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Termico e solare, molto più del nucleare

Publie le lunedì 2 marzo 2009 par Open-Publishing

Riporto alcuni articoli

Non solo acqua calda per il futuro del solare termico

Un documento della European Solar Thermal Technology Platform delinea gli sforzi di ricerca e sviluppo tecnologico necessari al solare termico. Obiettivo e’ soddisfare il 50% della domanda di energia termica nel lungo periodo.

Il solare termico puo’ fornire molto di piu’ che acqua calda per uso domestico. Questo e’ quanto afferma Gerhard Stryi-Hipp, direttore della European Solar Thermal Technology Platform (ESTTP) e che, in fondo, e’ l’assunto alla base di una roadmap per far fare il grande balzo tecnologico al settore. L’ESTTP ha infatti presentato la scorsa settimana un documento (“Solar Heating and Cooling for a Sustainable Energy Future in Europe”, in allegato) che e’ una sorta di agenda strategica per la ricerca nel settore solare termico, sviluppata da 100 esperti, che descrive gli sforzi e le infrastrutture necessarie a raggiungere l’obiettivo di fornire il 50% della domanda di energia per il riscaldamento e il raffrescamento con il solare.

Per ottenere questo obiettivo bisognera’ fare molto di piu’, con nuove tecnologie e applicazioni che dovranno essere sviluppate e messe in campo nel corso dei prossimi anni.
Gia’ nel 2006 l’ESTTP aveva formulato la sua visione al 2030 per la produzione di calore a bassa temperatura con il solare, facendo lavorare su questo target industriali e ricercatori su una Strategic Research Agenda (SRA) per renderlo fattibile. La SRA ha identificato interessanti campi di applicazione da far crescere: edilizia solare attiva, ristrutturazioni con il solare, calore solare per processi industriali (fino a 250°C) e per riscaldamento e raffrescamento di quartieri (district heating & cooling).

Tra le piu’ importanti sfide della ricerca ci sara’ lo sviluppo di accumulatori di calore solare sempre piu’ efficienti, economici e compatti da utilizzare nel corso dei mesi invernali. Nel settore del calore l’uso delle fonti convenzionali potrebbe essere ridotto drasticamente una volta che le rinnovate tecnologie che utilizzano nuovi materiali o processi termochimici diventeranno disponibili a basso costo sul mercato .
Serviranno allora molte risorse per la ricerca di base che dovra’ puntare ad ottimizzare soprattutto il raffrescamento solare (solar cooling), i collettori solari ad elevate temperature, il trattamento dell’acqua prodotta dal solare.

Come si dice spesso in sede europea, il solare termico e’ una sorta di gigante ancora dormiente dalle immense potenzialita’. Cio’ vale anche per le altre tecnologie rinnovabili termiche, tanto che lo Steering Committee dell’ESTTP sta pensando di allargare la piattaforma di esperti alle biomasse e alla geotermia.

Ma per sfruttare i grandi benefici del solare termico e’ richiesto un sostegno importante alla ricerca e sviluppo e far diventare questa una priorita’ dei governi europei, soprattutto perche’ il comparto e’ fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi del 20% di rinnovabili al 2020.

Geotermia

L’Italia e’ stato il primo paese al mondo a sfruttare l’energia geotermica, con il primo impianto realizzato nel 1913 a Larderello.
Attualmente sono attive in Toscana le centrali geotermiche di Larderello, Montieri, Travale e Monte Amiata, che forniscono circa l’1,5% della produzione totale dell’energia elettrica nazionale.

Grazie al calore proveniente dal sottosuolo nella centrale di Larderello, si produce circa il 25% del fabbisogno elettrico di TUTTA la Toscana.

Rainews24

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Luigi Vecchi

Se si facesse un buco nella crosta terrestre, ad ogni km scavato la temperatura aumenterebbe di 30° gradi. Dai 4000 ai 7000 gradi è la temperatura del nocciolo della terra. L’interno della Terra e’ cosi’ caldo a causa del calore remoto dovuto dall’accrescimento del pianeta e dal calore generato da tracce di minerali radioattivi. Questo calore fuoriesce in continuazione dalle viscere della Terra e puo’ essere utilizzato per generare energia sotto altre forme.

Il calore viene estratto per mezzo di sonde geotermiche o mediante sistemi di circolazione naturale, come le sorgenti termali, e viene impiegato come fonte di calore oppure per produrre energia elettrica .
L’energia geotermica non produce ne’ sostanze nocive per l’aria ne’ CO2 ed e’ utilizzabile sia direttamente come sorgente di calore per il riscaldamento degli edifici, sia convertendola in energia elettrica sfruttando le turbine a vapore che si utilizzano anche nelle centrali termoelettriche a carbone, ma con sorgente di calore diversa.

Sembra che la reale quantita’ di energia racchiusa dal pianeta sia cosi’ immensa che potrebbe garantire il fabbisogno energetico dell’intero pianeta, fino alla fine dei tempi. Praticamente inesauribile, specie se si pensa di poter utilizzare quelle formazioni geotermiche che forniscono solamente acqua calda anziche’ vapori.

Piu’ arduo e per questo non sfruttata adeguatamente e’ raggiungere questa energia e convertirla in modo efficiente.
Si stima che, oggi, e’ possibile accedere soltanto ad una quantità di energia pari al consumo mondiale in un anno.

Un interessante uso delle acque geotermiche a basse temperature e’ costituito dall’innaffiamento delle colture di serra o all’irrigazione a effetto climatizzante, in grado di garantire le produzioni agricole anche nei Paesi freddi.

L’ Islanda, grazie all’abbondanza di questa risorsa, e’ il paese piu’ all’avanguardia in Europa e basa metà del suo fabbisogno energetico sfruttando il naturale equilibrio tra l’acqua calda in profondita’ e l’atmosfera glaciale esterna, utilizzando percio’ l’energia che ne deriva direttamente, come fonte di calore per il riscaldamento degli edifici.

I paesi che al 2005 sfruttano le risorse geotermiche per produrre elettricita’ sono 24. In alcuni l’energia geotermoelettrica svolge un ruolo importante nella bilancia energetica nazionale. Essa rappresenta (2005) il 24% dell’energia elettrica totale prodotta in El Salvador, il 19,2% in Kenya, il 19,1% nelle Filippine, il 15% in Costa Rica, il 9,8% in Nicaragua ed il 6,7% in Indonesia.

Altri luoghi dove l’energia geotermica dovrebbe essere abbondante sono quei paesi della fascia pacifica, in particolar modo dove l’ampia attivita’ vulcanica mostra la sua vicinanza alla superficie terrestre. La costa occidentale del Sud America, dell’America Centrale e del Nord America sono ricchi di energia geotermica. Forse, la regione piu’ ricca e’ il Pacifico occidentale, inclusa l’Indonesia, le Filippine, il Giappone e le coste orientali e meridionali della Cina.

Un’altra regione abbondante di energia geotermica e’ la Rift Valley, che si allunga attraverso l’Africa orientale su verso il Medio Oriente. Ma anche nel Mediterraneo orientale vi sono zone ben fornite.

Alcuni paesi hanno sufficiente energia geotermica da coprire tutti i loro bisogni energetici.

The Geysers, invece, e’ il piu’ grande giacimento geotermico scoperto nel mondo. Nelle montagne di Mayacamas, situate 72 miglia a nord di San Francisco, i serbatoi naturali del giacimento del vapore sotto la superficie della terra sono sfruttati dalla Calpine corporation ed e’ in grado di trasportare quasi 27.000 megawatt di energia pulita.

In Italia sono attualmente operative 32 centrali geotermiche, che producono elettricita’ sfruttando il vapore naturale, per un totale di 790,5 MWe(megawatt elettrici).

La produzione di energia elettrica dalla geotermia e’ fortemente concentrata in Toscana, coprendone il 25% del fabbisogno energetico attraverso il centro nevralgico di sfruttamento della zona di Larderello.

Le centrali geotermiche dell’ENEL producono circa 5 miliardi di kWh all’anno di energia elettrica, pari al fabbisogno energetico di circa 2 milioni di famiglie italiane. In questo modo vengono risparmiate 1.100.000 tonnellate equivalenti di petrolio ed è possibile evitare l’emissione di 3.8 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

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Se col nucleare si avrebbe il 4% del fabbisogno di energia, il geotermico darebbe il 10%

Nel 1904 il principe Piero Ginori Conti intui’ le potenzialita’ della geotermia a Larderello, in Toscana, quando con un rudimentale generatore geotermico riusci’ ad accendere 5 lampadine. In 10 anni il sistema fu migliorato fino a garantire a tutta la zona circostante il piccolo paese toscano 2750kW di elettricita’. Se ne interesso’ mezza Europa. A visitare i soffioni di Larderello arrivo’ persino Marie Curie, la scienziata vincitrice di due premi Nobel per la fisica e la chimica.

Oggi la geotermia e’ usata soprattutto in Islanda, dove scalda l’85% delle case. Ma si tratta di geotermico di 1a o 2a generazione e gli esperti sono convinti che la vera svolta possa arrivare da quello di 3a, accessibile anche a chi non ha la fortuna di avere le speciali caratteristiche geologiche dell’Islanda. Per promuoverlo in Italia e’ nata un’associazione non-profit, l’Egs-A/Aisga, che riunisce un vasto gruppo di tecnici e scienziati delle principali facolta’ di scienze ed ingegneria e dei migliori centri di ricerca. Secondo loro l’Italia con il geotermico di 3° generazione potrebbe raggiungere a costi competitivi nel giro di una decina di anni l’obiettivo di un contributo pari ad almeno il 10% dell’energia prodotta. Ma non e’ stato fatto niente.

Dal 1994 al 2007 l’incremento di produzione da geotermico e’ stato di poco piu’ di 2.000 GWh, dal geotermico nel 2007 sono stati prodotti complessivamente 5.569 GWh, pari a circa l’l .5% del fabbisogno nazionale, molto meno di quello che si potrebbe ottenere con un’adeguata innovazione tecnologica.

Basterebbe investire nella ricerca ma il Governo la taglia.

La tecnologia Egs (Enhanced Geothermal Systems) ha gia’ prodotto evidenti progressi.
Occorre porre “in profondita’ scambiatori di calore a circuito chiuso che possano consentire di fare transitare che dovra’ scaldarsi a sufficienza vicino la roccia calda, per giungere alle turbine o agli scambiatori posti in superficie».

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Sole e vento? Un affare Basta sfatare dieci miti

Interessante un libro appena uscito in Inghilterra: Ten technologies to save the pianet" di Chris Goodali, esperto di energie rinnovabili,
Governi, scienziati e media si interessano sempre piu’ del solare e dell’eolico ma l’opinione pubblica non crede che posano sostituire il petrolio.

Goodali dice che ci sono dei miti da sfatare.

Intanto non e’ vero che il solare sia costoso, i pannelli solari stanno migliorando sempre piu’, sono piu’ sottili e efficienti. Potranno produrre elettricita’ quanto le centrali elettriche. Gli esperimenti fatti in Spagna e Germania sono molto incoraggianti. E un giorno potremmo prendere l’energia che ci serve dal Sahara.

Non e’ vero che l’energia eolica e’ inaffidabile. Gia’ oggi in certi periodi dell’anno produce il 40 % del fabbisogno energetico della Spagna.
Non e’ vero che non possiamo sfruttare le correnti marine. In Irlanda e Portogallo hanno cominciato a funzionare i primi generatori a turbina che sfruttano le onde.

Falso anche che le centrali nucleari siano piu’ economiche di altre fonti: i costi dell’energia nucleare sono incontrollabili.

Non dobbiamo pensare ad auto elettriche lente e brutte, sono veloci, belle e avranno presto batterie al litio, in grado di ricaricarle economicamente e rapidamente. Danimarca e Israele vogliono in futuro solo auto elettriche.

I biocarburi (come l’etanolo) non saranno sempre distruttivi per l’ambiente.

E’ costoso pensare a case a emissione zero, ma intanto si possono ridurre le emissioni nocive delle case attuali e lo si fa in Germania.

Oggi abbiamo grandi stazioni elettriche, domani ci saranno micro-stazioni.
Infine non solo la tecnologia alta ma anche quella bassa ci aiuteranno ad avere un futuro migliore.

da masadaweb.org

Masada 883. Scelte dissennate del Governo: il nucleare

http://www.masadaweb.org