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"Spirit of Humanity": ecco di seguito il breve resoconto di Francesco Caruso
Publie le mercoledì 14 gennaio 2009 par Open-PublishingEcco di seguito il breve resoconto che Francesco Caruso ci ha inviato da Cipro. Unico italiano membro di una spedizione di circa trenta pacifisti che malgrado i divieti di Israele stanno cercando di raggiungere via mare la Striscia di Gaza, carichi di aiuti umanitari.
Il 12 gennaio alle ore 15 è salpata da Cipro, dal porto di Larnaca, la nave dei pacifisti "Spirit of Humanity" - organizzata dal coordinamento internazionale FREE GAZA MOVEMENT - carica di aiuti umanitari per Gaza.
Malgrado le condizioni meterologiche avverse, si è deciso di intraprendere ugualmente la missione su indicazione dei volontari già presenti a Gaza, per cercare minimamente di far fronte alla mancanza cronica di cibo e medicinali in tutta la Striscia di Gaza.
Il mare agitato e un avaria al motore hanno, dopo 4 ore di navigazione, imposto alla nave di tornare indietro sui propri passi e rientrare in nottata nuovamente nel porto di Larnaca, dopo essere stata alla deriva per diverso tempo.
Un’esperienza terribile sulla nave tutti vomitavano in continuazione e l’acqua entrava da più parti. Nei momenti più drammatici, con la nave alla deriva in balia delle onde sempre più forti, ho pensato alle centinaia di migranti che ogni giorno sono costretti a fare viaggi terribili e assurdi per raggiungere le coste della Fortezza Europa.
Il problema è che nessun armatore ha voluto noleggiarci una nave, nel momento in cui abbiamo spiegato la nostra destinazione e così abbiamo dovuto acquistare un battello turistico, adatto ai giri delle isole greche non certo a questo tipo di traversate lunghe 22 ore, in alto mare. Malgrado questo, domani probabilmente partiremo nuovamente per Gaza con la nostra nave, la "Spirit of Humanity".
La comunicazione formale delle autorità israeliane che, tramite le autorità cipriote, hanno fatto presente che non permetteranno l’attracco "con ogni mezzo necessario" non ci intimorisce, in quanto questo sarebbe un chiaro atto di illegalità in quanto non navigheremo mai in acque israeliane.