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TRF - FERRERO, MEGLIO LASCIARLO IN AZIENDA

Publie le mercoledì 30 maggio 2007 par Open-Publishing
5 commenti

(AGI) - Roma, 23 maggio 2007.

Meglio lasciare il Tfr in azienda che investirlo nei fondi pensione.

E’ l’opinione del ministro della Solidarieta’ sociale, Paolo Ferrero, interpellato dai cronisti a margine di un convegno al Forum P.A.. "I lavoratori non si fidano dei diversi fondi - ha spiegato Ferrero - perche’ in questi anni hanno sentito di troppi fallimenti. Visto che la pensione e’ una cosa seria dove si investono risorse per anni, nessuno vuole arrivare dopo 30-40 anni, quando e’ piu’ debole, ad avere delle sorprese".
Per questo "se un lavoratore mi si avvicinasse - ha confessato il ministro - per un consiglio sul Tfr, gli direi di lasciarlo in azienda".
Ferrero ha anche ricordato l’ipotesi di "un fondo pensioni pubblico presso l’Inps in modo che tutti i lavoratori abbiano la possibilita’ di scegliere", un punto del programma che "non e’ stato attuato.
Ed e’ il motivo - ha sottolineato - per cui non ho votato il provvedimento sul Tfr".

NO AI FONDI PENSIONE PRIVATI

NO AI FONDI PENSIONE DI CGIL-CISL-UIL

NO ALLO SCIPPO DEL TFR/TFS

SI A PENSIONI PUBBLICHE DIGNITOSE !

LAVORO STABILE - SALARIO - DIRITTI

(RdB-CUB Tesoro)

Messaggi

  • Dire comune, tutto gaudio.

    inviato da: Luigi Misuraca · il 30/5/2007 ·

    Del T.F.R. ho già detto tutto ciò che sapevo ripetendolo fino alla nausea.

    Non che ce ne fosse bisogno ma le affermazioni del Ministro Ferrero, il nostro dire comune, porta al tutto gaudio.

    Certo un esponente del Governo che suona "stonato" nel coro dei consensi al trasferimento della liquidazione sui Fondi Pensione - per come voluti, senza il minimo rendimento garantito - la dice lunga e rincuora chi ha sempre sostenuto, anche in Assemblee tra i lavoratori, nella qualità di Dirigente sindacale, la Verità.

    Oggi (30/5) su La Repubblica c’è un articolo su un Fondo Pensione che i Lavoratori farebbero bene a leggere, domani sul mio Blog www.eugualemcalquadrato.ilcannocchiale.it ritornerò sulla questione dei rendimenti ridotti per le donne rispetto agli uomini.

    Un grazie particolare al coraggio del Ministro Ferrero il quale, Uomo libero anche nella circostanza, dimostra come anche in un coro di "consensi" ci possa essere colui che stona, dicendo il Vero alle orecchie dei Lavoratori.

  • Oggi ho chiesto ad un mio amico dirgente sindacale: ma quanto ha reso quest’anno il fondo della tua azienda (una nota banca)? Lui mi ha detto: all’incirca l’un per cento, ed io : ma se il mercato azionario è salito del 10 ed i bot al minimo rendono il 3,5 come mai quello aziendale rende solo l’uno?Ma sai, mi dice, tra oneri di gestione, consulenze ad amici ed amichetti (capisci a me) e vari cazzi il fondo rende molto meno del mercato tanto vero che negli ultimi 4 anni il mercato azionario è salito di circa il 60% ed il nostro fondo solo del 15%. A me pare allora che tutta questa storia dei fondi sia solo un modo per far fare un buon affare a gestori di moralità perlomeno dubbia e sindacalisti furbacchioni.

    • Bè, non è automatico che se la borsa sale di tot anche TUTTI i fondi salgano della stessa quota!
      Dipende da mille fattori (la composizione del fondo, i mercati in cui investe, la valuta ecc...)

      Chiaramente, se un lavoratore destina il suo TFR ad un fondo aperto si sottopone (in modo + o meno rilevante) alle oscillazioni del mercato. Ma bisogna tenere presente che per condurre valutazioni è un po’ pochino basarsi solo su un singolo anno!

      gio

  • 6 Giugno 2007
    Il TFR mormorò...

    Il Piave mormorò: “Non passa il fondo pensione. Difendi il tuo TFR”.

    Se lavori nel settore privato ed entro fine giugno non dici nulla, il tuo TFR finirà nel risparmio gestito.

    Un’avventura da far tremare i polsi. Da vent’anni i fondi comuni fanno perdere soldi. E i fondi pensione sono pronti a ripetere gli stessi disastri.

    Il silenzio assenso è una trappola. Cambiano le carte in tavola senza chiedere nulla. E’ il gioco delle tre tavolette con i soldi di una vita.

    Non è vero che costruiscono una pensione integrativa: danno il TFR in pasto all’industria del risparmio gestito. Il TFR, nella forma attuale, esiste dal 1982. Ha funzionato bene per 25 anni.

    E’ pericoloso giocarsi la pensione alla roulette. Puntare sulle borse. Se uno è fortunato ci guadagna, ma se gli va male perde un pezzo di liquidazione.

    Se un consulente finanziario concupisce il TFR, il vostro tesoretto, chiedetegli di ribadire a questi punti:

     nessun fondo pensione protegge dall’inflazione come il TFR, i vantaggi fiscali della previdenza integrativa sono divorati dai costi

     negli anni di vacche magre va in fumo gran parte della liquidazione

     se aderite alla previdenza integrativa vi legate le mani fino all’età della pensione

     il TFR è sicuro anche se l’azienda fallisce perché è garantito dall’Inps

     se siete licenziati lo incassate subito, il fondo pensione invece no.

    La riforma del TFR è un esempio perfetto di legge bipartisan: Berlusconi l’ha creata e Prodi non ha cambiato una virgola.

    C’è un libro che spiega come difendersi: è “La pensione tradita” di Beppe Scienza.

    La lezione del libro è straordinaria: state fermi, rimanete dove siete, ogni piccolo movimento può essere usato contro di voi. Almeno non fateli godere.

    Beppe Grillo

    da www.beppegrillo.it

    • TFR: SCIMIA (COVIP), OBIETTIVO 40% ADESIONI LONTANO

      “Sicuramente a giugno non riusciremo a raggiungere il 40 per cento di adesioni sperato. Forse riusciremo ad avvicinarci a questa soglia soltanto alla fine dell’anno”. A dirlo è Luigi Scimia, presidente della Covip, in un’intervista a Finanza e Mercati: ’Per decidere eventuali correttivi, però, bisogna aspettare a settembre, perché le cifre che riguardano i lavoratori silenti ci saranno comunicati dall’Inps a fine agosto’. Aggiunge poi il presidente dell’organismo di vigilanza sui fondi pensione: “Bisognerebbe aumentare gli incentivi fiscali, azzerando magari la tassazione sui rendimenti dei fondi, oggi pari all’11 per cento. L’alternativa sarebbe rendere le adesioni obbligatorie. Ma devono essere aggiunti due paracadute: creare un fondo di garanzia, con un contributo minimo di tutti gli aderenti, utile ad aiutare fondi pensione in difficoltà. E poi rendere la scelta reversibile, con finestre di tre o quattro anni per tornare indietro”.

      07/06/2007 11.28