dello stesso. Oggi i governi di centro-sinistra si sono messi in condizione di sfidare la destra sul suo proprio terreno, per rincorrere gli umori e le tendenze di un opinione pubblica, manipolata e pilotata da un sistema mediatico, che enfatizza gli eventi criminosi e la cronaca nera, per suscitare consenso sull’adozione di misure liberticide e di discriminazione sociale. E’ chiaro che tutta questa strategia non è neutra, ma è finalizzata a spostare i consensi elettorali verso i partiti di destra ed il nuovo PD non può rischiare, proprio alla sua nascita, di trovarsi su posizioni minoritarie sui temi della sicurezza e del rafforzamento dell’azione dello stato nel contrastare quei fenomeni.
Questo è il destino comunque di tutti quei partiti d’opinione, che si strutturano come meri dispositivi di potere, disposti a cavalcare qualsiasi tigre pur di non perdere consensi e voti.
MaxVinella