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Sul rapimento di Giuliana Sgrena

Publie le lunedì 7 febbraio 2005 par Open-Publishing

Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas della scuola

Il rapimento di Giuliana Sgrena sembra ricalcare la stessa logica sciagurata e autolesionista (sempre che una logica politica ci sia e non ci si trovi di fronte a gruppi interessati solo ad un riscatto comunque: ma anche in tal caso la resistenza dovrebbe essere in grado di intervenire) che animò il sequestro delle due Simona: considerare tutti gli italiani, di destra o di sinistra, corresponsabili delle malefatte belliche del governo Berlusconi, e persino coloro che, come Giuliana o le Simona, si battono da sempre con grande coraggio e alti rischi personali a fianco del popolo iracheno e di tutti quelli che nel mondo lottano contro le aggressioni belliche degli Usa e dei loro alleati.

In un momento in cui Bush e i suoi alleati cercano di dimostrare che le elezioni anti-democratiche e truffaldine stanno pacificando l’Iraq, la realtà è che la guerra prosegue spietata e brutale e che una parte di chi resiste ad essa può essere spinta a considerare ogni “occidentale” un nemico, e tanto più quelli di paesi che hanno inviato il proprio esercito ad occupare l’Iraq.

Ma questa è una posizione sbagliatissima che, oltre a danneggiare la resistenza irachena, rischia di indebolire la mobilitazione contro la guerra che il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre ha rilanciato con grande forza, indicando nel 19 marzo la Giornata mondiale per il ritiro delle truppe e per la restituzione dell’Iraq agli iracheni, con centinaia di manifestazioni in gran parte dei paesi del mondo, tra i quali l’Italia.

Mentre siamo totalmente al fianco di Giuliana, dei suoi familiari e del collettivo del “Manifesto”, mentre ci auguriamo che, con tempi anche più rapidi che per le due Simona, il rapimento si conclusa positivamente, mentre ci impegniamo a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità perché ciò accada al più presto, invitiamo tutto il movimento a non farsi mettere all’angolo dalla propaganda dei “laudatores” di Bush e Berlusconi.

E a non abbassare i toni e i livelli della mobilitazione per il ritiro delle truppe ma, anzi, a rafforzarli per dimostrare che il governo Berlusconi è in netta opposizione con il sentimento di pace della maggioranza del popolo italiano che oggi chiede con forza la liberazione di Giuliana e di tutti gli iracheni.