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Vi consiglio di leggere un libro bellissimo: “Sono proprio come noi” di Daniela de Robert, giornalista che e’ volontaria a Rebibbia da 20 anni. Il suo e’ uno sguardo sensibile e attento dall’interno di uno dei carceri peggiori del paese, quando gia’ il carcere e’ l’istituzione piu’ irrazionale e malsana d’Italia e rivela lo sprofondo di un paese, che si sforza di apparire civile e cristiano, ma che rivela una immensa totale disumanita’.
Nel carcere l’uomo non esiste piu’, precipita in una dimensione aliena e bestiale, sospeso tra la vacua attesa, l’insulto ai suoi diritti piu’ elementari e la lenta regressione dello spirito.
In Italia non c’e’ la pena di morte ma si e’ voluto fare del carcere un luogo di eterna agonia, fatto per uccidere l’uomo nell’uomo, l’istituto piu’ insensato del paese, dove nessuno presuppone una cura, una riabilitazione, un lavoro, una evoluzione, ma solo un inferno che porta alla degradazione totale e alla pazzia.
In un paese civile il carcere dovrebbe essere l’ultima istanza, pur restando il luogo dove il reo e’ riabilitato e preparato per meglio affrontare il rientro nella vita civile.
Ma di questo rientro nessuno si preoccupa. Sappiamo quanti detenuti tentino di uccidersi alla fine della pena, quanti, dopo la liberazione, presi dallo sconforto, richiedono di rientrare. Se dentro e’ l’orrore, fuori li assale il panico di un vuoto totale, di un totale niente, dove chi e’ marchiato e’ perduto.
Il carcere italiano nega ogni fondamento civile e umano. Nega la civilta’ minima europea. Se c’e’ un luogo dove le radici cristiane dovevano risplendere e’ questo! Non la Costituzione cartacea dell’UE!
Il carcere e’ un inferno sensoriale, morale e mentale, una realta’ disturbante e contaminante in cui i diritti basilari dell’uomo sono traditi e violentati, e la sua esistenza e’ tentata dall’annichilimento e dalla morte.
Uno stato civile dovrebbe usare la carcerazione sono come ultima ratio e, anche in quel caso, organizzarla ai fini di un recupero personale e sociale, nulla di questo orrore in cui le alterazioni mentali portano all’autolesionismo spesso mortale (50 morti l’anno) per quei disperati atti contro se stesso di cui nessuno parla.
La burocrazia folle, le regole ossessive e insensate, il sovraffollamento, la promiscuita’, il caldo torrido, le finestre che non si possono aprire perche’ bloccate dai letti a castello, il fetore, l’assenza di cure mediche o di assistenza morale e psicologica, l’abbandono.. quell’hotel a 5 stelle che il ministro Castelli scherniva perche’ era sicuro che non ci sarebbe mai andato...! Come sarebbe diverso il carcere se i politici non se ne sentissero immuni!
Qui l’unico scopo della pena sembra essere quello di reprimere, segregare, punire, colpire. Una societa’ educata alla vendetta e alla disuguaglianza manca di cura, aiuto, riabilitazione, prevenzione... E’ questa l’Italia per cui predica Radio Maria e per cui si muove l’Opus Dei?
L’inferno in terra e’ il regalo che uno stato che si presume civile da’ ai suoi membri piu’ deboli, poveri e indifesi, dopo averlo fatto crescere nella debolezza, poverta’, mancanza di tutele.
La civilta’ del diritto comincia dal lusso della difesa. Chi entra in carcere ha gia’ subìto una vita senza diritti e senza possibilita’, e’ stato gia’ condannato prima di ogni processo, e’ stato gia’ punito dalla mancanza di diritti. Prima della sua trasgressione c’e’ la violazione dello stato dei diritti della persona, la negazione della possibilita’ di esistere.
Nessun ricco va in carcere, nessun politico, nessun amico degli amici, nessun potente.
L’Italia e’ governata da una cricca di impuniti di rango, ben serrata nella difesa dei propri privilegi e ben attenta a garantirsi una integrale impunita’, indipendentemente dalle etichette politiche, ma che non e’ cosi’ scrupolosa nel garantire lo stesso diritto ai fuori-casta, ai senza-potere.
La Chiesa non e’ esclusa da questo privilegio odioso dell’impunita’ di una casta superiore e nega, persino a stati come gli USA, il diritto di processare e punire i suoi membri se colpevoli di turpi reati, anzi presta loro protezione e asilo, salvandoli dal giudizio ed escludendoli dalla pena. Essere prete e’ gia’ la prima condizione di una impunita’. Ma una societa’ che salva dalla pena i suoi colpevoli in virtu’ del loro ruolo o del loro potere e’ gia’ di per se’ una societa’ degenerata che continuera’ a perpetuare il male.
La piramide del potere e’ la piramide del privilegio. Avere potere cessa di essere un servizio per diventare un abuso che fa riscuotere privilegi illeciti che agli altri non sono concessi, e apre strade di favore che agli altri non sono aperte.
Poche migliaia di persone, laiche o ecclesiali, hanno costruito un eden per loro stessi e un inferno per tutti gli altri e non sembra che l’avvento di un nuovo governo stia cambiando questa mentalita’ feudale, anzi questo indulto cosi’ frettoloso, cosi’ improvvido, cosi’ privo di strutture di sostegno, cosi’ “benevolo” coi reati di chi in carcere non ci andra’ mai, ci sembra una pianta acida destinata a dare frutti acerbi e di breve durata.
Per questo ogni ulteriore difesa di chi condanna all’apartheid una intera nazione, ci trova cosi’ rabbiosi, ci fa traboccare di una misura ormai colma.
Dicono che un decreto, che avesse depenalizzato leggi inique come la Giovanardi e la Bossi-Fini o aggravante la recidiva come la ex-Ciriellia, avrebbe richiesto qualche mese in piu’ (e perche’ poi?), quando invece un indulto cosi’ fatto servira’ a poco e riportera’ in breve tempo in carcere tutti i disadattati che saranno usciti, con l’unica conseguenza certa di garantire l’impunita’ ai delinquenti eccellenti che in carcere non andranno comunque mai, ma a cui e’ tolta ogni possibile preoccupazione.
Il diritto, applicato in un modo tanto barbaro, e’ un imbroglio, una gravissima violazione della giustizia e calpesta il principio 1° di una democrazia: l’eguaglianza di tutti di fronte alla legge.
Lo sappiano i cittadini comuni che si credono al sicuro: che diventare detenuti e’ piu’ facile di quanto uno creda, basta un errore giudiziario, un processo in cui le parti abbiano sperequazione di difesa, e una sia un nessuno qualunque e l’altra un membro del potere, e non abbia il retroterra giusto della casta dominante e le sue omerta’. Lo sappia, il cittadino comune, che e’ a rischio totale! Lo sappia che e’ col “Signor Paura” che un regime iniquo governa i cittadini, illudendolo che con l’inasprimento delle pene avra’ piu’ sicurezza. Ma lo Stato che governa con la Paura e con la Pena e con la Disparita’ garantisce solo il Regresso e la Barbarie.
Forse il cittadino comune ignora che il divieto del carcere preventivo e la presunzione di innocenza fino alla condanna di 3° grado non vale per tutti, ma solo per Dell’Utri, e che la legge fatta da Berlusconi che applica gli arresti domiciliari a chi abbia piu’ di 70 anni non si applica a chi non si chiama Previti perche’ il procuratore che puo’ richiedere i domiciliari li riserva ai detenuti eccellenti.
A Rebibbia, per es., la giustizia ha “dimenticato” un detenuto di 85 anni. Dove sono per lui i domiciliari? Tanzi e Vittorio Emanuele li chiesero subito per “motivi di salute”. C’e’ un vecchio carcerato che ha perso 30 kg, e’ quasi cieco, sempre a letto o sulla sedia a rotelle e non prende aria da piu’ di un anno. Non e’ previsto che sia curato o aiutato. Il suo custode e’ un compagno di cella, con 3 infarti e il cuore al 65% necrotico, un altro malato dimenticato, che lo imbocca, lo accompagna al cesso...nessuno chiede per loro arresti domiciliari “per motivi di salute”. Non ci sono i “motivi di salute” per il carcerato comune, anzi non c’e’ nemmeno la salute, in violazione dell’articolo 32 della Costituzione.
Sempre a Rebibbia, Cinzia sta morendo di aids, non la ricoverano nemmeno, e’ in cella assistita dalle compagne. L’anno scorso una ragazza di 21 anni, malata come lei, e’ morta per la varicella contratta in carcere.
Da sempre si porta avanti invano la battaglia per il riconoscimento del garante dei diritti del detenuto ma ci sono carceri dove il garante non puo’ nemmeno entrare.
Al potente si riconoscono automaticamente cosi’ tanti diritti che il suo reato e’ premiato con altri abusi di stato. Chiamarli mafiosi e’ poco, Ma al garante e’ negato fin l’ingresso al carcere, mentre per l’onorevole eccellente la visita e la protezione degli amici onorevoli e’ la prassi.
Nemmeno la sinistra si e’ battuta per l’uguaglianza. Quanta ipocrisia si sta rivelando nelle sue promesse, nell’uso distorto della propaganda, e quanta ipocrisia si rivela nei falsi cristiani, nei falsi progressisti, nei falsi riformatori! Non c’e’ alcun progresso all’orizzonte, nessuna cristianita’, nessuna civilta’, nessuna evoluzione, nessuna riforma degna di questo nome e che invece non celi altri abusi legittimati! C’e’ solo una irrimediabile, progressiva, paurosa, omologa, degradazione.
Ci sono diritti, come la salute, che non possono essere negati a nessuno, o si sfiora la tortura. Il buon Castelli addirittura ridusse le spese sanitarie ai detenuti! Era uno di quelli che sventolava crocifissi e parlava di civilta’ superiori! Cosa avrebbe fatto al Cristo condannato da Caifa se lo avesse avuto tra le mani?
Quando Previti fece il suo unico giorno di carcere, ebbe una cella speciale, dove si lamento’ pure per la mancanza della tv satellitare, ebbe un menu’ speciale, fatto arrivare apposta per lui, fu immediatamente visitato da sciami di parlamentari desiderosi di porgere i loro rispetti, al punto che il direttore dovette prevedere turni speciali per regolare l’affollamento delle auto blu... ma i detenuti “normali”, che non godono di ricchezza e potere sono ignorati dalla legge, non sono scarcerati per limiti di eta’ o gravi condizioni di salute, per ogni minimo permesso devono avanzare richieste lentissime, estenuanti, spesso inevase: le “domandine”.. per comprare il francobollo, mandare una lettera, fare un regaletto al bambino, ricevere una visita, parlare a un avvocato, comprare una medicina, vedere l’ultima volta la madre che muore...per la cosa piu’ insignificante migliaia di “domandine” lentissime, ripetute, ossessive, capillari, frammentate, che si impaniano, si arrestano, scompaiono, si perdono nei meandri di una burocrazia kafkiana, incomprensibile, insensata...
Quante “domandine” avra’ fatto il Senatore Previti per avere tutto e subito nel suo unico giorno penitenziario, mentre l’indignazione dei “bravi” forzisti saliva alle stelle?
In Parlamento la cocaina gira a tal punto che i portieri conoscono i “postini” e li fanno passare senza permesso. Se il figlio di un onorevole, in stato di alterazione da coca, distrugge la macchina e ammazza la donna vicina a lui, non si apre nemmeno una inchiesta. Se un premier “ospita” uno dei maggiori mercanti di droga e questa arriva a fiumi alla sua villona, la polizia deve chiudere tutti e due gli occhi. Ma, ora, per 10 spinelli si puo’ finire in carcere per semplice possesso, 15.000 carcerati, e il centrosinistra che fa? Non sospende questa ingiustificabile pena. Da’ l’indulto ai tossici oggi per riprenderli con la stessa legge domani. Assurdo! Quale senso umano di cristianita’ avranno gli onorevoli Fini e Giovanardi?
Il 43% dei detenuti sono stranieri. Quanti migranti sono dentro a causa delle conseguenze funeste della Bossi-Fini? Li porteremo fuori anche quelli senza cambiare la legge per rimetterli dentro dopo poco?
Tre detenuti su 4 hanno un basso o nulla livello di istruzione. Se solo il carcere desse loro una scuola! Una applicazione di lavoro! Un’attivita’ socialmente utile! Un modo qualsiasi di evoluzione e miglioramento!
“Le nostre carceri sono cassonetti sociali, pieni di persone "stonate", che come i rifiuti vengono gettati via e allontanati dalla comunita’.”
” ..la maggior parte dei detenuti presenta un disagio aggiuntivo: tossicodipendenza, malattia, disoccupazione, alcolismo. In carcere non trovi grandi criminali, ma soprattutto i poveri, i disagiati, che violano le leggi a causa di problemi sociali che il carcere non sa risolvere e che, una volta scontata la pena, sono sempre li’ ad aspettarli. Un tossicodipendente in carcere non risolve niente.”
Adolfo Ceretti disse che quella detenuta era una "popolazione predefinita" fatta di immigrati, tossicodipendenti, malati psichici con comportamenti devianti; Candido Cannavo’ parlo’ di "pesci piccoli", Giuseppe Battaglia disse: il "destino sociale dei poveri sembra essere il carcere".
Negli USA va anche peggio: una casta di abbienti che difende la propria ricchezza e penalizza gli esclusi. Vogliamo prendere a modello il peggio? Vogliamo andare anche noi verso il peggio?
Il 95,2% dei detenuti sono uomini. Uno su 4 non ha una casa a cui tornare dopo scontato la pena. 7,5% sono sieropositivi, la meta’ ha contratto l’epatite B.
Quelli che oggi escono per la riduzione di pena spesso non hanno una famiglia, una casa, una possibilita’ di rientro, sono dentro da decine di anni, non sanno nemmeno com’e’ piu’ il mondo di fuori, non sanno prendere un treno, dove trovare una mensa dei poveri, un ricovero.. escono, lo mostrano le immagini, con le loro poche robe infilate in un sacco nero per i rifiuti, allo sbando. Quanto ci metteranno a tornare? E sara’ loro la colpa se ritorneranno?
Dice Daniela:” Il carcere disadatta alla vita, cambia la mente ma anche il corpo, disabitua alla normalita’. Chi vive per 10 anni in un carcere, non conosce piu’ la vita di fuori. Non riconosce la citta’. E’ sperduto. E’ disorientato. Non sa da dove cominciare. Spesso non ha nemmeno i soldi per un autobus...”.
L’indulto e’ stato veloce, non ha previsto nulla per il reinserimento.
A Roma il sindaco Veltroni ha predisposto qualcosa: un kit, delle 48 ore per loro: uno zaino, con asciugamani, biglietti dell’autobus, buoni mensa la guida ’dove mangiare, dormire, lavarsi’, prodotti di igiene personale. Li accoglie con un ’Piano cittadino operativo sull’indulto’, coordinato dagli assessorati alle Politiche sociali, del Lavoro e dal Garante dei detenuti. Ha attivato uno sportello per l’assistenza dei detenuti in uscita che non hanno più relazioni sociali e familiari. Il Comune mette a disposizione un numero di telefono per il pronto intervento nei casi d’emergenza. Le ferrovie dello stato daranno biglietti gratis. E’ poco, ma e’ qualcosa, e gli altri? Se per i mille di Roma vediamo qualche attivazione, cosa si fa per i 2000 di Milano? Per i 1.700 di Napoli? Cosa fanno la Moratti, la Iervolino.. per questa emergenza?
E la Chiesa cosa ha attivato per questa emergenza?
Se questa Chiesa ricchissima, potente, senz’anima, questa Chiesa che spende risorse enormi per adunate faraoniche, tour spettacolari, celebrazioni imponenti, imposizioni inquisitorie, facesse la minima parte di quanto ha fatto per la propaganda della propria immagine o per la campagna contro il referendum o il culto dei propri protagonisti, facesse la minima parte per l’accoglienza e l’aiuto dei diseredati ributtati nel ventre di una societa’ spietata...
Solo una percentuale piccolissima di detenuti e’ socialmente pericolosa. Ma quanti potenti e politici sono liberi, al potere, socialmente pericolosi?
L’indulto e’ stato escluso per i reati piu’ spregevoli come la pedofilia e la cosa ha un suo principio fondamentale di giustizia. Ci puo’ essere reato peggiore di chi violenta dei bambino? La cosa e’ a tal punto ripugnante che in carcere persino i detenuti aggrediscono un pedofilo. Eppure un amico di Berlusconi, un ex sindaco di FI, condannato per violenze sessuali su 32 ragazzini, e’ stato ritenuto degno di usufruire dell’indulto! Non diversamente la Chiesa perdona i sacerdoti piu’ indegni e colpevoli e li sottrae alla giustizia ordinaria. Quel forzaitaliota, Ermanno Capatti, ex sindaco di Montano Lucino, nel comasco, e amico di Comunione e Liberazione, fu condannato nel 2003 a 32 mesi di reclusione per violenze sessuali ai danni di 32 ragazzini nel suo ufficio, durante le ore di lezione, ma gli e’ bastato iscriversi a Fi per essere perdonato.
Direttore amministrativo di un istituto professionale uso’ il suo ruolo per intimidazioni e premi su ragazzi che avevano qualche problema per ricattarli e violentarli. Gia’ pensare che per questi atti che comportano anche la concussione, uno stato civile dia solo 32 mesi di pena è un’offesa al buon senso e che un partito come FI lo candidi e‘ anche peggio! E che Destra e Sinistra riunite rifiutano la proposta di Di Pietro di espellere dalla politica chi e’ condannato per gravi reati appare di una complicita’ spaventosa.
Dopo la denuncia di una delle vittime, in 20 giorni una microcamera nascosta ha ripreso l’incredibile: 27 rapporti sessuali con 12 studenti, quattro di 14 anni, tre di 15, uno di 16, tre di 17 e l’ultimo di 18. Per questo signore “di lusso” il pm chiese non il carcere immediato ma solo 16 giorni di arresti domiciliari. Ora l’indulto...
FI voleva che l’indulto cancellasse anche le pene accessorie. Nel caso in questione il pedofilo sarebbe tornato al suo ufficio scolastico a violentare i ragazzi.
Ma sembra che l’ordine si limiti a negare aborto, divorzio e Pacs.
Si difendano gli embrioni! Che agli uomini ci penseremo in un altro millennio!