Home > Stavolta non votiamo.
Mentre la crisi economica approfondisce i suoi effetti e migliaia di persone perdono il proprio posto di lavoro per gli effetti della crisi il sistema politico italiano si ritrova in una profonda crisi e un’evidente impasse. Il caso del Decreto "ad listam" varato dal governo Berlusconi per salvare solo le proprie liste e i propri candidati - Sinistra Critica viene ad esempio ignorata in Umbria, come altre liste in diverse regioni - è solo la spia più arrogante e violenta, sul piano istituzionale, di una politica intenta a salvare sé stessa e che non ha nulla da offrire a milioni di lavoratori e lavoratrici.
Se infatti il governo Berlusconi punta con politiche razziste e progressivo smantellamento dei diritti di lavoratrici e lavoratori ad incentivare una guerra tra poveri per scaricare la crisi sulle/sugli stesse/i, il Partito democratico non è più nemmeno in grado di elaborare una visione alternativa che non sia l’astratto rispetto delle regole. Liberismo sociale, subordinazione ai poteri forti, leggi l’instabile capitalismo italiano, generico progressismo sono le espressioni con cui Bersani cerca di recuperare il terreno perduto. La prospettiva strategica di alleanza con l’Udc di Casini descrive lo scopo.
Di contorno L’Idv, pur portando avanti giuste battaglie di trasparenza e democrazia, rimuove la drammatica questione sociale posta dalla crisi, mentre Sinistra ecologia e libertà e Federazione della sinistra continuano a percorrere la stessa strada che ha portato la sinistra alternativa ad uscire dal parlamento: quella del meno peggio ad ogni costo.
Di fronte a tale scenario abbiamo proposto a tutte le forze politiche e sociali della sinistra alternativa di costruire un terzo polo, un polo antiliberista e anticapitalista, alternativo al Centrodestra e al Centrosinistra, che utilizzasse le elezioni per far vivere i contenuti sociali dei movimenti, assenti dai progetti politici delle due coalizioni. La subordinazione al Pd da un lato, e un settarismo che alla fine non ha prodotto nulla, dall’altro, hanno impedito a questa prospettiva di affermarsi.
E quindi, mentre un intero sistema, politico, istituzionale, economico, galleggia alla meno peggio continuando a produrre danni sociali , l’alternativa politica non esiste. Questa constatazione non ci spinge alla depressione ma semplicemente ci esorta a impegnarci a fondo per farla emergere. Far emergere una sinistra nuova, anticapitalista, ecologista, femminista, internazionalista che dia senso alla voglia di cambiamento, che offra una coerenza duratura a chi chiede un sovvertimento dell’esistente. Una sinistra nuova, giovane, capace di guardare al futuro e di fondare la propria forza sul protagonismo dei soggetti in lotta: i lavoratori, le donne, i migranti, gli studenti, i comitati ambientalisti, i gruppi di solidarietà, fino coloro che si battono per una democrazia radicale. Occorre oggi ripristinare quello che Gramsci definiva lo spirito di scissione: staccarsi dall’egemonia dominante, compresa la logica del meno peggio, per costruire un’altra politica, un’altra logica e un’altra prospettiva rispetto a quelle viziate offerte dall’attuale gioco politico. Occorre pensare a obiettivi rivoluzionari tali perché capaci di riformare in profondità il sistema: vietare i licenziamenti, ridurre l’orario di lavoro, istituire un salario minimo, affermare il vincolo ambientalista contro le speculazioni, rinsaldare i beni comuni, rilanciare diritti fondamentali come l’istruzione, la salute, la pensione, smantellare il militarismo e la logica di guerra, difendere le libertà e l’autodeterminazione di ognuno e ognuna.
E’ con questa prospettiva che dunque questa volta noi non votiamo, non li votiamo. Non per rifugiarci in un astensionismo salvifico o astratto ma per costruire un’altra politica e un’altra prospettiva. Per rilanciare la proposta di una Coalizione alternativa fatta di forze diverse ma accomunate dalla distanza da un sistema in crisi e dalla volontà di dare forza e organizzazione al protagonismo sociale.
Sinistra Critica - Organizzazione per la Sinistra Anticapitalista
Messaggi
1. Stavolta non votiamo., 9 marzo 2010, 19:51
Un’idea eccellente, non votare e poi lamentarsi per 5 anni che la destra fa quello che vuole perchè ha maggioranze strabordanti. Veramente un’eccellente idea per dei piagnoni professionisti!michele
1. Votiamo PRC dove si presenta da so, 9 marzo 2010, 20:10
A mio parere la strategia migliore per far capire a Ferrero & co. che sbagliano a perseguire a oltranza la linea dell’alleanza col PD è votarli solo dove si presentano da soli (Lombardia, Campania) e non votare affatto (o votare per partiti "terzi" - come Alternativa Comunista in Puglia) nelle altre regioni. Così facciamo in modo che capiscano che i loro elettori chiedono una svolta.
2. Stavolta non votiamo., 10 marzo 2010, 19:48, di Enrico Biso
Caro Michele, tralasciando il piagnoni professionisti, che se dovessi tenere in considerazione, farebbe scadere la discussione, ti dico invece perchè a mio modesto parere la destra ha avuto come dici tu, maggioranze strabordanti.
La destra fino ad oggi, fa quello che vuole, perchè è stata culturalmente e politicamente egemone, grazie agli eletti di un centrosinistra che hanno rincorso le parole d’ordine ed i concetti proposti dalla destra.
Voti alle missioni di guerra, privatizzazioni, precarietà del lavoro, cpt per immigrati, mancanza di leggi per i diritti civili, e tanto altro ancora.
Oggi, questo centrosinistra continua imperterrito, come se nulla fosse, a seguire queste fallimentari pratiche e candida per le regionali, la Bonino nel Lazio, in Toscana propone di aprire i cie, in Campania candida De Luca, in Piemonte vuole la TAV, in Liguria e non solo imbarca l’UDC, e tante altre miserie della politica succube delle destre.
Il tutto viene contrabbandato per essere alternativo alle destre, ma in realtà, questo fare, apre invece sempre più spazi alle destre.
La firma di Napolitano al d.l. per tentare di riammettere il pdl nel Lazio, la dice lunga sull’essere alternativi alle destre, questo centrosinistra non merita nessuna fiducia.
I comunisti e gli anticapitalisti, dovrebbero a mio giudizio rompere con queste pratiche, con il dover subire i ricatti della confindustria, e proporre politiche altre,tornare a lottare dal basso e porsi il problema del come rappresentare quella che dovrebbe essere la propria classe di riferimento.
Altro che essere codisti con il centrosinistra, si tratta di non continuare a stampellare l’interclassismo.
Nelle istituzioni, i comunisti dovrebbero andare per essere megafono delle lotte e delle istanze concrete, invece se si è alla mercè del centrosinistra si ingoiano rospi a più non posso, e giustamente si perde di credibilità.
Serve un nuovo inizio, rompere con pratiche perdenti, ed intraprendere svolte che indichino l’alternativa di sinistra possibile.
Il sostenere il meno peggio, deve sparire dal nostro orizzonte,le politiche succubi del centrosinistra e dell’udc, sono nuovo carburante per il carrozzone Berlusconiano.
Il bilancio politico del già visto, è sotto gli occhi di chi vuole vederlo, ma appunto, bisognerebbe volerlo vedere.
Tutto questo con i piagnistei ha ben poco a che vedere, non credi?
Con l’occasione ti invio il mio saluto.
Enrico Biso
2. Stavolta non votiamo., 10 marzo 2010, 21:03
Sono sicuramente d’accordo con te sugli errori della sinistra che sono sicuramente enormi ma non andare a votare mi ricorda quel tale che per fare dispetto alla moglie se lo tagliò. Piuttosto chiediamoci perchè l’incultura della destra è preponderante nel paese e se lo è veramente, chiediamoci se tanti anni di cattiva televisione ( a partire da Drive In) non hanno creato un modello negativo, se le scuole e l’informazione diffusa( siamo il paese che legge meno)non siano un antidoto al provincialismo che attanaglia il paese,se la diffusione della cultura informatica non possa rendere il popolo più partecipe delle decisioni del paese. Chiediamoci cosa ha reso gli italiani piccoli, gretti, spaventati per non dire terrorizzati,provinciali( bè quello lo siamo sempre un pò stati), così creduloni da prendere sul serio un personaggio deriso ovunque nel mondo. Ma tutto questo è possibile restando a casa a postare su blog che sono quasi riserve indiane? Oppure è meglio eleggere oggi il meno peggio e cercare di far entrare in politica personaggi di autorevolezza ed onestà indiscussa( e, credimi, ce ne sono) partecipando alla vita di questi partiti?Liberarsi di Berlusconi non è forse il primo passo per liberarsi di quel complesso di virtù negative che vanno sotto il nome di berlusconismo?Continuando a far vincere Berlusconi non pensi che il berlusconismo da modello egemone(ma io ho i miei dubbi che lo sia)possa diventare totalitario? Pensi che gli anticorpi dell’antifascismo iniettatatici nel dopoguerra siano ancora efficaci? michele
1. Stavolta non votiamo., 10 marzo 2010, 22:14, di Enrico Biso
Liberarsi di Berlusconi per me significa liberarsi delle politiche Berlusconiane, e le politiche Berlusconiane sono politiche di destra, reazionarie e facenti gli interessi delle classi al potere in Italia.
Ci si può liberare con le lotte e con l’indicare proposte alternative culturali e politiche.
Ti sembra che questo sia il centrosinistra oggi?
O fose forse il centrosinistra oggi porta avanti politiche moderate che rincorrono il Berlusconismo?
Il voto, e l’istituzionalismo come feticcio sono la stessa cosa?
Io penso di no, e se non si ha il coraggio di andare controcorrente contro le politiche di destra e si scimmiottano le stesse politiche, si è perdenti anche se si arriva all’80%.
Il non essere più riconosciuti come alternativi, il non voler mettere in discussione il modello capitalista, generatore di ingiustizie e sofferenze, il votare contro, il votare il meno peggio, trova nell’oggi il visibile risultato.
Le domande che tu poni sull’informazione manipolata hanno bisogno non di scimmiottamenti politici, non di spartizione di poltrone, ma di autorganizzazione e di partecipazione.
Scorciatoie io non ne vedo.
Questo centrosinistra che imbarca l’udc, che simbolicamente propone la Bonino, che va contro i movimenti ambientalisti, che vorrebbe tagliare le pensioni ( se potesse farlo), che non si oppone allo snaturamento dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, che inciucia in Parlamento,che propone sbarramenti elettorali e pratica i modelli maggioritari, è il modello da premiare?
Se si, votarlo ha un senso, se no, diventa il voto del Tafazzi, che da solo, se ne dà veramente tante..........................................................
Io nel Lazio dovrei votare la Bonino, il suo essere per le privatizzazioni selvaggie, il suo essere a favore delle "missioni di pace"(leggi guerra imperialista), il suo essere a favore delle politiche israeliane e contro l’autodeterminazione del popolo Palestinese, il suo essere interclassista, e tanto altro.
E questo ti sembra possibile?
E la prossima volta che faranno candideranno Fini in versione antiberlusconi, un tempo si diceva non voglio morire democristiano, oggi si vuole essere ben visti da confindustria e Vaticano, si è non poche volte più realisti del re in persona.
Il menopeggio porta al peggio, si può fare, per carità, ma permettimi però di poter dire, non in mio nome.
Di cose per cui scandalizzarsi questo centrosinistra ne è pieno, oserei dire strapieno, e l’indicarlo come possibile alternativa, nel 2010 dopo anni di politiche arcobaleniste arrendevoli, vorrebbe dire far finta che nulla sia accaduto in questi anni, chi ci crederebbe di coloro che si pongono il problema di non pagatre i costi di questa crisi economica generata dalle classi agiate?
Io credo ben pochi, non vale la pena di metter la testa sotto la sabbia, ma di guardare in faccia la non entusiasmante realtà politica dell’oggi.
Di tornare ad essere credibili, di saper indicare un’alternativa possibile.
Con Casini, Veltroni, Bersani, Rutelli, e compagnia brutta?
Enrico Biso
2. Stavolta non votiamo., 12 marzo 2010, 09:29, di cosimo
Inutile riscrivere anche qui sopra la storia di Rifondazione Comunista partito vergognoso sia ai suoi vertici quanto nella sua base , neanchio andrò a votarare sono incazzatissimo.
Francamente da delegato nazionale mi ritrovo persino in lite con i compagni piu volenterosi e capaci.
Purtroppo non ho mai fisicamente partecipato ai congressi se non nei suoi direttivi con i compagni che conoscono Troscky .
Di Ferrero la sua segreteria che avrebbe voluto chiudere Liberazione ne ho gia le scatole piene .
Io di darmi da fare se non scrivendo direttamente seguendo la via informatica piu chiara..... Non vedo altra soluzione , ho la netta sensazione che si travisi sempre tutto .