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Svendesi Alitalia al mercatino dell’usato
di Alessandro Ambrosin
La svendita Alitalia sta giungendo a fine corsa. Un traguardo fortemente voluto da quei pochi imprenditori che fanno capo all’amministratore delegato Roberto Colaninno e al quale si sentono legati indissolubilmente da un progetto speculativo che non ha eguali nella storia economica di questo paese.
E proprio mentre 17mila lavoratori su 22 hanno iniziato a ricevere la sciagurata lettera di cassa integrazione (perchè significa che i dipendenti perdono il posto di lavoro), e il senato ha approvato un decreto nel quale è contenuta una norma che in caso di cessione di rami o parti di azienda annulla le tutele per i lavoratori di grandi imprese in crisi, il manipolo di uomini che prenderanno le redini della compagnia di bandiera esulta. Sì perchè ieri è arrivato l’ok anche dal comitato di sorveglianza e dal ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola , ultimo passo formale che consentirà alla Cai di mettere le mani sugli asset dell’azienda. Quelli buoni , intendiamoci, quelli che rientrano nella "good company". Il prezzo fissato è di 1052 milioni di euro, mentre l’offerta iniziale da parte degli imprenditori era di mille.
Un prezzo talmente stracciato che ha fatto tornare sui propri passi anche le compagnie straniere. Il numero uno di Air France- Klm Jean-Cyril Spinetta non ha perso l’occasione per ribadire la sua piena disponibilità ad entrare come partner straniero. Ma c’è anche la Lufthansa fortemente interessata, con l’avvallo del Presidente del Consiglio Silvio Berlsuconi, il quale durante la Conferenza stampa di ieri prima ha parlato della compagnia tedesca come la partner sicura, ma poi si è ravveduto. Evidentemente voleva nascondere la sua ingerenza nella trattativa di questa svendita, anche se ormai è talmente comprensibile la sua influenza in questa travagliata vicenda che lo vede fin dall’inizio come protagonista coinvolto direttamente e indirettamente.
Tuttavia la cosa stranissima è proprio lo stravolgimento del valore finanziario che si attribuisce ad Alitalia. Mentre fino a pochi mesi fa Air France-Klm avrebbero sborsato 177 miliardi per acquisire Alitalia, ora che il prezzo è così basso si opta per trasformare tutto in milioni di euro. Un altra piccola furbizia di Cai, che in questa incredibile vicenda pur di superare lo scetticismo dell’opinione pubblica tenta di far leva sulle parole, come volessero far intendere che la somma è più alta di quello che si pensa. Certo, mille milioni di euro e un miliardo sono la stessa cifra. Ma l’effetto cambia.
Ma c’è anche da dire che di questa cifretta, che non è affatto da capogiro, Cai sborserà solo 427 milioni cash, mentre il restante sarà corrisposto in due tranches nei prossimi ventiquattro mesi. Nel dettaglio ecco quanto vale la flotta per la fortunata cordata. Per Alitalia Spa 936 milioni, per Alitalia Servizi 57, per Alitalia Airport 6, per Alitalia Express 20 e per Volare 33. La flotta conterà 93 aeromobili, che sono stati valutati 625 milioni, dei quali 64 sono di proprietà oppure ipotecati e 29 in leasing. Un affare insomma che mette l’acquolina in bocca anche al più sprovveduto investitore perchè è fuori ogni dubbio che Alitalia la stanno praticamente regalando. Per questo motivo trovare il partner europeo è d’importanza vitale. Alla fine, che sia Air France o Lufthansa poco importa perchè il prescelto andrà ad alimentare le casse Cai con soldi sonanti e freschi, generando quella necessaria liquidità di cui la cordata ha tanto bisogno.
Insomma a conti fatti tutta l’operazione vista dal punto di vista speculativo è un colpo sensazionale per i finanzieri senza scrupoli. Sotto un altro punto di vista, invece, l’inconsistente somma versata da Cai per acquisire a compagnia di bandiera finirà per diventare un debito a carico dei lavoratori con il Tfr e con i loro stipendi e direttamente dalle tasche dei contribuenti. A riprova che si tratta di una pura operazione speculativa basta pensare alla svendita ai privati di Atitech, il polo strategico per eccellenza della manutenzione, la cui professionalità è riconosciuta in tutta Europa.
Certo la vertenza e i nodi da sciogliere soprattutto con la categoria dei lavoratori non sarà di facile gestione. Al rispetto delle regole e delle normative da parte di assistenti di volo e piloti di questi giorni, si aggiunge lo sciopero del fronte del no confermato da Anpac, Unione Piloti, Anpav, Avia, SDL Intercategoriale, al quale oltre ai dipendenti Alitalia aderiranno anche quelli di Airone, Meridiana e Eurofly.
Tuttavia Cai spalleggiata dal Governo e con la complicità di alcune forze sindacali è riuscita nel suo intento. A dimostrarlo anche la loro forte influenza che hanno indotto certi organi di stampa ad addebitare i disagi dei passeggeri esclusivamente al personale di volo. Oltre ad aver lacerato definitivamente il fronte sindacale e colpito con la massima ostilità i diritti dei lavoratori, ora Cai è nella posizione di imporre le proprie indiscutibili leggi. Il passaggio prevede il licenziamento degli attuali 22mila lavoratori, e successivamente la riassunzione di poco più di 13mila dipendenti. Ma solo alle loro condizioni. Per tutti gli altri si potrebbe aprire una fase di mobilità permanente.
Ormai non è più un segreto. Chi pagherà veramente in questa triste fase non sarà certo la Cai.