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’TIMES’, GENERALI USA: DIMISSIONI SE ORDINE DI ATTACCO ALL’IRAN
Publie le martedì 27 febbraio 2007 par Open-PublishingRoma, 25 feb. (Apcom) - Almeno "quattro o cinque" alti ufficiali statunitensi, generali e ammiragli, sarebbero pronti a dare le dimissioni nel caso l’amministrazione Bush ordinasse un attacco contro l’Iran: a dirlo al quotidiano ’The Times’ sono fonti della intelligence e della difesa britannica. La Gran Bretagna chiaramente non desidera essere trascinata in una ’avventura iraniana’ e il governo Blair ha già ribadito molte volte che un attacco al territorio di Teheran è fuori questione. Così la penserebbero anche questi alti graduati statunitensi, pronti a rassegnare le dimissioni piuttosto che accettare una azione del genere.
"Ci sono quattro o cinque generali e ammiragli di cui sappiamo che si dimetterebbero se Bush ordinasse l’attacco" ha detto la fonte dell’intelligence al ’Sunday Times’. "Al Pentagono semplicemente l’idea non viene digerita, e molti si chiedono se un attacco simile sarebbe efficace o addirittura fattibile". E la fonte della Difesa conferma: "a tutti i generali è perfettamente chiaro che non hanno la capacità militare per affrontare l’Iran in nessuna maniera sensata. Nessuno vuole farlo e per loro sarebbe un problema di coscienza". Una rivolta dei generali di questo tipo, però, sarebbe "senza precedenti" commenta il ’Times’. E cita una terza fonte, questa del Pentagono: "I generali americani di solito restano e combattono finché non vengono licenziati".
La minaccia di un’ondata di dimissioni, sottolinea il ’Times’, coincide con l’avvertimento lanciato dal vicepresidente degli Stati Uniti, Dick Cheney, secondo cui tutte le opzioni inclusa quella militare sono ancora sul tavolo; mentre Tony Blair aveva detto che "sarebbe un errore una azione militare contro l’Iran". Un rapporto del direttore generale dell’agenzia internazionale per l’energia atomica, Mohammed ElBaradei, ha detto da appena due giorni che gli iraniani per l’ennesima volta non hanno rispettato l’ultimatum internazionale che ingiungeva di interrompere l’arricchimento dell’uranio. Gli Stati Uniti vogliono che la questione sia riportata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per punire l’Iran con nuove sanzioni.