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Sono con questa mia addirvi…Lettera aperta a SD
Publie le martedì 18 dicembre 2007 par Open-Publishingdi Raffaele Barki
E’ giunto il momento di fare chiarezza. Sono stato accusato da alcuni compagni di essere “demolitivo” nei miei interventi critici nei confronti di questa neonata confederazione. Ammetto di essere stato duro e sarcastico, ma rigoroso, nelle valutazioni e lo scopo era esattamente opposto a quello che mi si imputa. Chi mi conosce sa bene dove batte il mio cuore. Io desidero ardentemente e appassionatamente vedere nascere una vera, grande, unica, moderna forza di sinistra di governo che si fondi sui principi enunciati da Mussi il 5 maggio. Non intendo di certo offrire sponde ai talebani oppositori del processo unitario, cui non ho mai risparmiato aspre parole di condanna, pur non rinunciando a denunciare alcuni errori, potenzialmente fatali, dei miei compagni di viaggio. Il problema è che non condivido affatto il modo in cui si è arrivati all’assemblea dell’8 e 9 dicembre e non condivido la forma confederativa che tutti i membri del Comitato Direttivo, da Galardi a Zagato, da Mussi a Berlinguer, avevano, in passato, categoricamente escluso. Argomento di seguito, con la massima serenità e con la speranza che venga compreso lo spirito di questo intervento, che propongo anche a nome di numerosi compagni che vivono le medesime ansie, delusioni e perplessità.
• Sinistra Democratica si è costituita in forma associativa e non partitica per garantire la più ampia inclusività, dai socialisti a rifondazione, alla società civile, al mondo associativo e proporsi come promotrice di una costituente, cui tutti avrebbero potuto aderire come individui e non come organizzazioni portatrici di pesi politici e apparati, per colmare sul piano politico ed ideale lo spazio abbandonato, a sinistra del PD.
• Subito dopo il 5 maggio si sono costituiti nei territori i comitati promotori nei quali sono stati cooptati alcuni soggetti di alcune associazioni tra cui, a Milano, il sottoscritto. Da quel momento in poi, la stragrande maggioranza delle iniziative, con pochissime eccezioni, sono state organizzate dai coordinamenti provinciali e regionali, escludendo le associazioni, e firmandole con i simboli prima dei cinque? e poi dei quattro? partiti ( ma SD non è un movimento?), perchè si erano persi per strada (o li abbiamo persi) i socialisti. A Milano, a Napoli, a Firenze, a Roma ed altrove le associazioni hanno fatto rilevare l’incongruenza di questo comportamento e spesso si sono sentite rispondere che effettivamente un vizietto di forma c’era e che si sarebbe prestata più attenzione a rispettare i propositi iniziali. La verità è che si stava già delineando una linea partitista.
• Molti iscritti di SD e molti compagni delle associazioni, contrari a processi parziali ed escludenti come la federazione, si inquietavano e tentavano, nei pochi spazi concessi, di porre all’ordine del giorno la questione della forma politica, ma venivano sistematicamente ignorati ed esclusi, fino all’episodio paradossale accaduto a Milano il 2 dicembre ai cosiddetti stati generali milanesi, dove il report parlava di approvazione del documento finale per acclamazione, che non vi è stata, e che non riportava tutte le prese di posizioni contrarie a quel documento, per la costituente subito, che erano state espresse, prendendo la parola a forza.
• Passavano i mesi e le voci giravano in modo disordinato e contraddittorio fino all’annuncio ufficiale della convocazione degli Stati Generali della Sinistra, che, con quel nome, poteva essere interpretata come convocazione della “costituente”, ma subito dopo è arrivata la puntualizzazione che il nome esatto era Assemblea generale della Sinistra e pochi giorni dopo ancora una puntualizzazione…il nome era Assemblea della Sinistra e degli Ecologisti (molto espressiva dell’omogeneità). Questa assemblea avrebbe conclamato l’inizio del percorso unitario attraverso una federazione che si sarebbe presentata alle prossime amministrative consentendo ad ogni partito membro di esporre il proprio simbolo sotto quello, bruttino, della federazione e con una carta dei valori, un po’ generica, condivisa.
• Abbiamo pensato quindi che quella sarebbe stata la sede in cui finalmente si sarebbero potuti mettere a confronto due modi diversi di interpretare il processo e sottoporre al giudizio dei compagni le due posizioni ed invece, ancora una volta, nessuna possibilità di vero confronto. L’assemblea era blindata, nessuna possibilità di interventi non istituzionali, workshop impacchettati, presentazione di un simbolo già deciso e presentazione di una carta dei valori già scritta. Insomma abbiamo dovuto prendere atto che i quattro? segretari (ma Mussi non è coordinatore nazionale del movimento?) senza alcun mandato popolare e senza alcuna legittimità formale avevano partorito, anche a nome nostro, una forma pseudo-unitaria avente le caratteristiche opposte a quelle enunciate da Mussi e cioè con accesso esclusivo alle organizzazioni partitiche, lasciando fuori tutta l’area socialista, senza spazi per adesioni individuali, senza alcun potere dei singoli e delle associazioni di contribuire alla determinazione del progetto politico. L’unico modo per aderire a La Sinistra l’Arcobaleno è votarla o iscriversi ad uno dei partiti federati. Ma che roba è? Non pensate che un simile comportamento, così irrispettoso delle più elementari regole della democrazia di base possa generare rabbia, risentimento ed indignazione? Non vi ponete il problema che una ennesima imposizione verticistica possa spingere milioni di liberi elettori di sinistra a non capire e a disertare le urne piuttosto che subire l’ennesima ingiuria della casta? L’unica cosa che voglio sicuramente demolire è questo maledetto muro di gomma che continuate a porre tra voi e i cittadini. Io voglio una sinistra con dignità politica, credibile come alleata di una coalizione di centro-sinistra, vincente e di governo. Così come siamo, arriviamo ad un 7% scarso e siamo fuori da tutti i giochi futuri. Faremo una opposizione di facciata, senza alcuna chance di incidere. Altro che le chiacchiere su percentuali a due cifre.
• Molti di noi pensano che il consenso diffusissimo nel popolo della sinistra per una grande formazione di governo, possa tranquillamente permettere a Giordano e Mussi di aprire la costituente da soli, con chi ci sta, e che saranno comunque premiati da una valanga di voti. I burocrati della politica si porteranno dietro pezzi di apparato, ma non certo orde di elettori. Ma chi volete che vada dietro ad un importatore di mummie? La possibilità di cambiare il corso della storia della sinistra è concreta e reale, basta avere coraggio e se non credete sia vero, aprite una consultazione popolare sul quesito “federazione o costituente” e resterete impressionati dall’esito.
Lealmente,
Raffaele Barki