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TORTURE IRAQ/ CAMP BREAD BASKET, L’ABU GHRAIB BRITANNICA
Publie le mercoledì 19 gennaio 2005 par Open-PublishingTORTURE IRAQ/ CAMP BREAD BASKET, L’ABU GHRAIB BRITANNICA - punto
19/01/2005 - 16:50
La stampa britannica pubblica le foto dello scandalo
Roma, 19 gen. (Apcom) - Si chiama Camp Bread: rischia di diventare l’Abu Ghraib della Gran Bretagna. La finora sconosciuta base militare britannica nei pressi di Bassora è stata infatti teatro del primo caso documentato di maltrattamenti ai prigionieri iracheni detenuti dalle truppe del Regno Unito.
A far esplodere lo scandalo un rullino di 22 fotografie che nel maggio del 2003 il militare in licenza Gary Bartlam aveva portato a sviluppare nella sua città natale di Tamworth: immagini che hanno spinto il laboratorio fotografico ad avvertire la polizia. Le stesse foto, diffuse dalla Corte marziale che si occupa del caso, sono apparse oggi sulle prime pagine di tutti i giornali del Paese.
Foto e titoli sono esplicativi: "Barbaro, prepotente, britannico", esclama il tabloid the Sun - prigionieri costretti a spogliarsi, simulare atti sessuali fra di loro e alzare il pollice in segno di approvazione - "La vergogna britannica", titola laconico il Daily Mail - detenuti obbligati a simulare atti sessuali - "Immagini che fanno vergognare l’esercito britannico", si indigna il Times - un prigioniero steso a terra, avvolto in una rete da carico e apparentemente preso a calci.
Ma ancora un detenuto legato, imbavagliato e portato in giro appeso ad un carrello elevatore, un altro utilizzato da uno dei militari come se fosse una tavola da surf, un altro steso a terra e apparentemente preso a pugni: immagini "disgustose e scioccanti", le ha definite il premier Tony Blair, intervenuto oggi alla Camera dei Comuni.
I colpevoli per ora sono solo tre, tre caporali del Royal Regiment of Fusiliers commilitoni di Bartlam: Daniel Kenyon, Mark Cooley, e Darren Larkin. Per loro nove capi di imputazione, tutti respinti dagli accusati con l’eccezione di Larkin, che ha ammesso un singolo caso di maltrattamento: rischiano un massimo di due anni di carcere e il congedo con disonore.
La linea dell’establishment politico e militare - come già avvenne oltreatlantico per Abu Ghraib - è di ferma condanna ma allo stesso tenmpo di decisa delimitazione del fenomeno: non solo Blair, ma anche i leader dell’opposizione - il Tory Michael Howard e il socialdemocratico Charles Kennedy - hanno ribadito che quanto accaduto non può danneggiare "il meritato buon nome delle forze britanniche", mentre il premier ha sottolineato come "la grande maggioranza" dei 65mila effettivi impiegati in Iraq abbia servito con "onore, coraggio e distinzione".
Ma i legali dei militari - sotto processo nella base militare di Osnabrueck in Germania - fanno balenare un’altra verità: "Obbediva agli ordini" ha spiegato l’avvocato di Kenyon, che getta la responsbailità di quanto accaduto alle istruzioni con le quali l’ufficiale comandante degli imputati aveva presentato il "Piano Alì Babà" per la repressione del saccheggio. "Essere duri" con chi veniva catturato, aveva ammonito il maggiore Dan Taylor: e i suoi uomini avrebbero rispettato gli ordini.
Ma qualunque sia la spiegazione, conclude un editoriale del Guardian, "le foto che pubblichiamo oggi rendono una burla le giustificazioni morali di una guerra teoricamente combattuta in nome della democrazia, della libertà e dei diritti umani".
2005 APCOM
http://notizie.virgilio.it/informazione/temi/articolo.html?cart=11570639&ctm=837
Le foto
http://notizie.virgilio.it/gallery/Iraq_le_torture_degli_inglesi/index.html?pmk=hpdefstr1_3




