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Sigilli agli spazi che non fanno pagare la cultura
Publie le giovedì 23 ottobre 2008 par Open-PublishingSigilli agli spazi che non fanno pagare la cultura
di Daniele Nalbone
Sigilli agli spazi che non fanno pagare la cultura. Manganelli contro chi non paga la libertà. Forza pubblica contro chi non accetta di pagare la crisi. La risposta dei centri sociali romani è un presidio permanente. Piazza Sempione, il giorno dopo lo sgombero del centro sociale Horus, è ancora piena di polizia. Gli agenti entrano ed escono per tutta la giornata dall’edificio portando dentro sacchi di calce e portando fuori l’intero quadro elettrico. «Chissà cosa ne faranno dell’impianto di amplificazione che abbiamo acquistato per migliaia di euro» si chiedono i ragazzi «e chissà cosa resterà dei lavori di ristrutturazione per i quali, nei due anni di occupazione, abbiamo buttato il nostro sudore».
La rabbia è tanta ma a farla da padrone negli stati d’animo delle persone che presidiano l’Horus dagli attuali occupanti è la voglia di andare avanti, di far sentire la loro forza. «Martedì è stata una giornata straordinaria di mobilitazione: un corteo di migliaia di persone ha dimostrato che Roma non ha paura dell’atto di guerra del sindaco Alemanno e del ministero degli interni». Centri sociali, movimenti di lotta per la casa, reti studentesche e universitarie, sindacati di base e tante realtà autorganizzate hanno portato l’indignazione e la rabbia nelle strade della città bloccando, sino a tarda sera, la mobilità nel quadrante nord-est della città.
«Il tentativo di cancellare l’esperienza dell’Horus Occupato è fallito» spiegano in un comunicato chi non si è arreso davanti la dichiarazione di guerra di Alemanno «come è fallito il tentativo di dividere i movimenti tra "buoni" e "cattivi", tra chi occupa spazi sociali e di cultura e chi invece occupa spazi abitativi».
«Non ci facciamo certo intimidire dalle minacce di Alemanno e di Berlusconi che oggi (ieri, Ndr), come se niente fosse, ha praticamente ufficializzato l’inizio, in Italia, di uno stato di polizia» affermano decisi i ragazzi del centro sociale La Strada di Garbatella. «Roma è e resterà una città libera. Aperta» grida una signora sulla sessantina che da ieri segue ovunque i ragazzi dell’Horus. Martedì il consigliere comunale Andrea Alzetta aveva promesso che «occuperemo gli spazi "culturali" ufficiali visto che il sindaco Alemanno ha deciso di chiudere i nostri». Promessa mantenuta.
Sono le 18 quando gli ormai ex occupanti, insieme a praticamente tutti gli altri centri sociali della città, iniziano ad avviarsi all’Auditorium dove ieri è stato inaugurato in pompa magna il Festival del Cinema di Roma mentre una decina di persone resta in presidio davanti l’Horus. Si mischiano fra il pubblico a ridosso delle transenne che proteggono il red carpet. Intanto echeggiano nella bellissima struttura, degna di una città che vuole apparire, musiche tratte da colonne sonore dei film.
Gli agenti della Digos iniziano a insospettirsi delle troppe persone "fuori contesto" nella cavea dell’Auditorium. Iniziano le prime identificazioni ma ormai è troppo tardi: «Abbiamo portato la cultura indipendente che hanno voluto chiudere fuori dall’Horus nella vetrina veltroniana di cui ora si fregia Alemanno. Abbiamo urlato al mondo intero che quello delle molotov è un film già visto e che, purtroppo, conosciamo bene. Abbiamo fatto entrare il mostro della precarietà all’interno della Roma che vuole mostrarsi al mondo come una città vetrina».
«Questa di oggi - il parere univoco che viene dai vari centri sociali e dai movimenti - è la prova del fatto che i centri sociali romani sono riusciti a creare una rete comune per difendere gli spazi della città in nome della libertà di espressione, della cultura indipendente e dell’antifascismo. Perché, oggi, l’aria che si respira in città è un’aria da Ventennio», come dimostrano le parole del consigliere comunale Storace in difesa delle occupazioni di estrema destra, gli sgomberi del sindaco Alemanno e le affermazioni dei vertici del governo che promettono l’uso della forza pubblica per impedire l’occupazione delle Università.
«Ma noi non daremo tregua - avvertono i ragazzi dell’Horus - a chi vuole zittire ogni forma di dissenso: la campagna di liberazione prosegue».
Oggi è previsto alle 16 un assedio sonoro in piazza del Campidoglio in occasione della seduta del consiglio comunale. E sabato, dalle 22, seguiremo il BPM, seguiremo il battito della festa e della libertà. «Per ricordare ad Alemanno e alle destre che Roma è libera e non tornerà indietro».