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E’ passato del tempo, cari compagni vicini e lontani , da quando eravamo operai ma con classe,
intellettuali dotati di intelletto, massaggiatrici collocate al lavoro dalla onnipresente e citofonata Giusy.
E’ scappato via il tempo delle mele, della falce e martello,
della politica discussa a rigor di logica, e del rigor non ne rimane che il trafelato appello, sul verde manto dopo lo sgambetto.
Ci hanno sostituito la compentenza con la competizione, l’estro con la palestra, la carne con la minestra,
il bastone con la carota ma allocata all’uscita posteriore.
Ci hanno salutato le migliori menti, per i mentitori migliori , l’autorevolezza per l’autoritarismo , sono volati via il senso e la misura
Si stanno congedando, con un sguardo triste , tutti quelli che hanno ricostruito questo paese armati di coraggio e volontà .
Amati compagni e compagne, di buone intenzioni è lastricata la strada per l’ inferno, riattiviamo quindi il materiale grigio prima
di affidare il nostro verbo alle erre moscie inflanellate , troppo a proprio agio nei vacui cortili starnazzanti.
Chi è causa del suo mal ... piango lo stesso, scorrendo i nomi degli eletti .
E’ voltato a farsi benedire l’idealismo fondato sulle idee, lasciando il passo
al chiappismo basato sulle chiappe, dottrina new age che ha generato perfino ministre e pari opportunismi.
Cari compagni vicini e lontani, siamo di nuovo fuori dalla rappresentanza istituzionale , e per quello che si vede non è un gran danno .
Ragazzotte cresciute a pane e fondamentalismi confindustriali, con le borse di Luigi Vittorio sotto gli occhi ,
celeberrima interpretazione tarocca delle ancora più famose Louis Vitton, reggono le leve del comando.
Minchia!