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Su un grave episodio avvenuto ai margini della May Day del 1 Maggio

Publie le sabato 2 maggio 2009 par Open-Publishing

COMUNICATO SULL’EPISODIO DI VIOLENZA SESSUALE AVVENUTO ALLA FINE DEL CORTEO
DEL PRIMO MAGGIO DI MILANO

Ieri al termine del corteo del Primo Maggio di Milano è avvenuto un fatto
gravissimo. Nei pressi dei prati del Castello Sforzesco un uomo ha abusato
(o ha cercato di abusare) di una ragazza. I partecipanti alla
manifestazione
sono intervenuti con una certa durezza, che non ci scandalizza, e lo hanno
quindi accompagnato alla polizia.
Questi sono i fatti nella loro semplicità ma alcune precisazioni devono
essere fatte per evitare strumentalizzazioni.
Ciò che è avvenuto è la violenza di un uomo su una donna e non ha
nazionalità né giustificazioni. I partecipanti alla manifestazione non
hanno provato a linciare nessuno, hanno semplicemente reagito con l’enfasi
conseguente alla gravità del fatto.

In una società intrisa da forme di violenza sempre più sottili,
martellanti
e pervasive, la violenza maschile sulle donne, elemento che ha
storicamente
attraversato tutte le collettività e tutti i sistemi, sembra conoscere, in
Italia, perfino una nuova vitalità. Gli episodi si ripetono, sono comuni
tra
le mura di casa, ma arrivano a lambire e provano a lordare anche la nostra
gioiosa giornata di festa, di solidarietà, di lotta. Le donne e gli uomini
che da nove anni danno vita alla MayDay sono convinte e convinti che la
diminuzione complessiva della conflittualità poltica e sociale, anche come
modalità di espressione di desideri alternativi e egualitari, stia avendo
tragiche ripercussioni finanche nel rapporto tra i sessi.

Non ha importanza da dove venisse quest’uomo, il fatto che non avesse
sfilato nel corso della Parade. Il suo gesto esprime comunque una cultura
di
sopraffazione che ci preoccupa e ci indigna. Ci sentiamo il respiro di una
mentalità machista deprimente, che pretende di inchiodare le donne a un
ruolo scontato. Non diversamente, purtroppo, da quanto viene manifestato
in
questo Paese anche ad alcuni dei suoi massimi livelli.

Ai giornalisti chiediamo di non parlare della MayDay 2009 solo per questo
odioso episodio, di fronte al quale siamo stati i primi a reagire con
decisione. Spendano qualche minuto del loro tempo per capire che cosa è
stata la MayDay di ieri a Milano, a cui hanno partecipato 120 mila
persone,
combattive, propositive e radicate nei loro territori e nei luoghi di
lavoro

PS: segnaliamo, a margine, che la polizia invece ha dimostrato il più
totale
sbandamento. Prima caricando, senza ragione, le persone che avevano
allontanato chi si era reso responsabile dell’episodio, e ferendone alcune
(è dovuta intervenire un’ambulanza, chiamata dalla questura per una
fantomatica “caduta”). Poi, alla reazione dei manifestanti ha contrapposto
manovrette militari completamente fuori luogo, dimenticandosi, da ultimo,
un
mezzo (una jeep) fra la folla incazzata (non si trovavano più le chiavi).

I promotori della May Day