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Tessere i fili di una unità possibile
di Bruno Steri
E’ davvero difficile spiegare all’esterno le difficoltà che vive la nostra discussione interna, il suo carattere così radicalmente segnato dalla contrapposizione frontale. Non si tratta di minimizzare i differenti punti di vista. Se infatti facciamo uno sforzo di oggettivazione, vediamo che la stessa discussione, con il medesimo carattere di radicalità, non avviene unicamente nel nostro Paese e dentro Rifondazione: in Francia e in Spagna, nei partiti comunisti e nelle forze della sinistra, assistiamo ad uno stesso dibattito che tocca - tra l’altro - i medesimi punti di fondo, i rapporti a sinistra e l’atteggiamento nei confronti del governo.
Anche oggi qui, su un tema come il rapporto tra partito e movimento, tornano vecchie diatribe (e, io credo, vecchi fraintendimenti). In ogni caso, ciò è indice di una inadeguatezza complessiva (di elaborazione, di concretezza politica) delle forze di sinistra e, tra esse, dei comunisti.
Non dobbiamo nasconderci queste difficoltà, se vogliamo provare a superarle. Tuttavia resta paradossale, io credo, il ripetersi di modalità di confronto che non sappiano, oggi, trarre da quel che si sta producendo nell’oggettività – una crisi strutturale del sistema capitalistico come tale – indicazioni comuni: un comune impianto analitico che sappia risalire con chiarezza alle cause e sappia produrre proposte credibili, laddove altri balbettano o comunque malamente nascondono il paradosso di misure che conferiscono risorse a pioggia ai responsabili del tracollo economico-sociale e concedono una mancia a quanti da decenni subiscono la devastazione sociale indotta dall’impostazione neoliberista. Sono del tutto convinto che esista la possibilità di un solido e comune fronte di lotta, costituito da quanti saranno i protagonisti della giornata del prossimo 12 dicembre: soggetti sociali, forze sociali e di movimento, associazioni, partiti.
Beninteso, non sto parlando e non intendo ora parlare di liste elettorali. Mi riferisco a contenuti e ad una concreta capacità di opposizione. Da qui dobbiamo partire, da un articolato programma di lotta che fronteggi la crisi verticale del neoliberismo. Da qui dobbiamo ritessere i fili di un’unità possibile.