Home > TFR - LETTERA APERTA A CGIL-CISL-UIL

TFR - LETTERA APERTA A CGIL-CISL-UIL

Publie le martedì 9 gennaio 2007 par Open-Publishing
2 commenti

All’attenzione delle segreterie nazionali di CGIL-CISL-UIL

E per conoscenza
agli organi di informazione nazionali e locali
a tutte le lavoratrici/tori

8 gennaio 2007 - Bologna

Come sapete, in merito ai recenti accordi e successivi provvedimenti sull’anticipazione al 1 gennaio 2007 del decreto legislativo n. 252/2005 (trasferimento ai fondi pensionistici integrativi del Tfr tramite il meccanismo del silenzio-assenso), vi è nei luoghi di lavoro un diffuso malcontento derivante soprattutto dall’assenza di coinvolgimento nella discussione e nella decisione a riguardo da parte dei lavoratori/trici che sono i diretti interessati al provvedimento in oggetto.

Inoltre, l’adesione ad una proposta di investimento finanziario (come quella dei fondi pensione) dovrebbe vedere il lavoratore/trice (al pari di qualsiasi altro possibile investitore che riceve una qualsiasi proposta di investimento finanziario) libero di valutarne l’opportunità o meno nei tempi e nei modi a lui più confacenti e non in un contesto temporale, quello dei 6 mesi, che gli viene presentato di fatto come una forzatura verso una scelta.

Ciò nonostante Cgil-Cisl-Uil intendono procedere, dal 1 gennaio 2007 alla campagna di adesioni ai fondi integrativi all’interno delle normative indicate dall’allora Ministro Maroni con la legge 252/2005, e quindi anche avvalendosi del meccanismo del silenzio-assenso.
Da molte parti si era chiesto di realizzare preventivamente una vera consultazione tra i lavoratori dando poi loro la possibilità ed il diritto di decidere sulla condivisibilità o meno degli accordi sindacali in materia.

Nessuna consultazione è stata realizzata e Cgil-Cisl-Uil sono ormai intenzionati a realizzare una massiccia campagna informativa per pubblicizzare l’offerta di investimento finanziario nei fondi pensione contrattuali, accettando di fatto gli effetti di un meccanismo per noi perverso e non condiviso, come il silenzio-assenso.

Nulla da eccepire sul diritto, per chi offre un prodotto finanziario, di procedere alla sua promozione, così come nulla da eccepire dovrebbe esserci sul diritto di chi dissente di poter fornire ai lavoratori adeguate informazioni sulle ragioni del dissenso.

Riteniamo, come anche Voi del resto, che al lavoratore (sia esso propenso o meno ad aderire alla proposta di investimento del suo Tfr in un fondo finanziario) si prospetta una scelta importante e non facile.

Infatti, se è chiaro il meccanismo ed il costo dell’adesione, assai meno chiaro appare il possibile rendimento che essendo legato all’andamento del mercato finanziario rimane nella sua sostanza incerto.

Altrettanto poco chiare sono inoltre le norme che gestiscono i fondi. E’ a conoscenza anche Vostra che in caso di successiva disdetta al fondo, il recupero del Tfr versato non potrà essere fatto se non dopo 4 anni di comprovata condizione di disoccupazione, così che i lavoratori/trici perdono il diritto ad una quota importante del loro salario differito e proprio nel momento in cui ne avrebbero più bisogno.

Per garantire che nei luoghi di lavoro possano circolare tutte le informazioni, anche quelle critiche, in materia di adesione ai fondi pensione, e per favorire quindi una scelta ragionata da parte dei lavoratori/trici, si è costituito, a partire da numerosi delegate e delegati Rsu, un Comitato Nazionale per la difesa della pensione pubblica e del Tfr.
Volevamo informarVi a riguardo che è intenzione delle delegate e dei delegati Rsu che aderiscono a questa iniziativa partecipare, con le loro ragioni e con le loro proposte, alla campagna informativa per l’adesione ai fondi pensione avviata da Cgil-Cisl-Uil.

In questo senso siamo sicuri che non verrà meno da parte del sindacato Confederale l’impegno a garantire la libera circolazione delle informazioni nei luoghi di lavoro, e la libera discussione tra i lavoratori/trici che anche questo nostro Comitato potrà realizzare, attraverso volantinaggi, distribuzione di materiale, interventi e presentazione di ordini del giorno nelle assemblee.

A riguardo ci dichiariamo sin da ora disponibili ad un incontro per valutare come questo dibattito nei luoghi di lavoro possa avvenire senza che si provochino, da parte di chi potrebbe essere interessato, inutili e strumentali tensioni nei luoghi di lavoro, essendo noi, assieme a Voi, interessati a far si che il confronto e la discussione avvengano nel rispetto di tutte le procedure democratiche proprie della dialettica sindacale.

Le delegate e i delegati Rsu autoconvocati dell’assemblea nazionale del 1
dicembre a Milano

COMITATO NAZIONALE PER LA DIFESA DELLA PENSIONE PUBBLICA E DEL TFR

Cell. 349/8421347-333/1597155

www.perlapensionepubblica.it

comitato@perlapensionepubblica.it

Messaggi

  • riunione comitato romano contro lo scippo del tfr

    inviato da: IL COMITATO PROMOTORE · il 9/1/2007 · alle: 22:25 · email: alex_950@yahoo.it

    CONTRO LO SCIPPO DEL TFR/TFS e PER LA PREVIDENZA PUBBLICA
    RIUNIONE
    ORGANIZZATIVA DEL COMITATO PROMOTORE

    GIOVEDI’ 11 GENNAIO 2007 - DALLE
    ORE 17,30 ALLE 20,30
    PRESSO L’ ISTITUTO GALILEI - VIA DI CONTE VERDE 51

    Il Comitato promotore costituito a dicembre al Laboratorio Sociale
    ACROBAX con la partecipazione Comitati contro lo scippo del TFR,
    privatizzazioni e precarietà di Roma Ovest e di Roma Sud, RSA e
    delegati Farmacap, RSA Soc. Coop. Alisei, Delegati e lavoratrici
    Consorzio Sintesi (appalto pulizie 3° Università), lavoratori e
    delegati Società Zatema P.C., Comitato autonomo Lavoratori/trici Canili
    Comunali, delegati USI AIT Scuola, la Rete 28 aprile di Roma (CGIL), il
    Sincobas di Roma, l’ Unicobas scuola di Roma, lavoratori della FIOM,
    operatori sociali del COCITTOS ORGANIZZA una prima riunione aperta
    GIOVEDI’ 11 GENNAIO 2007 DALLE ORE 17,30 ALLE 20,30 PRESSO L’ ISTITUTO
    GALILEI - VIA DI CONTE VERDE 51 AULA AL PIANO TERRA.

    La riunione
    servirà a preparare la ASSEMBLEA CITTADINA DI COSTITUZIONE DEL COMITATO
    CONTRO LO SCIPPO DEL TFR E PER LA PREVIDENZA PUBBLICA che si terrà il
    pomeriggio di VENERDI’ 19 GENNAIO ALLA UNIVERSITA DI ROMA TRE per
    fornire un supporto tecnico e di informazioni certe sull’ argomento a
    situazioni di posto di lavoro più deboli o sottoposte al ricatto dei
    FONDI PENSIONE, per ricostruire una rete di dibattito e di opposizione
    reale che coinvolga coloro che fanno parte della sinistra sindacale
    con chi è interno alla galassia del sindacalismo di base e
    autorganizzato, per smantellare gli accordi peggiorativi in materia di
    pensioni e previdenza e la tendenza a ulteriori privatizzazioni di
    servizi pubblici e alla precarietà .

    Su questa importante iniziativa,
    chiamiamo le situazioni di posto di lavoro, i delegati sindacali, le
    lavoratrici e i lavoratori a costruire un percorso chiaro e combattivo
    per bloccare questo ulteriore scippo.

    Per adesioni: fax
    06/77201444 o per e-mail: alex_950@yahoo.it

    IL COMITATO PROMOTORE

  • Roma, 8 gennaio 2007

    TFR E PENSIONI: FRA 30 ANNI UN POPOLO DI SFRUTTATI E MENDICANTI

    Nel degrado dei media televisivi, fortuna nostra, continua a resistere Report, una trasmissione di “giornalismo reale” in onda su RAI 3, che con i suoi servizi tocca le coscienze degli ascoltatori, ma evidentemente non quelle dei nostri politici.

    In uno degli ultimi servizi di Report è stato sconcertante constatare che, specie in una pubblica amministrazione, le attività esternalizzate costano di più; si spenderebbe molto meno internalizzando il lavoro, cioè assumendo a tempo indeterminato quei lavoratori precari, che oggi sono sottopagati da una selva di cooperative fantasma che operano per la stessa pubblica amministrazione.

    Sono problemi che noi in Telecom stiamo toccando con mano da diversi anni:

    □ varie esternalizzazioni, quasi tutte realizzate con il trucchetto delle newco, addirittura con capitale sociale inferiore al valore del TFR dei propri dipendenti, che lavorano solo per Telecom, e che da subito ricorrono agli ammortizzatori sociali per espellere i lavoratori dal ciclo produttivo;

    □ la costituzione dei cosiddetti consurser, o meglio call center esterni fatti di precari, perché il turnover in azienda deve essere abbattuto. La grande azienda di precariato Atesia era stata partorita da Telecom !

    Ora è stata varata la legge sul TFR e paradossalmente un governo di centrosinistra ha anticipato di un anno la riforma del centrodestra !

    Le nuove norme stanno registrando consensi politici quasi unanimi e le tre maggiori confederazioni sindacali plaudono perché questa riforma “non va ad ingrassare le potenti lobby del paese”.

    In parte è così, ma è anche vero che la nuova legge andrà a favorire un’altra lobby, quella sindacale, perché miliardi di euro dei TFR andranno a confluire nei fondi pensione aziendali, tutti cogestiti dalle stesse confederazioni sindacali!

    I NUOVI ASSUNTI, CIOE’ I GIOVANI, SARANNO TUTTI E COMUNQUE FREGATI: i più fortunati, quelli con contratti a tempo indeterminato, cederanno al ricatto e verseranno il loro TFR nei fondi, perché non potranno campare con una pensione pubblica pari al 40% del loro stipendio, mentre i meno fortunati, cioè i precari, sempre più numerosi e sottopagati, non potranno permettersi il lusso di una pensione integrativa.

    In tutto questo clima di trasversale riformismo nessuno si è posto un problema sacrosanto: di che vivranno fra trent’anni i giovani di oggi?

    La legge del TFR è l’amara conseguenza delle riforme pensionistiche di questi anni (Amato, Dini, Berlusconi), riforme che, oltre ad abbassare progressivamente il rendimento delle pensioni, hanno gradualmente soppresso la pensione di anzianità ed innalzato l’età pensionabile.

    MA QUESTE RIFORME ERANO VERAMENTE NECESSARIE ?

    Ci hanno raccontato che la disponibilità di denaro dell’INPS stava diminuendo, ma il gettito delle entrate contributive era costante, non hanno mai separato l’assistenza dalla previdenza, non hanno fatto nulla per combattere l’evasione contributiva e non hanno mai voluto considerare l’aumento della produttività del paese, che ha innalzato la capacità di produrre ricchezza.

    Ma, soprattutto, quello che oggi non dicono è che nel 2005 l’INPS ha registrato un attivo di 2,03 miliardi di euro e che il suo patrimonio netto è di 24,2 miliardi!

    Insomma, sarebbe bastata la sola soppressione delle “pensioni baby” e dei vari privilegi che, in alcuni casi, esistono ancora, mentre a tutt’oggi non vengono riconosciuti nemmeno i veri lavori usuranti !

    ALTRO CHE RISANAMENTO DELLA PENSIONE PUBBLICA: il vero scopo è stato quello di privatizzarla, con una grossa operazione finanziaria contro il lavoro ed i lavoratori, che andrà a sottrarre 13 miliardi di euro all’anno dei TFR, per riversarli nella speculazione finanziaria dei fondi integrativi.

    Non dimentichiamoci che questi fondi adottano un sistema a capitalizzazione con una certa esposizione ai rischi di svalutazione ed inflazione, per non parlare di fallimenti e maxitruffe (Parmalat, Cirio, Enron insegnano).

    LAVORATORI, NON FATEVI INGANNARE !

    NON CADETE NELLA TRAPPOLA DEL TACITO ASSENSO !

    Se aderite oggi ai fondi integrativi non potrete più uscirne, per farlo c’è sempre tempo.

    Oltretutto, una massiccia adesione ai fondi integrativi potrebbe chiudere definitivamente ogni ipotesi di rilancio della pensione pubblica.

    Aldilà di queste prime valutazioni politiche, SNATER si riserva di divulgare un dettagliato opuscolo tecnico-informativo, non appena saranno divulgate le previste circolari applicative del ministero.

    SNATER - Settore Telecomunicazioni