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Strauss-Kahn: più coordinamento Ue. È recessione globale
Publie le giovedì 9 ottobre 2008 par Open-PublishingStrauss-Kahn: più coordinamento Ue. È recessione globale
Siamo sull’orlo di una recessione globale. A dirlo non è un profeta di sventura o un economista "crollista" ma Domenique Strauss-Kahn, direttore generale del Fmi. Un messaggio che non vuole terrorizzare ulteriormente i mercati ma sferzare i governi a un maggiore coordinamento.
«Molti paesi avanzati sono fermi a crescita zero». Ricorda Strauss-Kahn. La chiave per evitare il tracollo mondiale è «agire rapidamente e in modo coordinato, specialmente in Europa». Non si tratta di un invito generico, il direttore del Fondo monetario internazionale pone quattro condizioni per uscire dalla crisi in atto: restituire fiducia ai mercati; azioni con obiettivi chiari da parte degli stati, che devono adottare piani organici; risolvere il problema degli asset in difficoltà; e soprattutto ricapitalizazione delle istituzioni finanziarie. Perchè: «Se non si ricapitalizza non è possibile uscire dalla crisi».
Per venire incontro ai Paesi più in difficoltà esiste un piano d’emergenza dell’Fmi. Il Fondo Monetario Internazionale «ha fondi disponibili per gli Stati membri», motivo per cui «non è stato ancora preso in considerazione un ricorso alle procedure straordinarie, che comunque sono state messe a punto».
Strauss-Kahn ricorda che nessun paese può chiamarsi fuori. Perché dopo che la crisi finanziaria si è innescata negli Stati Uniti e si sta diffondendo velocemente in un’economia globalizzata, nessun paese può ritenersi immune. Neanche Cina e Brasile, finora considerati i paesi-locomotiva per quanto rimasti finora sulla porta dei "salotti buoni" delle potenze mondiali. Anzi, il ciclone iniziato con i mutui-spazzatura e le cartolarizzazioni dei debiti dovrebbe investire proprio questi due paesi emergenti nel breve periodo. «Sarebbe sorprendente se una potenza economica come la Cina - dice il capo dell’Fmi - si limitasse a restare alla finestra senza essere molto preoccupata». «In ogni caso - aggiunge Strauss-Kahn, lasciando intendere che la crisi finanziaria danneggerà anche la crescita del pil cinese - il suo tasso di crescita resterà molto alto». Stesso discorso per il Brasile.
Perciò, dice ancora l’economica francese «bisogna andare quindi aldilà del G7 per affrontarla e mettere a punto una soluzione coordinata». E questo sembra un invito piuttosto perentorio ai leader americani e europei che hanno in programma un vertice del G8 già martedì della prossima settimana.