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Spesa Proletaria?

Publie le martedì 9 novembre 2004 par Open-Publishing
5 commenti

Me lo chiedo ora,come me lo chiedevo 25 anni fa ai tempi delle manifestazioni violente e della politica degli opposti estremismi, a che serve crare disagi a chi già è socialmente disagiato?
A quei tempi ho visto personalmente dare alle fiamme delle utilitarie Fiat 127 e 500 oppure agli autobus di linea, che non mi sembra siano esattamente i simboli del potere.
Quelli erano i tempi dei movimenti punk, terza posizione ed altri gruppi impropriamente colorati di rosso e nero con jeans strappati e la t-shirt con la "A" stirata di fresco, che spessissimo sovrapponevano a questo onorato simbolo la vergogna di atti di stampo nazi-fascista.

Bloccare Via Tiburtina o Via Casilina che sono collocate in una zona di Roma tutt’altro che agiata, oppure "espropriare" beni di consumo esposti in un supermercato come "Panorama" inserito in un quartiere proletario o addirittura sub-proletario mi sembra abbia poco a che fare con le idee della sinistra, e sicuramente non disturba assolutamente la classe dirigenziale che è storicamente collocata in tutt’altri quartieri.

Questi atti, come quelli di venticinque anni fà, servono solamente ad offrire il fianco ai "benpensanti" della destra reazionaria filo governativa, conferisce loro un motivo concreto di affermare che la sinistra è composta di teppisti,ladri e di gente che sa solamente creare disordine e soprattutto rafforza la repressione poliziesca.
La popolazione non si conquista con questi "atti dimostrativi", bensì con una costante,perseverante e cosciente presenza continua nella scena politica del paese fatta di manifestazioni pacifiche, solidarietà sociale e programmi concreti.

Non mi stupirei se tra qualche tempo scoprissimo che all’interno di questo neo movimento pseudorivoluzionario ci sia lo zampino di qualche infiltrato.

Alex.

Messaggi

  • La classica posizione da vecchio Pci sugli "untorelli".
    con la differenza che con la vecchia DC qualche ipotesi di "compromesso storico" era pure pensabile, anche se poi falli’ miseramente.
    Una ipotesi di "compromesso" col Berluska e’ invece roba da fantascienza.
    E comunque, per vincere le elezioni, serve pure il voto degli "untorelli".

    Aladino Govoni

  • Tesi a dir poco fuori tempo quella di Alex.

    Tanto piu’ se si pensa che molti di quelli che Berlinguer defini’ "untorelli" e "diciannovisti" nel 1977 sono oggi dirigenti del D.S. o di Rifondazione o della CGIL.

    Mentre alcuni che sostenevano in modo viscerale le tesi di Berlinguer ( Ferrara, Duccio Trombadori, Renzo Foa, Adornato) sono oggi autorevoli esponenti della banda Berlusconi.

    Del resto Nunzio D’Erme o i Disobbedienti di Action non hanno una delega specifica nella giunta di Veltroni ?

    Facciamola finita con le dietrologie alla Flamigni e affrontiamo i fenomeni sociali e politici per quello che sono.

    Aladino Govoni

  • SUPERMERCATO
    «La spesa proletaria? Hanno rubato telefonini e hi-fi»

    ROMA - Hanno raccontato un mucchio di bugie. Tutti. I no global e anche i clienti, che spingevano via i carrelli carichi, con la testa china e lo sguardo eccitato, mentre uscivano sul piazzale del supermercato «Panorama», dove via Tiburtina comincia ad avere i suoi palazzi più alti e popolari, dove nel sabato pomeriggio della gente di Pietralata, oltre trecento antagonisti, a volto scoperto, hanno riproposto un rito antico, da anni Settanta: la «spesa proletaria». Ma quale «riappropriazione dal basso dei beni primari». Ma quali «nuovi diritti per i preca-ri», quale «elargizione gratuita di medicine e libri». Ciò che è realmente accaduto sabato scorso in questo gi-gantesco supermercato, farà - forse - venire i brividi a Luca Casarini e Francesco Caruso, i grandi capi del movimento antagonista.

    Le testimonianze sono numerose. Facce ancora allibite di commessi e commesse. Che chiedono di restare anonimi - «qui, chi infrange le regole, viene licenziato con una certa facilità...» - e che poi però parlano, rac-contano, ricordano. «Ce li siamo trovati davanti all’improvviso». Chi? I no global? «No, non loro: i no global e-rano al piano inferiore. Quelli che ci sono arrivati addosso, come cavallette impazzite, erano proprio i clienti». Età? Uomini? Donne? «Impossibile, fare una distinzione. Giovani e anziani, maschi e femmine. Ma tutti con gli occhi di fuori».

    Reparto «telefonia cellulare». «I sei telefonini che teniamo esposti sono spariti in un secondo, forse meno. Poi mi sono trovata davanti gente che mi ordinava la consegna e...». E cosa? «Beh, tre, quattro persone erano lì, che mi chiedevano addirittura un particolare modello di cellulare che, detto, per inciso, noi neppure abbiamo ancora in vendita».

    Reparto «Hi-fi»: stereo, dvd, televisori. «Si sono portati via qualsiasi cosa. Ad un certo punto, li ho sentiti urla-re, i nostri clienti sembravano impazziti. E ci ho messo un bel po’ a spiegarglielo...». A spiegargli cosa? «Che non abbiamo tanti televisori con lo schermo piatto...».

    Reparto «abbigliamento»: scarpe Nike, Adidas, e giubbotti di pelle. «Arrivavano come invasati. Prendevano tre, quattro, cinque paia di scarpe senza neppure badare al numero. Poi hanno tolto i giubbotti di pelle, ed è pelle buona, eh... dalle stampelle, e non se li misuravano neppure... arraffavano e via, giù verso la scala mobi-le».

    E giù, al piano terra, dove c’è la zona alimentare e proletaria - appunto - cosa accadeva? Risponde un altro commesso: «Razziati pochi pacchi di pasta, di caffè... qualche decina di bottiglie di vino, di salame sottovuoto, di biscotti e di marmellata. Diciamo che è stata una spesa piuttosto... tecnologica».

    Il direttore del supermercato non c’è, le sue segretarie dicono che è fuori per lavoro. Tuttavia, fin dalle prime ore, la sua posizione è parsa chiara: voglia di minimizzare, di comprendere, di dimenticare. Paura, soprattutto, di trovarsi qualche plotone di no global come «cliente» fisso.

    Lunedì mattina tranquillo. I commessi che raccontano e ancora rabbrividiscono e la gente che cammina tra gli scaffali e scuote le testa. La signora Rosa Piermarini, 61 anni, pensionata: «I no global? Hanno capito che noi non arriviamo alla fine del mese». Il signor Paolo Lucarelli, 59 anni, operaio: «Ma lo sa, il governo, quanto co-sta un litro di latte?». Serena Gambino, studentessa: «Vivo di insalata. La spesa proletaria può essere giusta».

    Solo che quando gli hanno chiuso le casse e aperto le porte, sono corsi tutti su: a prendersi la play-station.

    Fabrizio Roncone


    dal "corriere della sera" di ieri

  • *Gentile attenzione direzione generale Libreria Feltrinelli Largo Argentina
    *

    _per conoscenza alla stampa
    Gentile Giuliana Dolci,

    dalla stampa abbiamo appreso che la libreria Feltrinelli sta procedendo
    all’inventario dei danni subiti in relazione ai fatti di sabato 6
    novembre scorso. Desideriamo informarla che laddove riscontrasse la
    mancanza di libri appartenenti alle nostre edizioni, siamo disponibili a
    considerarli copie omaggio inviate alla libreria. Provvederemo, quindi,
    ad avvertire il nostro distributore e la nostra rete vendita della
    decisione. Auspicando che altri editori assumano la nostra stessa decisione, vi auguriamo buon lavoro.

    DeriveApprodi, Coniglio Editore, Manifestolibri


  • ERA GIA’ SUCCESSO A MILANO UNA SETTIMANA PRIMA, MA EVIDENTEMENTE NON SE N’ ERA ACCORTO NESSUNO, NE’ IL GOVERNO, NE’ IL SINDACO ALBERTINI, NE’ FASSINO NE’ BERTINOTTI.

    E NEMMENO I "MORALISTI" DEL MOVIMENTO.

    FORSE PERCHE’ NON SI TRATTAVA DI DISOBBEDIENTI E NON SI POTEVA DARE LA COLPA A TONI NEGRI.......

    OSVALDO

    LA DIGOS HA IDENTIFICATO GIOVANI CHE AVEVANO FATTO LA ’SPESA’ A
    ESSELUNGA

    Milano, 11 nov. (Adnkronos)- La Digos di Milano ha identificato
    e denunciato 21 aderenti ai centri sociali che sabato 30 ottobre,
    avevano ’’invaso’ l’Esselunga di via De Angelis, all’angolo con via
    Ripamonit a Milano. I disobbedienti avevano preso dagli scaffali
    generi alimentari e bevande e pretendevano di coinvolgere nella spesa
    proletaria clienti del supermercato e gli addetti alle casse.

    In un caso una vigilante era stata colpita con un’ombrellata
    mentre tentava di fermare un uomo che si era impossessato di alcune
    confezioni di carne. Per la donna c’era stata una prognosi di sette
    giorni. I disobbedienti sono stati denunciati per manifestazione non
    autorizzata, violenza privata, furto, appropriazione, indebita,
    danneggiamento e minacce aggravate.Si tratta di 20 uomini e una donna,
    tra i 19 e i 35 anni, e appartenenti al centro sociale, nella maggior
    parte dei casi, ’Pergola Reload’ e al centro sociale collettivo
    monzese.

    Il 30 ottobre scorso un’ottantina di manifestanti erano arrivati
    con un furgone con l’effige di San Precario all’interno del
    supermercato. Avevano legato alcuni carrelli tra loro e avevano avuto
    discussioni, anche violente, con gli addetti alla vigilanza. Durante
    la spesa proletaria erano state aperte anche diverse bottiglie di
    spumante per festeggiare l’esproprio proletario.
    (Gio/Lr/Adnkronos)
    11-NOV-04 12:16