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Sonia Suder e Christian Gauger

Publie le martedì 9 febbraio 2010 par Open-Publishing
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Mardi 9 février 2010

Il secolo ventesimo è stato quello delle rivoluzioni, la prima in Russia nel 1905,le ultime nell’Europa orientale dopo il collasso del patto di Varsavia.Con le rivoluzioni sono stati rovesciati i rapporti di forza e di oppressione,emancipando immense masse umane nel 1900,dall’Asia alle Americhe.E’ andata così nel mio tempo,sono stato militante rivoluzionario nell’Italia degli anni ’70, non per estro di gioventù ma in obbedienza all’ordine del giorno del mondo.

Sono ancora in vita gli ultimi rivoluzionari del 1900.Alcuni sono diventati capi di stato e di governo,per loro si suonano gli inni nazionali.Altri restano dietro sbarre,in esili senza fine,oppure in frastornata libertà dopo decenni scontati in prigione.Queste ultime vite andrebbero protette,perchè sono la reliquia politica del secolo delle rivoluzioni,il grandioso 1900.

Per esempio andrebbero protette le vite della signora Sonia Suder e del signor Christian Gauger,che stanno per essere estradati dalla Francia e consegnati alle prigioni tedesche.Spedire al giorno 1 di pena, alla casella di partenza,dei rivoluzionari del 1900,colpevoli secondo l’accusa di reati politici di trenta e più anni fa(otto olimpiadi):non è solo triste,è pure antico.Ribadisce che il ventesimo è secolo ancora in corso, alla faccia del miope che l’ha intravisto breve.

E’ invece tempo di prendere congedo dal secolo delle rivoluzioni,lasciando gli spiccioli di vita degli ultimi rivoluzionari al loro corso, togliendoli dal piccolo martirio delle ultime serrature.

Le polizie devono attenersi a mandati anche se abbondantemente scaduti.Ma esiste la misura e la saggezza politica per correggere distorsioni e stabilire in propria autonomia il tempo di chiudere e quello di aprire.

Le vite di Sonia Suder e Christian Gauger vanno protette non per clemenza,ma per evidenza di tempi scaduti, per diritto politico di chiudere il registro di classe del 1900.Si smette così di suddividere i rivoluzionari in vincitori da accogliere con cerimonia ufficiale, e vinti da estradare.Non perchè sono anziani,l’età,che condivido con loro,non è una attenuante. Attenua ,sì,molte cose, ma non la responsabilità di essere stati dei rivoluzionari al tempo necessario.

E’ tempo di dichiarare prescritto il 1900 delle rivoluzioni,per pura igiene fisica e mentale.I nomi di Sonia Suder e Christian Gauger,siano consegnati all’archivio politico e non alla cronaca giudiziaria.E’ una buona occasione per stabilire il primato e la sovranità della politica sulle vite umane.

Erri De Luca

http://orestescalzone.over-blog.com:80/article-sonia-suder-e-christian-gauger-44602256.html

Messaggi

  • Lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica di Francia da alcune persone senza qualità né titoli particolari

    Signor Presidente della Repubblica,

    Lei ha affermato, a proposito dell’affare Polanski: "Pronunciarsi trentadue anni dopo i fatti, ora che l’interessato ha settantasei anni, non è buona amministrazione della giustizia" (Le Figaro del 16.10.2009). In questo enunciato Lei non ha espresso una semplice opinione, ma ha invece richiamato un principio fondamentale del diritto, evocando la necessità imperativa di limiti temporali all’esercizio della giustizia penale, principio affermato ‘in dottrina, norma e giurisprudenza’. Senza il quale, una giustizia che si pretendesse ‘infinita’ diverrebbe una teologia della vendetta.

    Sul caso che è all’origine della Sua essenziale messa a punto, è stato scritto, Signor Presidente: “esiste un solo argomento a favore di Polanski, ma decisivo: il tempo...”.

    Già il diritto romano considerava che il trascorrere dei decenni estingue progressivamente la turbativa provocata dall’atto originario, “e ciò traduce, in tutte le culture, un più alto principio di civiltà”. Se ci si attiene a questo principio, nessun privilegio quindi, per chicchessia, soltanto ‘una difesa logica, generale, uguale per tutti’.

    Converrà, Signor Presidente che evocarlo in un caso per derogarne in seguito l’applicazione in un altro caso sarebbe peggio ancora che ignorarlo.
    Orbene, nel momento stesso in cui Lei rilasciava questa dichiarazione, due cittadini tedeschi, Sonja Suder e Christian Gauger, rispettivamente di settantasei e sessantotto anni di età, si vedevano notificare un decreto di estradizione in forza di accuse risalenti a più di trent’anni e riguardanti fatti a carattere politico, sopravvenuti nel contesto dei movimenti sociali radicali degli anni settanta in Germania.

    ScrivendoLe, signor Presidente, ci siamo fatti divieto di far valere come argomenti i nostri affetti e i nostri specifici giudizi di valore sui contesti storici e sociali e a fortiori sulle persone: ci siamo imposti di attenerci qui alla sola lettera del diritto.

    Con questa decisione che spetta esclusivamente all’esecutivo, lo Stato di cui Lei è il primo magistrato, potrebbe a termine consegnare alla giustizia tedesca due persone in vista di un processo che si svolgerebbe ben al di là dei ‘termini ragionevoli’ richiesti per un ‘processo equo’.

    L’estradizione di Sonja Suder e Christian Gauger significherebbe comunque consegnarli a una lunga detenzione preventiva, dal momento che in forza delle disposizioni in vigore in Germania, rimangono pur sempre degli imputati in attesa di giudizio. Ci sembra inoltre importante ricordare che quest’uomo e questa donna hanno già sofferto di questa ‘giustizia che non rinuncia mai’.
    Nel 2001 infatti, la Sezione istruttoria della Corte d’Appello di Parigi li ha dichiarati non estradabili poiché la Germania imputava loro fatti prescritti in diritto francese. Ciononostante, questa stessa sezione li ha giudicati estradabili per gli stessi fatti, sulla base della Convenzione di Dublino, appena introdotta, secondo la quale i dispositivi di prescrizione che governano l’estradizione sono ormai quelli del paese richiedente. Orbene, l’applicazione di questa convenzione al caso di Sonja Suder e Christian Gauger calpesta due principi essenziali dei diritto: ‘l’autorità della cosa giudicata’ e il carattere non retroattivo dei testi repressivi allorché essi aggravano la situazione degli imputati.

    Non possiamo credere, signor Presidente, che Lei non applicherà a queste due persone il criterio che ha pubblicamente difeso. Tanto più che esse rientrano pienamente nella ‘clausola umanitaria’ prevista dai testi internazionali. Non fosse che per questi due motivi, s’impone l’annullamento dei decreti di estradizione nei confronti di Sonja Suder e Christian Gauger.
    Ci sembra inoltre signor Presidente che da questo principio di ‘civiltà giuridica’ che la Francia rivendica, derivi inoltre la decisione di non procedere a nessuna estradizione per fatti risalenti a più di un quarto di secolo.

    Ecco quello che volevamo dirLe signor Presidente, noi che siamo oggi inquieti per le minacce che pesano sulla vita di Sonia Suder e Christian Gauger.
    La ringraziamo dell’attenzione che vorrà riservare al nostro appello.

    Parigi, 5 novembre 2009

    Jean-Michel Arberet

    Emmannuelle Bastid

    Jean-Pierre Bastid

    Claire Blain-Cramer

    Gilles Berard

    François Chouquet

    Guido Cuccolo

    Claudio Di Giambattista

    Aitor Fernández-Pacheco

    Claudio Ielmini

    Mouloud Kaced

    Janie Lacoste

    Ezio La Penna

    Lucia Martini-Scalzone

    Elda Necchi

    Isabelle Parion

    Claudine Romeo

    Luigi Rosati-Elongui

    May Sanchez

    Oreste Scalzone

    Gianni Stefan

    Hanlor Tardieu

    L’indirizzo email per sottoscrivere la lettera è: contact@stopextraditions.info

    • "Ciò che si sa, è che il loro coinvolgimento nei procedimenti penali contro le RZ (sui gruppi Revolutionäre Zellen e Rote Zora si è detto nel post sul caso Thomas Kram), è dovuto alle dichiarazioni del 1978 di un altro militante, Hermann Feiling.

      Hermann Feiling, all’epoca studente di 26 anni, venne colpito dall’esplosione di una bomba che era destinata al consolato argentino di Monaco per protesta contro la feroce repressione scatenata dalla dittatura militare. Quel 23 giugno 1978, l’esplosivo, che avrebbe al più rotto qualche mattone del muro consolare, lo ridusse in fin di vita.

      Il suo ‘interrogatorio’ cominciò meno di 24 ore dopo le operazioni chirurgiche d’urgenza che dovette subire. Le autorità volevano approfittare della situazione per “penetrare nelle Cellule Rivoluzionarie” -come dichiarò il Procuratore federale Kurt Rebmann in una conferenza stampa il 4 luglio- di cui conoscevano poco o niente. Ti è esplosa una bomba sulle ginocchia: hai perso le gambe (amputazioni sopra la coscia), e gli occhi (estrazione dei bulbi oculari). Sei rintronato, letteralmente (epilessia post-traumatica), e i tuoi sensi sono alterati (lesioni cerebrali alla funzione della memoria). Un essere umano in queste condizioni ha bisogno di aiuto, di cure, di protezione.
      Negargliele per intero, esercitando un potere assoluto sulle sue condizioni, è un trattamento inumano. Nel buio in cui hai paura di essere abbandonato, qualcuno ti fa capire di volerti aiutare, di essere dalla tua parte.

      Sei circondato solo da investigatori, procuratori, guardiani e personale medico, ma hai sentito un nome che credi sia del tuo avvocato, e quelli sono tutto il ‘tuo’ ambiente sociale che ti ‘sostiene’, l’unico contatto che ti racconta il mondo che non vedi più. Hai un male cane, ti riempiono di medicine (Dipidolor, a base di morfina, Valium a siringate) che ti rendono ancora più strano, ma ti alleviano il dolore, e loro ti parlano, ti chiedono. Così è stato ‘sentito’ Heiling, a cominciare dalla clinica universitaria in cui venne ricoverato d’urgenza, isolato per quattro mesi da ogni contatto con familiari, amici e difensori; questa misura di ‘Kontaktsperre’, usata nei regimi di reclusione più duri per i ‘terroristi’, non era neppure basata su un ordine di arresto, e addirittura ‘Der Spiegel’, il settimanale del gruppo Springer nemico giurato dei terroristi, se ne mostrò sorpreso."

      http://insorgenze.wordpress.com/2009/11/19/trentanni-dopo-ancora-due-estradizioni-la-vicenda-di-sonja-suder-e-christian-gauger/