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«Stop alla politica xenofoba» La società civile contro il governo
Publie le mercoledì 4 febbraio 2009 par Open-Publishing1 commento
«Stop alla politica xenofoba» La società civile contro il governo
di Cinzia Gubbini
Le fiaccole dei medici a Montecitorio. I giuristi democratici riuniti alla fondazione Lelio Basso. L’appello delle associazioni cattoliche. Il pacchetto sicurezza (l’ultimo pezzo) oggi approda al Senato e le organizzazioni della società civile sono in fibrillazione. Chi vive ogni giorno a contatto con le persone immigrate - i medici negli ambulatori, le associazioni del terzo settore nelle strade, i magistrati e gli avvocati nelle aule di tribunale - lancia l’allarme senza mezzi termini: il complesso di norme che sta per essere approvato è inutile. Anzi, è dannoso. Non fermerà l’immigrazione irregolare, peggiorerà la situazione di chi vive in clandestinità, e aprirà un vulnus irreparabile che prima o poi coinvolgerà anche gli italiani che vivono in situazioni giusto un po’ più svantaggiate della media. Se per l’associazione Sant’Egidio «durante le crisi economiche c’è sempre qualcuno con cui prendersela. Nel ’29, ad esempio, ci fu una recrudescenza dell’antisemitismo e tutti sappiamo cosa è successo dopo» (il direttore Marco Impagliazzo), per il presidente dell’ Agenzia per i diritti umani della Unione europea, Stefano Rodotà, intervenuto all’incontro organizzato da Magistratura Democratica, le misure in discussione «sono il sintomo della decomposizione della cultura politica» di questo paese.
Che ristabilisce un principio antico e pericoloso: «La cittadinanza come dispositivo di esclusione». Ed è ancora Rodotà a dirsi «pessimista» circa la possibilità di fermare il ddl, ma non rinuncia all’ultima possibilità di trovare delle convergenze in un parlamento che pare macinare insensatezze senza troppo rumore: «Spero che il senatore Pisanu faccia valere nel dibattito la sua lucidità e la sua riconosciuta autorità per evitare l’approvazione di norme che violano diritti fondamentali e la stessa dignità della persona . È inammissibile che, in un paese democratico, vengano negati agli irregolari diritti fondamentali come quello alla salute e a contrarre matrimonio». Il riferimento è all’intervista dell’ex ministro dell’Interno al Corsera, in cui Pisanu attacca la Lega e boccia «misure volte a tranquillizzare l’opinione pubblica e a giustificare slogan elettorali»
Ieri è stato il giorno delle parole ferme, dei no senza appello: «Saremo sulle barricate contro una norma incivile», promette la deputata del Pd Livia Turco che nel pomeriggio si è unita alle fiaccole di fronte Montecitorio organizzate da Medici Senza Frontiere.
Qui si discute innanzitutto della norma che chiede ai medici di denunciare un irregolare che si presenti per essere curato: «Si tratta di una misura ingiusta e dannosa: non si combatte così l’immigrazione clandestina, è invece così che aumenterà l’emarginazione sanitaria», dichiara Antonio Virgilio, responsabile dei progetti italiani per Msf. Ci sono circa duecento candele accese, molte le persone che indossano le magliette con su stampato il giuramento di Ippocrate: «Non possiamo venire meno al nostro giuramento - dice il medico palestinese Foad Aodi, presidente dell’Associazione dei medici stranieri - che ci impone di assicurare cura a chi ne ha bisogno. Le conseguenze di questa norma saranno gravissime, e già sono in atto: registriamo un calo degli stranieri che si rivolgono ai presidi medici per paura di essere segnalati».
Ma che fare se il ddl verrà approvato? Alla fondazione Lelio Basso i giuristi annunciano che non si arrenderanno: ricorreranno al diritto italiano e internazionale, si rivolgeranno alla corte costituzionale. I punti messi a fuoco sono moltissimi, tutti raccolti in un documento che condanna sia l’ulteriore «torsione delle garanzie costituzionali» ai danni degli irregolari, sia «l’abbandono della logica binaria a favore dell’immigrazione regolare»: «Sul piano dei diritti civili assistiamo alla chiusura di ogni varco, l’immigrato in quanto tale è sottoposto a una prova perpetua», osserva il professor Paolo Morozzo della Rocca. In una parola: l’unica ratio del pacchetto sicurezza sembra essere l’esclusione. I cui risvolti forse non sono stati accuratamente considerati: «Cosa significa che occorrerà il permesso di soggiorno per accedere agli atti civili? - chiede Salvatore Fachile dell’Asgi - che un irregolare non potrà riconoscere suo figlio?». E sul che fare è ancora Fachile a suggerire «l’intervento di chi deve garantire la Costituzione»: il Presidente della Repubblica che può rifiutarsi di firmare questa legge.
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1. «Stop alla politica xenofoba» La società civile contro il governo, 4 febbraio 2009, 10:06, di Giuseppe
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