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Sui messaggi barbarci di D’Avanzo. Forma e sostanza
Publie le domenica 7 ottobre 2007 par Open-Publishing2 commenti
Giuseppe D’Avanzo su Repubblica recrimina contro i giudici che non osservano le regole formali.
Anch’io, come tanti, sono rimasta tramortita dalle prese di posizioni di giornalisti che pensavo di stimare, primo Scalfari, ultimo al momento D’Avanzo, ma temo che la serie sia interminabile, a riprova che le caste sono molte di piu’ di quello che immaginavamo. Del resto se siamo stati messi al 79° posto per la liberta’ di stampa era chiaro agli osservatori esterni che un giornalismo libero in Italia non esisteva piu’, sostituito da una cricca di giornalai al soldo di Confindustria, massoneria, CIA e partitocrazie varie, senza differenza di colore.
L’articolo di D’Avanzo si situa nel filone purtroppo ben noto del garantismo estremo, ma certo non ce lo aspettavamo da uno come lui.
Il garantismo formale, per cui ogni atto giuridico richiede che siano puntualmente osservate anche le virgole e’ una garanzia del diritto, che senza una disciplina interna, diventerebbe aleatorio e variabile.
Ma puntare solo su quello in modo esasperato e’ come applicare sul lavoro lo sciopero bianco, esecuzione minuziosa e demenziale di tutte le procedure col risultato della paralisi.
Ed e’ appunto in questo modo che e’ stata paralizzata la giustizia in Italia per anni e soprattutto dalla destra e da chi non aveva alcun interesse ad attuarla, cosi’ che sono stati mandati a monte processi decennali per la mancanza di un minuscolo rilievo formale o si sono liberati feroci assassini, spesso di mafia, per l’assenza di una virgola.
Se il rilevo formale dovesse valere piu’ dell’oggetto sostanziale, dovrebbero essere annullate anche le ultime elezioni dove le formalita’ sospette erano francamente troppe.
E non si capirebbe perche’, per es., una Mondadori, che e’ passata di mano in modo fraudolento, debba rimanere nelle mani di chi l’ha rubata. O perche’ una Rete4, che, dal punto di vista sia formale che sostanziale, e’ abusiva debba continuare a trasmettere in chiaro, e una Europa7 che, dal punto di vista formale e sostanziale, ha tutte le carte in regola non possa trasmettere. Ma di esempi, se fossi un penalista, ne avrei ben di peggio.
E’ dunque evidente che questo richiarmo “forte” alla forma del diritto e’ un pretesto per chi legalitario non e’ a giustificare attacchi che di equo non hanno niente.
Curare la forma va bene, ma farlo al punto di annullare lo scopo della legge, o del processo o della sentenza, e’ suicida, significa trasformare quell’osservanza da strumento di giustizia a violazione della giustizia.
Questo va obiettato a D’Avanzo come a tutti coloro che fingono, come gattemorte, di essere legalitari per distruggere in realta’ la finalita’ stessa della legge che consiste non nel mettere le virgole giuste ma nel porre dei principi di ordine, giustizia e sicurezza sociale.
Se la virgola deve essere pretesto per salvare il reo dalla pena e punire al suo posto il magistrato, c‘e’ qualcosa di profondamente iniquo in questo paese.
Le proporzioni innanzitutto!
E notiamo che a oggi le presunte illiceita’ formali procedurali del PM di Catanzaro sono ancora tutte da provare, visto che Mastella non le ha indicate, che De Magistris le ha negate e che al momento restano solo le calunnie della Stampa e di Libero fondate su falsita’.
Resta grave che anche il giornalista Giuseppe D’Avanzo di Repubblica abbia promosso la tesi della difesa a oltranza della classe al potere, mostrando quando siano forti i legami di correita’ tra “questa” stampa e “questo ceto politico” e dimenticando totalmente in quanti modi la sicurezza e la giustizia sono state calpestate in Italia, e massimamente in Calabria.
Siamo in guerra e se il capitano ritira le truppe al momento dello scontro decisivo perche’ hanno le scarpe sporche, vince il nemico. Ma questo si chiama tradimento.
Un PM puo’ essere recriminato e ricevere sanzioni se non ha seguito tutte le regole formali ma la punizione deve essere proporzionata, non puo’ essere tale da abolire l’inchiesta, perche’ si ucciderebbe la battaglia principale, che non e’ contro le scarpe sporche, ma contro la criminalita’. Tutto deve essere proporzionato, anche le pene, o diventa un inferno.
Questi giornalisti non difendono la verita’, difendono i loro interessi, quelli che garantiscono loro un posto di lavoro, i finanziamenti pubblici ai giornali, il trattamento di favore per cui godono gia’ dei PACS come i parlamentari ecc.
I finanziamenti ai giornali sono stati voluti da due leghisti, di quella Lega che aveva tanto predicato contro Roma ladrona per poi far peggio, e hanno raggiunto cime scandalose (667 milioni di euro nel 2006), scandalose esattamente come il finanziamento pubblico ai partiti, la prima tranche liberata per le elezioni del 2006 raggiunge la strabiliante cifra di 487.273.610 euro.
Si veda il Partito Pensionati che, a fronte di 16.000 euro di spese, si e’ visto rimborsare 2 milioni di euro di contributi; alla Camera ha avuto 333.278 voti, praticamente e’ stato rimborsato 600 euro a voto!?)
E’ stato perfettamente inutile fare un referendum che negasse i finanziamenti pubblici ai partiti, se ne sono fregati del referendum del ’93 con cui abbiamo detto No col 90,3% dei voti, della Costituzione, della democrazia e della sovranita’ popolare che e’ solennemente sancita dalla nostra Costituzione!
Se un partito, oggi, volesse davvero apparire democratico, non gli basterebbe piu’ appiccicare alla sua sigla quell’agettivo “democratico” ormai cosi’ squalificato da non significare piu’ nulla, ma dovrebbe battersi per l’introduzione di strumenti veramente democratici, che rendano agli elettori l’esercizio della loro sovranita’ e anzi la amplifichino, prima fra tutti l’abolizione di quel quorum che rende ormai di fatto i referendum impraticabili, cosi’ che essi servono solo ad arricchire chi li chiede. Oggi e’ assurdo pensare di raggiungere quel quorum del 50% piu’ 1 degli aventi diritto che rende valido un referendum e la cosa piu’ assurda e’ che tanto rigore non e’ chiesto a nessun tipo di votazione dove vince chi prende piu’ voti, perche’ se venisse richiesto un quorum del 50+1 ogni volta che qualcuno vota per qualcosa, sarebbe il fallimento.
Negli stati moderni l’astensione sfiora ormai il 40%. La legge va dunque riformata, perche’ e’ in contrasto con altre leggi dello Stato meno punitive, e perche’ non rispecchia piu’ le reali possibilita’ dell’elettorato. A fronte di una disaffezione dalle urne crescente e di un rigetto politico che si manifesta ormai non andando piu’ a votare, sarebbe legittimo che si tenesse conto almeno della maggioranza di coloro che alle urne ci vanno, abbandonando il quorum, visto che l’astensione di per se’ non crea modificazioni politiche nemmeno se e’ ingente come negli USA.
L’astensione e’ una gravissima denuncia sociale e politica, ma “formalmente” non significa nulla. Questo lo ripeto a sancire quanto l’osservanza formale possa essere strumento di iniquita’.
Una soglia cosi’ alta e’ antidemocratica e puo’ venire in mente solo a chi intende coartare la volonta’ popolare con impedimenti troppo rigidi.
Se questa fosse una democrazia progressiva (altro aggettivo largamente abusato), gli istituti di democrazia diretta verrebbero allargati, arrivando, come avviene in Svizzera, a consultazioni frequenti, quasi settimanali, con l’uso della tecnologia (pc o cellulari) e senza spostare le persone o impiantare i seggi e dunque a costo quasi zero.
Se pure queste consultazioni avessero carattere solo consultivo, i partiti che si dicono democratici e seri avrebbero il dovere morale di ascoltarli, e non, come avviene adesso, che, chiunque vada al potere prende decisioni che il 90% degli italiani disapprova, come l’indulto, le leggi sul precariato o la permanenza delle truppe in Afghanistan (oh, lo so che sugli affari esteri e sulle tasse anche un referendum sarebbe vietato ma non si puo’ prendere di continuo decisioni cos’ impopolari, e la vera antidemocrazia e’ questa!)
Altrove per dissensi simili i governi cadono, qua si rafforzano!?
Il tesoriere dei DS, Ugo Sposetti (persona indecente anche per altri versi e oltremodo sgradevole e arrogante), ha recentemente avanzato la proposta di reintrodurre i finanziamenti pubblici ai partiti, come se quello che hanno fatto finora contro la volonta’ popolare non fosse gia’ di per se’ insopportabile, con tutti i correttivi astuti che i politici si sono inventati trasformando per es. il rimborso “a voto” nel rimborso “a elettore”.
No, troppe cose non vanno in Italia per pensare, come fa D’Avanzo, solo al rispetto delle virgole!
Qui c‘e’ una Costituzione calpestata ed una sovranita’ violata e l’arroganza di potere e’ gia’ troppo intollerabile, il vaso e’ colmo perche’ ci si metta su anche la stampa. Ben altri articoli vorremmo leggere dai D’Avanzo di turno!
Messaggi
1. Sui messaggi barbarci di D’Avanzo. Forma e sostanza, 7 ottobre 2007, 11:50
Cara Viviana, quando i magistrati alzano il tiro e cominciano a colpire soggetti di vertice delle varie oligarchie politiche ed economiche ecco che subito i media di regime entrano in azione e rivendicano a spada tratta le ragioni di un garantismo talmente falso, asimmetrico ed ipocrita che finisce addirittura per essere controproducente per gli stessi indagati o indagandi !! Ma gli scribi ed i pennivendoli al soldo delle oligarchie, anche al rischio di sfiorare il ridicolo ed un’inevitabile caduta di credibilità, devono comunque portare avanti tesi finalizzate a screditare comunque e dovunque l’azione della magistratura, presentandola di volta in volta o come strumento politico al servizio di bande concorrenti oppure agente in proprio per oscure ed inconfessabili finalità !!
MaxVinella
1. Sui messaggi barbarci di D’Avanzo. Forma e sostanza, 7 ottobre 2007, 15:44
La magistratura, un pò come l’ "immaginazione" del 1968, al potere ?
Senza offesa, fateci il piacere .....
Un conto è parlare di singoli magistrati seri e coraggiosi, come la Forleo e De Magistris, un altro è parlare di un pezzo di classe dirigente, totalmente assimilabile alla cosiddetta "casta" in tutte le sue manifestazioni ..... e comunque sempre impunita nè più nè meno come politici, industriali ecc.ecc. ... basti pensare ai magistrati del caso Tortora, tutti con trionfanti carriere ottenute dopo la magra figuraccia di quel processo alla Torquemada .....
E comunque, anche fra i giudici che una volta si chiamavano "d’assalto", come D’ Ambrosio o la Boccassini, non è che manchino i comportamenti assolutamente sgradevoli ed in qualche modo "ligi" al potere ... dall’ assurdità della tesi del "malore attivo" di Pinelli per il primo ... a certe inchieste criminalizzanti rispetto al dissenso sindacale di fabbrica per la seconda .....
Per non parlare poi della cocente delusione anche dal punto di vista umano di un mitico magistrato passato alla politica come Di Pietro ( per non parlare delle Mercedes in regalo e dei prestiti a babbo morto ottenuti da qualche suo diretto inquisito già quando era "l’eroe" di Mani Pulite ....)
Non amo nè mai ho amato Scalfari, peraltro sotenitore storico dell’ elogio acritico della magistratura in altri tempi e solo recentemente arrivato a queste posizioni senza fare un minimo di autocritica sul passato.
Non mi sento invece di dare addosso a D’Avanzo, un giornalista d’inchiesta come pochi ce ne sono oggi in Italia, sempre senza alcuna concessione ai "poteri forti", uno che a periodi è costretto a girare con la scorta .....
E, quindi, se certe cose non ce le dice un qualsiasi berluscones ma uno come lui, credo proprio che non siano affatto campate in aria .....
K.