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“Al raid del pigneto c’ero pure io, l’ho fatto per difendere il quartiere, ci stava pure uno di colore. Io non sono razzista c’ho pure il tatuaggio del Che”. Una notizia del genere sembrerebbe sconvolgente per chi non vive nelle contraddizioni della strada, per me è normale. Quando andavo in curva, mi ricordo di gente con la maglietta del Che che diceva terroni ai napoletani, per non parlare degli ululati quando un giocatore di colore toccava la palla.
C’è uno scarto tra il simbolico e le pratiche sociali che è oramai avvenuto da tempo, uno scarto che in qualche modo si esplicita oggi più chiaramente nella rarefazione delle strutture politiche classiche nei territori, che in qualche modo determinavano una coerenza tra l’appartenenza simbolica e l’azione concreta. La strada oggi ci proietta tutte le sue contraddizioni, e al di la del singolo evento ci dice che dove non arriva lo Stato o l’autorganizzazione sociale arriva la tribù, il gruppo che si muove e tenta di ristabilire il mal tolto, o la presunta ingiustizia con le proprie pratiche.
Più forte è la guerra del singolo contro l’altro più forte si crea il bisogno di appartenenza, e mutuo aiuto tra pari, il sentirsi membro di una comunità, di un quartiere. Penso che questo sia un sentimento positivo, e da comprendere, penso invece che sia negativo il fatto che ancora una volta è bastato l’atto di un diverso per concentrare un’azione di una comunità contro un’altra.
Dovremmo forse chiederci se abbia ancora senso pensare alla comunità come elemento che costruisce capitale sociali tra territori o dovremmo forse pensare che il vero tema è ricostruire il legame sociale per chi sta dentro e fuori di esse? Se ci fosse stato un presidio sociale effettivo nel quartiere in grado da subito di mettersi in mezzo nella contraddizione e districarla, sarebbero andate così le cose ?
Creare presidi sociali permanenti vuol dire in fin dei conti radicarsi nelle contraddizioni del quotidiano e prevenire il conflitto tra poveri, è l’opposto delle ronde della lega che arrivano una volta a settimana con le pettorine. Non è poi così difficile creare banche del tempo, gruppi di acquisto, sportelli, azioni di animazione di quartiere, sarebbe ora di farlo, perchè siamo andati oltre le peggiori previsioni.
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