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Sollevamento in Ecuador (1)

Publie le giovedì 30 marzo 2006 par Open-Publishing

Notizie dell’agenzia Altercom (13-21 marzo 2006)

Tradotto dallo spagnolo all’italiano da Davide Bocchi, membro di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica (www.tlaxcala.es). Questa traduzione è in copyleft.

URGENTE: Si sollevano i popoli dell’Ecuador - 130306 - ES>IT

La Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador (Confederación de Nacionalidades Indígenas del Ecuador)
CONAIE AL PAESE ED AL MONDO

Abbiamo visto con molta preoccupazione come il governo transitorio del Dr. Alfredo Palacio, in contraddizione con le promesse fatte al momento di assumere il potere nell’aprile dell’anno passato, continua con la stessa politica di governo dell’ex Presidente Lucio Gutiérrez, consegnando le risorse naturali, soprattutto l’acqua ed il petrolio, alle corporazioni transnazionali; compromettendo lo stato nella guerra civile con il paese fratello di Colombia; ipotecando la richiesta nazionale di un’ Assemblea Nazionale Costituente e «Che se ne vadano via tutti!» a causa dei compromessi con le oligarchie ed i capi politici; consegnando l’economia del paese agli intestatari dei buoni del debito ed al FMI; e, con un atto che lede la sovranità nazionale, compromettendo il paese in un processo senza ritorno con la firma del Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti.

La CONAIE ha preteso trasparenza, partecipazione, democrazia ed equità a tutti i governi, ed ha lottato per le rivendicazioni nazionali affinché noi popoli e nazioni indigene, prima di tutto, lottiamo contro l’oppressione, l’ingiustizia e l’iniquità. La CONAIE ha proposto al paese un nuovo modello di Stato, di democrazia e di giustizia, basato sul riconoscimento dei diritti di tutti e di tutte, in uno Stato che supera le diversità con l’unità, nel quale la democrazia economica sia tanto importante quanto la democrazia politica e la democrazia sociale, ed in cui coesistano diversi modelli di sviluppo, di cultura e di società, in maniera armoniosa, tollerante e rispettosa. Abbiamo proposto uno Stato Plurinazionale come unica garanzia per la democrazia nel suo significato più ampio, e come unica possibilità di rispetto verso le differenze e le diversità che sono parte del nostro continente.

Nonostante ciò, i differenti governi hanno tentato di rendere invisibili, di criminalizzare e perseguitare le lotte e le resistenze dei popoli indigeni e dei poveri del paese. I vari governi si sono compromessi con politiche neoliberali che hanno distrutto la nostra società, la nostra cultura e la nostra natura. Hanno appoggiato la guerra, la devastazione ecologica, il non-rispetto dei diritti umani, la concentrazione della ricchezza, la consegna delle nostre risorse. Per questo, la CONAIE, compiendo il mandato delle sue basi, ha deciso di :

1.- Dare inizio alle mobilitazioni nazionali nelle varie province del paese chiedendo al governo nazionale il suo ritiro immediato da tutti i negoziati sul Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti; un pronunciamento deciso a favore della pace e contro la guerra, annullando immediatamente il patto che consegna la Base di Manta all’esercito nordamericano; l’espulsione dell’impresa petrolifera Oxy, e la nazionalizzazione del petrolio; e la convocazione urgente dell’Assemblea Nazionale Costituente;

2.- Istruire le organizzazioni provinciali affinché portino avanti le mobilitazioni, i blocchi delle strade, le assemblee popolari e le marce verso Quito, per chiedere il compimento dei compromessi assunti dall’attuale regime nella sua condizione di governo transitorio;

3.- Chiamare il popolo ecuadoriano a difendere la sovranità nazionale ed evitare l’imposizione colonialista che si vuole realizzare con la firma del Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti;

4.- Passare al blocco dei deputati del Movimento Pachakutik, affinché realizzino le alleanze e le mosse necessarie per mettere sotto giudizio il governo di Alfredo Palacio, per tradimento della Patria, con la sua immediata destituzione e la formazione di un governo che convochi urgentemente un’Assemblea Nazionale Costituente.

Fatto e firmato nella città di Quito, 13 marzo 2006

Luis Macas
Presidente della CONAIE


IL TLC, LA OXY ED IL PLAN COLOMBIA NON SONO ECUADORIANI
Prosegue l’agitazione popolare:
L’EQUADOR SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO IL TLC, LA OXY ED IL PLAN COLOMBIA

ALTERCOM

1. LE PROVINCE CENTRALI INIZIANO GLI SCIOPERI E LE AGITAZIONI

Dalle ore 0.00 di questo martedì 13 Marzo 2006, centinaia di indigeni e di contadini sono insorti per bloccare le vie principali delle province di Cotopaxi, Tungurahua e Bolívar. A nord di Quito, a Cayambe e Cangahua, i manifestanti hanno chiuso le strade. Si annuncia anche che una marcia dei rappresentanti dei popoli avanza dal Puyo ed arriverà a Quito il prossimo martedì.

Altre province annunciano che si uniranno progressivamente alla protesta nazionale contro la firma annunciata dal presidente transitorio Alfredo Palacio di un cosiddetto Trattato di «Libero Commercio» con gli USA. Gli agricoltori e gli allevatori ecuadoriani hanno alzato le loro voci contro questo trattato che di «libero commercio non ha niente, è come se negoziassero un cervo ed una muta di leoni affamati», ci ha detto un agricoltore della provincia costiera di Manabí.

Si protesta anche per l’ambiguità del governo nel trattare lo scioglimento del contratto con la multinazionale petrolifera Occidental o OXY, la stessa che è stata accusata dal Procuratore di Stato di violare le Leggi e le Norme Contrattuali. Così pure gli abitanti indigeni e non indigeni dell’Amazzonia hanno appoggiato la mobilitazione esigendo la fine della devastazione ambientale; lo studio di una maniera di rimediare ai danni dell’ ”Oleoducto de Crudos Pesados”, con dei giusti indennizzi ed una nuova negoziazione dei contratti petroliferi; l’attenzione da parte delle multinazionali verso le popolazioni e le loro istituzioni, tra le altre cose.

Il terzo punto all’ordine del giorno è l’esigenza che il governo non trascini il paese nella catastrofe bellica proposta da Bush e dal suo alleato colombiano Uribe, con la quale si cerca di coinvolgere le nostre Forze Armate e la nostra gioventù nell’ingerenza regionale militare statunitense. Si esige la partenza immediata dei «marines» e dei loro aerei dalla base Aerea Eloy Alfaro de Manta, la stessa che presta i suoi impianti alle forze interventiste che partecipano più o meno in maniera velata al cosiddetto Plan Colombia.

A tutto ciò si aggiunga che le organizzazioni sociali denunciano il tradimento da parte dell’Esecutivo della richiesta popolare di rifondare il paese con un’Assemblea Costituente.

2. CONTADINI OCCUPANO LA CATTEDRALE METROPOLITANA DI QUITO

Decine di contadini che appartengono al ‘Seguro Social Campesino’ (Società di Mutuo Soccorso Contadino), hanno occupato nella mattinata di oggi la Cattedrale Metropolitana di Quito.

L’azione ha l’obiettivo di «dare risalto alla lotta contro il TLC, la OXY ed il PLAN COLOMBIA, e di aderire alle giornate di protesta che stanno avendo inizio in tutto l’Ecuador», ha detto uno degli occupanti. A pomeriggio inoltrato le forze pubbliche circondavano la Cattedrale senza aver avuto disposizioni governative per lo sgombero.

3.- VARIE ALTRE PROVINCE PARTECIPERANNO ALLO SCIOPERO DA DOMANI

Organizzazioni indigene, contadine e dei lavoratori di Carchi, Imbabura, Cañar, Pastaza, Sucumbíos e Orellana hanno annunciato che, a partire da domani aderiranno all’agitazione popolare iniziata all’alba di oggi.

Gli agricoltori hanno manifestato il fatto che inizieranno un blocco dell’approvvigionamento dei vari prodotti alle città. «Succederà così se arriverà il TLC e noi ci troveremo nella disoccupazione, speriamo che quelli delle città lo capiscano», ha detto José Pilco della Provincia di Tungurahua.


NE’ IL TLC, NE’ LA OXY, NE’ IL PLAN COLOMBIA SONO ECUADORIANI

ALTERCOM - ECUADOR: LA REPRESSIONE FA FERITI NEL SOLLEVAMENTO. LE MARCE PROSEGUONO - 140306 - ES>IT

ULTIMA ORA....ULTIMA ORA... (ECUADOR: UNA NUOVA AGITAZIONE)

Marce indigene avanzano verso Quito dal Nord, dal Sud e dall’Amazzonia. Convogli militari si dirigono a Latacunga.

FORTE REPRESSIONE DELLA POLIZIA E DEI MILITARI DI FRONTE ALLE PROTESTE INDIGENE PROVOCA FERITI GRAVI. BAMBINO DI UN ANNO COLPITO DA UNA PALLOTTOLA A COTOPAXI

ALTERCOM
Corrispondenti da Cajas (confine tra Imbabura e Pichincha) e da Cotopaxi.

Cajas

Alle 18.20 di questo martedì 14 marzo, tre indigeni sono stati gravemente feriti nei pressi del posto di blocco di Cajas, frontiera tra le province di Pichincha e Imbabura, in seguito alla violenta repressione della polizia e dei militari contro le comunità insorte ieri che pretendono l’interruzione dei negoziati sul Trattato di Libero Commercio che portano avanti il governo dell’Ecuador e gli Stati Uniti; lo scioglimento del contratto con l’industria petrolifera OXY; contro il Plan Colombia e per la realizzazione di un’Assemblea Costituente.

I lanci di bombe lacrimogene ad altezza d’uomo hanno provocato gravi ferite tra i manifestanti. Secondo quanto spiegato dai portavoce della CONAIE - Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador - organizzazione che guida la mobilitazione a livello nazionale, si informa che nel settore di Cajas Alberto Cabascango ha perduto l’occhio per l’impatto con una delle bombe sparate dalle forze dell’ordine. Questi è ora ricoverato insieme a Ernesto Cabascango, che riporta la frattura del setto nasale ed a N.N. Sánchez, che ha fratture e lesioni al capo.

Cotopaxi

Nel frattempo da Cotopaxi, nel centro-nord del paese, arriva notizia di tre ferimenti da arma da fuoco a seguito di forti scontri tra le forze dell’ordine ed i manifestanti nei settori di Lasso e Progreso. Marco Fillo, Leonidas Iza Salazar di 17 anni ed un bimbo di appena un anno di età sono rimasti feriti. Non si conosce la gravità delle lesioni. Si ha notizia anche della detenzione di due persone.

Alle 22.30 di martedì 14 sappiamo che tre convogli militari avanzano verso Latacunga, capitale di Cotopaxi.

Altre province

Allo stesso modo si ha notizia di alcuni ferimenti nelle comunità che sono situate all’estremo nord del paese, così come a Cañar ed a Zamora dove la repressione è stata tanto esagerata che la polizia ha dato fondo alle scorte di bombe lacrimogene ed ha affrontato la popolazione con le pietre. In questo ultimo caso sappiamo che sono state ferite tre donne anziane.

Marcia dal Puyo

Dall’Amazzonia ci informano che la marcia partita dal Puyo sabato scorso avanza compatta e che il numero dei partecipanti va crescendo poco a poco. Questa colonna si unirà con gli altri gruppi che hanno cominciato a marciare verso Quito da vari punti del paese. Non sono definiti né il giorno né l’ora di arrivo nella capitale della Repubblica.

Occupazione della cattedrale. Si teme lo sgombero chiesto dai Vescovi.

Nella città di Quito continua l’occupazione della cattedrale Metropolitana, ma giunge voce che la Conferenza Episcopale Ecuadoriana abbia sollecitato al governo lo sgombero del luogo di culto. i partecipanti all’occupazione che si trovano all’esterno hanno manifestato il loro timore che possa avvenire lo sgombero, poiché già dei poliziotti si trovano all’interno della chiesa.

Nel frattempo, progressivamente, come annunciato dai dirigenti della CONAIE, continuano ad aggregarsi alla protesta province ed altri settori alleati, minacciati anch’essi dall’eventualità che venga firmato il TLC con gli Stati Uniti.


ALTERCOM
NE’ IL TLC, NE’ LA OXY, NE’ IL PLAN COLOMBIA SONO ECUADORIANI !

[Altercom] CRESCE IL SOLLEVAMENTO INDIGENO IN ECUADOR. Con preghiera di diffusione. 150306 - ES

Nel terzo giorno nuove province si uniscono alla protesta, la CONAIE mantiene alte le bandiere, nei mercati cominciano a scarseggiare i prodotti:

CRESCE IL SOLLEVAMENTO INDIGENO IN ECUADOR

ALTERCOM

Nuovi fuochi di protesta si accendono poco a poco nel territorio ecuadoriano. Oggi la mappa della rivolta si è allargata alla provincia di Bolívar, si è consolidata a Cotopaxi, Chimborazo ha chiuso molte delle sue vie di comunicazione, sono stati catturati 15 militari a Pastaza, l’Assemblea dei Popoli e la Red Amazonìca de Sucumbíos si sono mobilitati in appoggio al levantamiento, si è radicata la protesta a Imbabura, continua ad avanzare ed a crescere la marcia verso Quito dove stamattina gli studenti sono usciti nelle strade con la stessa piattaforma di lotta ed hanno subito una violenta repressione; continua l’occupazione della Chiesa della Cattedrale che è circondata dalle forze di polizia e cominciano ad arrivare a Quito i primi gruppi di indigeni. E’ in vista una nuova presa della capitale della Repubblica. Giungono ricordi dal passato, ed i prezzi degli alimenti salgono.

Nel frattempo, il governo non ha più potuto continuare a sostenere la tesi della ’debolezza del sollevamento’, al contrario, attraverso diversi portavoce, tra esse quella del Presidente della Repubblica, ha ammesso che stanno per arrivare giorni di profonda instabilità per il paese quando proponendo, per la prima volta dall’inizio dei negoziati sul TLC, un forum aperto attraverso i mezzi di comunicazione, nonostante il fatto che i negoziatori si sono visti obbligati a firmare una clausola di riservatezza e che già il 90% del Trattato è stato negoziato, alle spalle del paese, secondo quanto denunciato da Augusto Tandazo, giurista esperto sul tema.

Sulla rete nazionale, Alfredo Palacio, Presidente Costituzionale, si è pronunciato sul processo di negoziazione che portano avanti lo Stato ecuadoriano e gli Stati Uniti assicurando che difenderà gli interessi nazionali, lo stesso argomento che ha sostenuto riguardo al contratto con la Petrolifera OXY, per terminare affermando che la riforma costituzionale profonda sarà l’unica via per garantire la sopravvivenza dell’Ecuador. Alfredo Castillo, il quarto ministro di Governo del regime in meno di un anno di gestione, ha annunciato in diversi mezzi di comunicazione la sua rinuncia: "L’Ecuador è governato da interessi che non sono precisamente popolari. Lo Stato ecuadoriano è alienato in un apparato finanziario, speculativo, che lo guida e lo determina attraverso il sistema di indebitamento dell’Ecuador ed attraverso il controllo del petrolio, delle risorse e l’importanza geopolitica dell’Ecuador stesso" ha dichiarato l’ex-ministro all’agenzia EFE.

Comunque le organizzazioni sociali che si oppongono al TLC, che esigono lo scioglimento del contratto con la Petrolifera OXY e che chiedono la convocazione di un’Assemblea Costituente, tengono alte le loro bandiere e forme di lotta. Hanno rifiutato un invito del Sottosegretario di Governo a presenziare nel fine di settimana ad un "tavolo di lavoro" e si analizza l’invito fatto dal Presidente della Repubblica alla dirigenza della CONAIE per instaurare un dialogo...

Domani comincerà il quarto giorno ...

[Altercom] Urgente ECUADOR. Comunicato 3 della CONAIE. La lotta continua ed anche la marcia verso Quito. CON PREGHIERA DI DIFFUSIONE.160306 - IT

ATTENZIONE....

LA MOBILITAZIONE CONTINUA. NESSUN NEGOZIATO. MARCIAMO SU KITO PER LA VITA, LA PACE E LA SOVRANITA’
16 MARZO 2006. TERZO COMUNICATO.

Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador - CONAIE

AL PAESE ED AL MONDO

La Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador, CONAIE, manifesta la sua profonda preoccupazione e sorpresa per le dichiarazioni fatte nella giornata di ieri dal regime transitorio di Alfredo Palacio, il quale accusa il movimento indigeno di destabilizzare l’Ecuador, soprattutto perchè provengono da un governo che ha proibito, con clausole di riservatezza, che i negoziatori del TLC con gli USA divulghino e diano comunicazione degli accordi a cui sono arrivati; da un governo che ha protetto le corporazioni petrolifere multinazionali come nel caso della petrolifera Oxy; da un governo che ha nominato un rappresentante delle imprese esportatrici di fiori, e principali beneficiarie della firma di un TLC con gli USA, come ministro dell’economia; da un governo che ha dedicato più della metà delle finanze nazionali al pagamento del debito esterno, senza portare a termine i programmi urgenti nell’ambito sociale; da un governo neoliberale, repressivo ed arrendevole.

La CONAIE vuole manifestare al paese ed ai mezzi di comunicazione che le sue mobilitazioni hanno l’obiettivo di difendere la sovranità nazionale, e di permettere l’esercizio della democrazia nel prendere decisioni tanto fondamentali come quella sul Trattato di Libero Commercio. Per questo, consideriamo fondamentale la convocazione di una Consulta Nazionale sul TLC con gli USA, e mentre si consulta il popolo, che lo si informi di tutto quello che è già stato negoziato fino ad ora, eliminando le clausole di riservatezza ed aprendo un dibattito trasparente sulle reali conseguenze di questo trattato. Pertanto, il governo deve sospendere con effetto immediato qualsiasi tipo di negoziato sul TLC con gli USA.

Se il governo rispetta la democrazia, solo il popolo, debitamente informato, potrà pronunciarsi su questo Trattato, in caso contrario, sarà un’imposizione colonialista, che i popoli indigeni, i poveri del paese, ed i settori sociali degni, rifiuteranno in maniera radicale.

La CONAIE saluta le nazionalità ed i popoli che si sono mobilitati con dignità, eroismo ed impegno: saluta anche le organizzazioni sociali delle province di El Oro e Pastaza, le organizzazioni indigene evangeliche, e le organizzazioni contadine, che hanno deciso di aderire a questa mobilitazione in difesa della vita e della sovranità, rende anche grazie alle organizzazione di emigrati in Spagna che si sono rese solidali con queste mobilitazioni.

La CONAIE rispetta la richiesta della sua base di non negoziare questa mobilitazione nazionale per la vita e la sovranità, e di rendere radicale questa mobilitazione se il governo non da segnali decisi di obbedienza alla volontà popolare che reclama trasparenza, giustizia ed equità.

Di fronte alle affermazioni delle camere imprenditoriali e dello stesso governo secondo le quali non esistono alternative al TLC con gli USA, e che si deve necessariamente firmare questo trattato, ricordiamo che invece esistono alternative degne e sovrane: c’è l’Alternativa Bolivariana delle Americhe, ALBA; c’è pure il MERCOSUR, con l’appoggio dei governi democratici e nazionalisti di Brasile, Argentina ed Uruguay; c’è anche il rafforzamento della Comunità Andina delle Nazioni. Di alternative di sovranità e dignità ne esistono.

La CONAIE dichiara che le mobilitazioni nelle varie regioni del paese continuano, che al momento non esiste negoziato di nessun tipo con il governo transitorio di Alfredo Palacio, e che le comunità ed organizzazioni indigene, contadine e sociali stanno preparando la MARCIA VERSO LA CAPITALE DELLA REPUBBLICA, PER LA VITA, PER LA PACE E PER LA SOVRANITA’.

Fatto e firmato a Riobamba, 16 marzo 2006

Luis Macas
Presidente della CONAIE

IL TLC, LA OXY ED IL PLAN COLOMBIA NON SONO ECUADORIANI !

URGENTE DESDE QUITO: COANIE INICIA LEVANTAMIENTO GENERAL. ESTE LUNES EN EL SUR DE QUITO. SE VIOLAN DDHH DE PASAJEROS DE BUSES. Hoy 5pm Organizaciones sociales se reúnen - 200306 - ES

URGENTE DA QUITO

Si richiede AZIONE URGENTE per fermare le violazioni dei Diritti Umani. Ci sono 30 feriti e 100 detenuti.

CONAIE HA DATO INIZIO AL SOLLEVAMENTO INDIGENO GENERALE. CHIAMA LA CONVERSIONE A SOLLEVAMENTO CONTADINO E POPOLARE.

REPRESSIONE CONTRO MANIFESTANTI QUESTO LUNEDI’ NEL SUD DI QUITO. SI VIOLANO I DIRITTI UMANI DEI PASSEGGERI DI BUS.

ALTERCOM. 20.03.06. 12h10

In questi precisi momenti elementi della forza pubblica, in borghese ed in uniforme, detengono tutte le persone che secondo il loro illustre criterio «sembrano» indigene. I poliziotti salgono sui bus che vengono dal sud del paese e fanno scendere a spintoni «quelli» e «quelle che sembrano», fanno prigionieri coloro che sospettano stare partecipando alla protesta contro il TLC.

Con tattiche similari a quelle messe in pratica ieri notte, un nuovo gruppo di camminanti che provengono dal Puyo, capitale della provincia di Pastaza, è appena stato fermato dalla forza pubblica, all’altezza del casello di Guamaní.

I dirigenti indigeni e sociali, chiamano gli Organismi difensori dei Diritti Umani, la ‘Difensoría del Pueblo’ e la comunità internazionale a SVILUPPARE AZIONI URGENTI di solidarietà con la lotta PACIFICA delle nazionalità indigene, delle organizzazioni studentesche e popolari, contro l’imposizione del Trattato di «Libero» Commercio da parte di una cricca che «negozia» senza trasparenza e dell’ambasciatrice che rappresenta la controparte. Si manifesta anche per esigere una sanzione senza dilazioni alla Petrolifera Occidental (OXY) per le violazioni alla Legge ed alle norme contrattuali, in accordo con le informative del Procuratore Generale di Stato e della statale Petroecuador, così come per esigere la partenza dei marines USA dalla base aerea di Manta e la fine del coinvolgimento dell’Ecuador nel cosiddetto Plan Colombia.

Il governo transitorio è ricorso nelle ultime ore a dare la responsabilità del sollevamento a «forze esterne», come le fondazioni, ONG ed organismi internazionali che finanziano progetti di sviluppo od educativi nelle comunità indigene, come detto da alcuni funzionari di Palacio come il portavoce Proaño od il segretario Apolo. Anche il presidente del Congresso, Wilfrido Lucero, ha espresso qualche giorno fa i suoi sospetti che dietro a tutto questo ci potrebbe essere il presidente del Venezuela Chávez. «Prendere lucciole per lanterne è proprio di un governo impopolare che si consegna ogni giorno di più all’antipatria ed all’impero e che ha tradito il movimento quiteño di Aprile, il quale non ha cercato di rimpiazzare Gutiérrez con Palacio, ma che ha fatto in modo di trasformare il paese per evitare che sparisse», ha detto a sua volta il movimento La Comuna in un comunicato reso pubblico un’ora fa.

SOLLEVAMENTO INDIGENO GENERALE

La CONAIE ha manifestato in queste ultime ore che la lotta continua e che davanti alla persistenza del governo nella sua mancanza di dignità e sovranità, il movimento indigeno dà inizio ad un sollevamento indigeno generale. Il vicepresidente della CONAIE ha detto alla fraterna agenzia ECUADORINMEDIATO che il sollevamento continuerà «fino a che il Governo del presidente Alfredo Palacio ritirerà la squadra negoziatrice del Trattato di Libero Commercio (TLC), così come fino alla condanna immediata contro la permanenza dell’impresa petrolifera statunitense OXY». Dall’altra parte, gli studenti e gli altri settori giovanili a Quito si stanno mobilitando per le stesse azioni. Una marcia avanza in queste ore verso il palazzo di Governo.

OGGI POMERIGGIO ASSEMBLEA A QUITO

Il Patto Nazionale ECUADOR DECIDE ha convocato per OGGI ALLE 17H00 NELLA SALA DEMETRIO AGUILERA MALTA DELLA CASA DELLA CULTURA ECUADORIANA una riunione delle organizzazioni sociali e di quelle personalità che appoggiano la lotta contro il TLC, la OXY, il PLAN COLOMBIA e l’ingerenza statunitense in generale.


ALTERCOM
Comunicación para la Libertad


NE’ IL TLC, NE’ LA OXY, NE’ IL ‘PLAN COLOMBIA’ SONO ECUADORIANI !

SORELLE E FRATELLI INDIGENI ED ALTRI CHE CAMMINATE PER LA VITA, LA PACE E LA SOVRANITA’ NAZIONALE
BENVENUTE E BENVENUTI A QUITO
CHE FINISCA LA REPRESSIONE!
QUITO E’ DEGLI ECUADORIANI
IL TLC, LA OXY ED IL PLAN COLOMBIA NON SONO ECUADORIANI
ALLE 15H00 VI RICEVEREMO ALL’ARBOLITO
E
ALLE 17 (5 DEL POMERIGGIO)
CI VEDIAMO NELL’ASSEMBLEA
NELLA SALA DEMETRIO AGUILERA MALTA
DELLA CASA DELLA CULTURA ECUADORIANA

ECUADOR - MARCHA CONTRA EL TLC ESTE MIÉRCOLES. UTN CONVOCA desde las 2 pm. - 210306 - ES
MARCIA QUESTO MERCOLEDI 22 MARZO ALLE 2pm DALLA CITTADELLA UNIVERSITARIA
PERCHÉ L‘UNIVERSITA’ TECNICA DEL NORD SI OPPONE ALLA FIRMA DEL TLC?

Di fronte al persistente interesse del governo ecuadoriano e di ridotti e potenti gruppi imprenditoriali nel firmare il Trattato di Libero Commercio (TLC) con gli Stati Uniti sotto la pressione del governo di Bush, l’Università Tecnica del Nord ha realizzato una serie di conferenze, seminari, dibattiti, programmi radiofonici a livello dell’intera comunità universitaria e con la partecipazione di esperti sulle tematiche di educazione, agricoltura, di proprietà intellettuale, geopolitica, biofitosanitaria, fiscalità, tra le altre cose.

L’insieme delle attività ha permesso una conoscenza ed un’attitudine critica degli studenti, dei docenti e dei lavoratori della UTN, che si traduce nei risultati della consulta civica nazionale universitaria sul TLC, nella quale l’87% dei partecipanti della UTN ha votato contro la firma di tale Trattato.

Noi universitari abbiamo detto NO alla firma di questo trattato perché il TLC mira a ridurre la capacità di attuazione dello Stato in relazione al debito esterno, alla sovranità nazionale e all’autodeterminazione in aree strategiche, nell’educazione, nella produzione.

L’Ecuador perderebbe la propria autonomia nel legiferare circa le cariche ed i titoli professionali che attualmente attribuiscono le nostre università, permettendo che qualsiasi professionista straniero possa esercitare liberamente sostituendosi ai nostri. Inoltre, nel giro di poco tempo si noterebbe una valanga di offerte accademiche di altri paesi, a discapito delle università ecuadoriane.

La nostra agricoltura andrebbe in rovina perché i prodotti nordamericani sovvenzionati dal loro governo invaderebbero il mercato nazionale, senza permettere competizione da parte delle nostre centinaia di piccoli produttori. Aumenterebbe la disoccupazione e diventeremmo importatori di qualsiasi tipo di alimento nordamericano.

Se si firma il TLC, le medicine diventeranno più costose a discapito della salute dei più poveri, a causa dell’eliminazione dei medicinali generici. Si distruggerebbe l’industria farmaceutica nazionale e dominerebbero le multinazionali farmaceutiche.

Riguardo alla proprietà intellettuale, mediante il TLC le imprese nordamericane si impadroniranno delle conoscenze ancestrali dei nostri popoli, brevettandoli per obbligarci a pagare per possedere le nostre stesse conoscenze.

Invece del TLC con gli Stati Uniti, una soluzione totalmente reale, e vantaggiosa per il nostro paese, è quella di cercare l’integrazione con gli altri paesi latinoamericani, con i quali possiamo commerciare di maniera egualitaria e solidale, in accordo con le nostre necessità.

L’UTN si unisce alla lotta di tutti i settori sociali che si oppongono alla firma di questo patto schiavistico. Esigiamo allo stesso modo che la compagnia OXI lasci il nostro paese, per tutti i gravi danni economici ed ecologici provocati all’Ecuador.

CONVOCHIAMO L’INTERA CITTADINANZA ALLA MARCIA CONTRO IL TLC E LA OXI, IL GIORNO MERCOLEDI’ 22 MARZO 2006, ALLE 14H00, DALLA CITTADELLA UNIVERSITARIA FINO AL PARCO PEDRO MONCAYO.

Dr. Jorge Villarroel,
RETTORE

Dr. Antonio Posso,
VICERETTORE ACCADEMICO

Ing. Walter Jácome,
VICERETTORE AMMINISTRATIVO

Arch. Beatriz Astudillo,
PRESIDENTE ASSOCIAZIONE DEI LAVORATORI

Ing. Diego Ortiz,
PRESIDENTE ASSOCIAZIONE DEI PROFESSORI


NE’ IL TLC, NE’ LA OXY, NE’ IL PLAN COLOMBIA, SONO ECUADORIANI!

Ecuador - Central sindical CTE: Constituyente es salida a crisis en Ecuador. - 210306 - ES

CONFEDERAZIONE DEI LAVORATORI DELL’ECUADOR
CTE
AL POPOLO ECUADORIANO
L’ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE
L’UNICA ALTERNATIVA PER USCIRE DALLA CRISI

La crisi politica che apparentemente si è conclusa con la successione presidenziale, ha un’unica soluzione:
la CONVOCAZIONE IMMEDIATA DI UN’ ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE con pieni poteri, eletta sotto un nuovo statuto elettorale, che permetta la partecipazione dei diversi settori e delle regioni che compongono il paese.

Lo Stato Neoliberale creato da Oswaldo Hurtado e León Febres Cordero nell’ Assemblea di Sangolquí, che si esprime nella Costituzione vigente dal 1998, dimostra di non essere più percorribile. L’ondata di scioperi locali provinciali e regionali esprime la necessità di trasformare la struttura dello Stato.

Il governo del dottor Alfredo Palacio e la casta al potere non hanno cambiato la realtà del paese; e pretendono di perpetuare lo Stato Neoliberale con delle riforme alla Costituzione (per acutizzare il saccheggio e l’impoverimento degli ecuadoriani) e con delle misure clientelari (consegna di buoni per la realizzazione di opere sempre negate dal governo centrale).

La protesta degli indigeni contro la firma del TLC è prova che chi sta negoziando a nome dell’Ecuador non rappresenta gli interessi del popolo ecuadoriano, ma un gruppo di impresari e banchieri che venderebbero l’anima al diavolo per arricchirsi; in questo caso non gli importa vendere la patria per mantenere il loro stile di vita newyorchese; non gli importa che le imprese multinazionali come la OXY distruggano le leggi del paese e si mettono dalla loro parte; e non calcolano le conseguenze diplomatiche del dare la colpa a paesi amici di promuovere le mobilitazioni. Fatto che condanniamo esigendo le dovute scuse.

La struttura di potere che si legittimò mediante la Costituzione del 1998, è crollata, sta precipitando; coloro che la promulgarono e ne trassero beneficio, nella brama di rimanere al potere vogliono portare il paese verso un futuro di schiavitù. I signori impresari, il dottor Palacio; sarà tutto l’Ecuador ad essere colpito dalla condizione di colonia statunitense (che si verificherà se si firma il TLC), l’Ecuador che protesta ed esige, quello che non vuole tornare indietro di 200 anni nella storia.

Per questo noi lavoratori chiamiamo gli impresari che si sono impegnati con il paese, gli intellettuali, i contadini, gli indigeni, gli studenti, le donne, ad impedire la consegna della patria per un piatto di lenticchie.

La volontà del popolo deve essere riflessa in una nuova Costituzione, che smantelli il neoliberalismo che pretende la privatizzazione dei servizi pubblici (salute, educazione, acqua, luce, telefoni, combustibile), la vendita dei settori strategici ed ancor di più l’annullamento della sovranità con il quale diventeremmo una colonia gringa. È il momento di costruire un nuovo paese, solidale, sovrano, democratico, partecipativo, decentralizzato, che garantisca il benessere e lo sviluppo delle culture ancestrali, il passaggio ad una nuova realtà lo garantisce unicamente l’Assemblea Nazionale Costituente.

TUTTO IL POPOLO NELLE VIE, TUTTO IL POPOLO NELLE STRADE.

NO AL TLC, VIA LA OXI, NO AL PLAN COLOMBIA !!
URGENTE ASSEMBLEA COSTITUENTE !!

CONFEDERAZIONE DEI LAVORATORI DELL’ECUADOR
Comitato Esecutivo Nazionale

Quito, 21 marzo 2006