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Solidarietà ai cinque militanti anarchici arrestati in Umbria!
Publie le venerdì 26 ottobre 2007 par Open-PublishingComunicato del 26.10.07
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Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC )
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Nuovo blitz repressivo del governo Prodi.
Esprimiamo solidarietà ai cinque militanti anarchici arrestati in Umbria.
La macchina repressiva del governo Prodi continua a colpire il movimento antagonista. A pochi giorni dal blitz del 16 ottobre contro 15 compagni dello SLAI Cobas - per il sindacato di classe e altri organismi politici e sindacali di base, è toccato al movimento anarchico.
Nella giornata del 23 ottobre, per ordine della Procura di Perugia, sono stati arrestati cinque anarchici ed eseguite numerose perquisizioni anche in Toscana. Tra gli arrestati un membro dell’Associazione Vittime armi elettroniche-mentali (AVae-m). La modalità degli arresti e delle perquisizioni, con sequestri di materiali vari (computer e materiale di propaganda) eseguita dai ROS dei Carabinieri, seguono l’ormai consueta farsa di accuse di eversione e sovversione, di presunti reati quali attentati a cose e minacce a persone rappresentanti le istituzioni, come nello specifico al Presidente della Regione Umbria.
Il governo Prodi e i suoi ministri, Mastella ed Amato, sono i mandanti di questo ennesimo colpo contro il movimento anarchico. Questo succede proprio quando l’inchiesta giudiziaria di Catanzaro denominata ”Why not”, inchiesta espressione della guerra civile strisciante tra i gruppi di potere borghese, preme sul governo e in particolare proprio su Prodi e Mastella, che il PM De Magistris accusa di reati di corruzione.
Verso il governo Prodi, che si dice di sinistra e “amico dei lavoratori”, aumenta in modo esponenziale la sfiducia delle masse popolari che, nella situazione attuale, si sentono sempre più precarie. E’ in questo quadro che si inserisce anche la politica deviante del ministro degli Interni Amato con il suo “pacchetto sicurezza”, con la sua filosofia da “Stato di polizia”, che vuole fare apparire uno degli effetti della crisi del sistema capitalista, la diffusa microcriminalità (personificata dalla propaganda di regime soprattutto dagli immigrati, dai rumeni e Rom), come la causa del sentimento di insicurezza delle masse popolari.
Accanto al “pacchetto sicurezza”, per orientare l’opinione delle masse ad un maggiore controllo poliziesco, il governo attuale, come del resto faceva quello precedente della banda Berlusconi, continua a portare avanti la fantomatica “lotta contro il terrorismo”, di cui i cinque militanti anarchici umbri sono stati l’ultimo bersaglio in ordine di tempo.
In questa “guerra santa” i governi borghesi mirano a colpire essenzialmente chi, in un modo o nell’altro, diventa o può diventare punto di aggregazione di operai, lavoratori, giovani, donne, che per forza di cose si allontanano dall’influenza dei partiti borghesi.
Le condanne esemplari comminate agli antifascisti di Milano per i fatti dell’11 marzo per i reati di devastazione e saccheggio e quelle richieste dai PM di Genova, per gli stessi reati, contro i 25 giovani no-global dei fatti del G8 del 2001, non arresteranno la voglia di cambiamento radicale che da più parti spira. Così come le numerose inchieste giudiziarie, perquisizioni, arresti di comunisti, di antimperialisti, di anarchici, di islamici, di antifascisti, ecc., non sono altro che il tentativo ridicolo di fermare il processo di decadimento del sistema borghese e la contemporanea rinascita del nuovo movimento operaio e di massa che lo spazzerà via.
Solidarietà ai cinque anarchici arrestati!
No allo Stato di polizia!
No alle persecuzioni politiche!
Via il governo corrotto di Prodi!