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Silvio Berlusconi, che dirà il Santo Padre che vive a Roma?

Publie le lunedì 4 maggio 2009 par Open-Publishing
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Violeta Parra, ormai mezzo secolo fa, si domandava che avrebbe pensato il Santo Padre se fosse venuto a conoscenza di una triste storia cilena. Non è passato un mese da quando l’Osservatore Romano, il quotidiano ufficiale del Vaticano fece il più pieno degli endorsement (adesione, appoggio, approvazione) al “Partito della Libertà” di Silvio Berlusconi, “il maggiormente in grado di esprimere i valori comuni italiani, tra i quali quelli cattolici sono una parte non secondaria”.

Nessuno può pretendere che i valori di Papa Benedetto XVI siano vicini a quelli laico-progressisti, ma sarebbe importante che il papa, che appena un mese fa faceva dichiarare all’Osservatore Romano di vedere nel partito di Berlusconi incarnare i valori cristiani, cosa pensa di quelli che dovrebbe considerare evidenti e pubblici segnali di dissolutezza morale da parte del Presidente del Consiglio.

Cosa pensa “il Santo Padre che vive in Roma” della frequentazione venuta a galla in questi giorni tra il Capo del governo ed una minorenne? I media e perfino la moglie di Berlusconi, che ne fa pubblicamente uno dei principali motivi per chiedere il divorzio, usano perifrasi dietro le quali qualunque cittadino (cattolico e non) può vedere emergere lo spettro della pedofilia.

Cosa pensa Joseph Ratzinger delle ripetute esternazioni del Presidente del Consiglio che si vanta continuamente di avere relazioni sessuali al di fuori del matrimonio (tre ore per notte dichiara lui stesso)? Cosa pensa il Santo Padre del nuovo divorzio del fondatore e capo assoluto del partito che secondo l’Osservatore Romano maggiormente esprimerebbe i valori cattolici?

Il Santo Padre, il Vaticano e la CEI considerano probabilmente di avere degli importanti motivi per andar d’accordo con il governo italiano fino a farne politica di Stato. Ci permettiamo di essere perplessi dei motivi dell’attuale riserbo rispetto al fervore pubblico di un endorsement così netto per un partito dalle molte contraddizioni non soltanto in materia di “morale sessuale”.

Forse è comprensibile che il Vaticano abbia gran attenzione per la propria ragion di Stato. E’ lecito però domandarsi per quanto tempo i cattolici, quelli che credono nei valori cristiani, nella famiglia, nell’indissolubilità del matrimonio, nell’esclusività della sfera coniugale per il sesso, nell’inviolabilità dei minori, potranno sopportare questo farisaico sepolcro imbiancato.

http://www.gennarocarotenuto.it:80/7653-silvio-berlusconi-che-dir-il-santo-padre-che-vive-a-roma/

Messaggi

  • Duro attacco del quotidiano dei vescovi: ""Il sospetto può essere
    persino peggiore della verità più scomoda. Prima o poi arriva il momento del conto"

    L’Avvenire contro Berlusconi
    "Vogliamo un premier più sobrio"

    "Di tanto ciarpame i cittadini farebbero volentieri a meno"

    ROMA - "La politica e lo spettacolo, in un abbraccio mortifero, hanno dato nell’occasione il peggio di se". E’ durissimo l’editoriale di prima pagina di ’Avvenire’ dedicato alla vicenda Lario-Berlusconi. Il quotidiano dei vescovi fa sentire la sua voce e non sono parole che faranno piacere al premier. "Ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un’altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio. Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica può essere persino peggiore della verità più scomoda. E comunque, prima o poi arriva il momento del conto", si legge nell’editoriale. Un esplicito richiamo ad un redde rationem che getta un’ombra sui rapporti, fino ad oggi più che cordiali, tra il Vaticano e il governo del Cavaliere.

    Poi l’editoriale chiama direttamente in causa Berlusconi. Tracciando l’identikit di quelle che dovrebbero essere le caratteristiche di un capo di governo: "La stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti: non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all’anima del Paese".

    Ed ancora: "Ciò che farebbe ridere in una puntata del Bagaglino non può non preoccupare i cittadini che di tanto ciarpame alla fin fine farebbero volentieri a meno". Ciarpame, la stessa espressione usata da Veronica a proposito delle veline candidate.

    "

    (5 maggio 2009)

    http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio/berlusconi-avvenire/berlusconi-avvenire.html