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Una testimonianza dalla Val di Susa
di Carlo Grande, della "Stampa"
Sono un giornalista della Stampa, questa notte ero dentro il presidio Anti-TAV e ho visto con i miei occhi quello che è successo: poco dopo le 3.30 cellerini, polizia e carabinieri sono arrivati in forze, (almeno
cinquanta tra furgoni e camionette, più di 500 persone, a occhi e nella concitazione del "momento", che è stato lunghissimo), hanno caricato e picchiato a sangue freddo, ragazzi e anziani. Uno stava dormendo, era
avvolto nelle coperte e sdraiato per terra, un’altra, il tipo più imbelle che abbia mai conosciuto, con un collare medico al collo, colpita in fronte, sanguinante, un anziano, avrà avuto settant’anni, buttato per terra
e picchiato..
Ci hanno chiusi nella baracca che la gente usava per scaldarsi, mi hanno tenuto lì quasi un’ora - la tensione era altissima e c’erano feriti - nonostante dicessi che ero giornalista. E’ arrivato il sindaco di Venaus, ho
chiesto ancora di uscire e mi hanno fatto andar via. Gli altri sono rimasti lì fino a stamattina alle sette, mi hanno detto che hanno ancora caricato.
A parte TUTTE le altre considerazioni, che sono tante, dico solo una cosa:
NON C’ERA BISOGNO DI PICCHIARE, NON C’ERANO FACINOROSI, NON "CI SONO
STATI "SCONTRI", "TAFFERUGLI", MA UNA CARICA CON PESTAGGI, MANGANELLATE su persone che non opponevano resistenza fisica, ma tende, qualche fuoco per scaldarsi, stufe a legna.
.
In quelle ore lo Stato e la democrazia sono state una parola vuota.
Carlo Grande
..
P.S. (nda)
la radio ha detto che ci sono sei agenti e sei poliziotti feriti, nessuno puo’ testimonarlo, chi era negli ospedali ha detto che sono arrivati dei poliziotti e degli agenti ma non si erano fatti niente, non e’ escluso che anch’essi siano rimasti feriti, non e’ escluso nemmeno che abbiano fatto una messa in scena per far sembrare teppisti le loro vittime
Messaggi
1. per il Sig. Carlo Grande , 6 dicembre 2005, 17:04
Sono un Valsusino, mi chiamo Denis, e volevo solo ringraziare la gente come lei che sui giornali dice ancora la verità! NO TAV
1. > per il Sig. Carlo Grande , 9 dicembre 2005, 01:36
grazie, grazie a lei, sono orgoglioso di aver fatto il mio dovere di giornalista
cordialmente
Carlo Grande (carlo.grande@lastampa.it)
2. > per il Sig. Carlo Grande , 9 dicembre 2005, 08:08
....e ce ne fossero di giornalisti come Carlo Grande! Saremmo tutti migliori. Ma dove erano i giornalisti quando massacravano il presidio alle 4 del mattino? mi pare che il divieto di mandare notizie dal fronte che non siano embedded valga per l’Iraq, non per la Val di Susa! Vergogna anche per i giornalisti italiani! che scrivono ormai sotto dettatura quel che comanda il padrone
viviana
3. > per il Sig. Carlo Grande , 9 dicembre 2005, 21:41
ce ne sono, cara Viviana, e hanno bisogno del vostro appoggio perché sono più esposti, hanno bisogno che cambi, e possiamo farlo solo insieme, il clima pesante che respiriamo. Ma le assicuro che ce ne sono!
cordialmente
carlo
4. > per il Sig. Carlo Grande , 10 dicembre 2005, 08:36
Al signor Carlo Grande
se fossi stata piu’ giovane e più forte, avrei voluto essere là tra la gente della Valsusa, che sta diventando per noi Italiani un GRANDE SIMBOLO DI RISCATTO contro il sistema affaristico di collusione e corruzione che domina il paese reale. Avrei voluto portare la testimonianza della mia presenza e del mio affetto e stringere qualche mano e mostrare la mia commozione. Tutto quello che posso fare è diffondere le loro lettere, le loro testimonianze, le prove dell’atrocità che si sta tramando a loro danno. Ma continuo a vedere la televisione e molti giornali sotto il controllo ferreo di quelli che diffondono menzogne e continuo a sentire politici, persino Realacci (che vergogna!) che si mostrano cinici e indifferenti a quanto accade. Francamente mi aspettavo da Legambiente o dai Verdi una presa di posizione molto dura, e invece sembrano affondati in una palude di mollezza, indifferenza e di disumanità come tutti gli altri; con tutto quello che succede sono quasi invisibili e nessuno sente la loro parola. Un solo contadino francese ha fatto piu’ notizia di tutti loro.
Dico una sola cosa: se le popolazioni del Vaiont avessero resistito a quella "grande modernità" che era la diga, sarebbero ancora vive!
Non vogliamo più vedere cose come il processo al petrolchimico di Marghera, la diossina di Seveso, la diga del Vaiont, le frane di Sarno, l’alluvione di Firenze, l’incendio del Monte Bianco...
Nel traforo dell’Ambin abbiamo lo stesso cinico affarismo, la stessa cieca protervia, la stessa incompetenza fatale, le stesse menzogne feroci. Non vogliamo piu’ piangere le morti, dopo.
Non vogliamo più tragedie. Vogliamo prevenirle prima. Abbiamo diritto ad avere un paese civile governato da gente civile, non da sporchi comitati di affari dove destra, e sinistra e centro si sporcano della stessa vergogna! Il traforo dell’Ambin sta segnando il definitivo crollo di tutti i partiti politici, affondati in una vergogna comune. La stupidità umana unita all’avidità di denaro hanno creato una miscela diabolica che ha già fatto abbastanza male a questo paese. E ad essa diciamo: BASTA!
I resistenti della Valsusa non sono solo i valligiani di una bella valle italiana, sono ormai il simbolo di tutta la gente migliore d’Italia, di quelli che si ribellano ai soprusi, che vogliono una paese più sano, contro l’affarismo partitico, che dicono: "Questa è l’ultima goccia, stiamo traboccando, non vi sopportiamo più! Non andrete più avanti così! Avete passato ogni limite di malvagità. Voi politici affaristi non siete più persone! Siete bocche di lupi famelici! Siete criminali! Siete la sporcizia d’Italia! Siete i nostri nemici giurati e dovete andar via da qui! Di qualunque partito siate! Non riusciamo più a tollerare nemmeno le vostre facce!"
Con tutto quello che accade, ho sperato vivamente, con tutte le mie forze, che i giornali migliori dicessero chiaramente la verità, svelassero in modo semplice e netto chi e cosa si nascondeva dietro le menzogne mercantili, e non era difficile, bastava ascoltare la gente, bastava andare sul posto, bastava fare due più due, non sono certo mancate le informazioni, precise, circostanziate, su cosa si stava facendo, su cosa si sarebbe potuto fare in alternativa, su cosa era bene e su cosa era ferocemente male, ma ho dovuto constatare che nessun giornale si è preso quella briga, perché anche la stampa non fa più informazione ma copertura delle notizie e deformazione delle stesse, anch’essa partecipa al grande incubo mediatico.
Qualunque articolo sull’argomento di un qualunque giornale europeo ha parlato più francamente. Quelli italiani non erano articoli, erano compromessi!
E a quel punto si annientano i giornali, i governi, le televisioni, i media, tutto diventa cenere e resta la gente, e solo la gente ha oggi il diritto e la volontà di dire la verità. Ed è per questo che diffondere quello che dice la gente è diventato il primo strumento di comunicazione, diretto, senza mediazione e strumentalizzazione.
Ora i giornalisti hanno fatto due giorni di sciopero e io tremo per questo, Nell’ultimo sciopero, che durò ugualmente due giorni, accaddero cose importanti, ci fu in particolare il terribile video di Rainews24 su Falluja sull’uso del fosforo bianco. Quando i giornali ripresero le pubblicazioni, quell’evento fu cancellato, due giorni di storia furono cancellati, come se la vita riprendesse quel mattino. Sono ancora sgomenta per il modo con cui è stato trascurato dai media italiani quel che è successo a Falluja.
Può darsi che anche questa volta accada lo stesso e questo è molto grave.
In due giorni di storia italiana abbiamo avuto la resistenza della Valsusa e il comportamentio folle dei sicari di Pisanu, il video shock della battaglia dei ponti a Nassirya che svela le bugie del regime sulla guerra, la contaminazione alimentare con uova marce e aspartame cancerogeno, senza alcun nome delle ditte coinvolte (sicuramente tutti i panettoni che mangeremo a Natale), lo scandalo delle 113 basi americane in Italia e delle centinaia di basi americane in Europa dove la CIA porta ’regolarmente’ i prigionieri da torturare, la vergogna della Cirielli. Se ancora una volta i giornalisti partiranno dal pane cotto al mattino, saltando due pagine di storia, smetterò di leggere i giornali.
Nel mondo in cui siamo c’è una sola possibilità: l’informazione. Ogni giornalista ha su di sé un compito immenso, egli non è solo un lavoratore o un professionista. E’ un combattente. E’ un resistente. Uno che dovrebbe essere a servizio solo della verità. Se non sarà questo, sarà solo un servo prezzolato di altri uomini che non farà informazione, ma farà regime.
C’è una profezia di Papa Giovanni che amo molto, non perchè l’ha detta lui, ma perché la credo vera: nel nostro tempo gli uomini sapranno tutto. Non ci sarà malvagio di cui non sarà svelato l’inganno. Tutto verrà alla luce. Gli uomini avranno la possibilità di sapere tutto e potranno scegliere di vivere nella luce della verità o nell’oscurità della menzogna. Aumenterà la responsabilità di ognuno. Nessuno potrà più dire che non sapeva.
Ma ancora di più abbiamo bisogno di persone come Carlo Grande, che stiano dalla parte della verità e non del compromesso. Per questo lo ringrazio non solo a nome del Val di Susa ma di noi tutti.
Ci sono poche centinaia di faccendieri e tra poco sentiremo anche i loro discorsi elettorali, pieni di promesse che qui, oggi, hanno già rinnegato, che sono già qui, oggi, non più credibili.
Ci sono 60 milioni di italiani. Pensiamo a loro!
Viviana