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Tfr e Fondi Pensione - La borsa o la vita

Publie le venerdì 19 gennaio 2007 par Open-Publishing
2 commenti

Il "file" è decisamente pesante, per cui ci limitiamo a mettere il link

http://www.perlapensionepubblica.it/spip.php?article18

Ma ne vale veramente la pena ......

Messaggi

  • Perché no ai fondi pensione ( da un insigne matematico)

    Per il professor Beppe Scienza, la previdenza complementare non garantisce il potere d’acquisto delle somme versate.

    Che cos’è che non va nella legge sulla destinazione del Tfr alla previdenza complementare?

    «Oltre alla subdola clausola del silenzio-assenso, soprattutto una grave disparità di trattamento: chi tiene il Tfr nella forma attuale potrà sempre cambiare idea; chi passa alla previdenza complementare, non potrà mai tornare sui suoi passi. Poi ci sono vere e proprie assurdità».

    Ci faccia un esempio...

    «Nei fondi pensione chiusi piazzeranno i propri uomini (e donne) sia i sindacati sia le aziende. Ma qui la concertazione non ha nessun fondamento: i soldi nei fondi spettano solo ai lavoratori che aderiscono. Che cosa c’entrano i datori di lavoro?».

    Eppure è una legge che gode di un largo consenso…

    «Diciamo pure che è un esempio da manuale di un provvedimento cosiddetto bipartisan: il Governo Prodi ha anticipato in fretta e furia la riforma Maroni-Tremonti, praticamente senza cambiarne una virgola».

    Ma nella sostanza conviene tenersi il Tfr o aderire a un fondo pensione?

    «Per chi entra ora nel mondo del lavoro, rinunciare al Tfr vuol dire non ricevere più la liquidazione nel momento in cui venisse licenziato: già questo è molto grave. Per tutti significa che, all’età della pensione, almeno metà del capitale nel fondo sarà obbligatoriamente convertito in una rendita a condizioni decise da altri. In ogni caso è prudente tenersi ben stretto il Tfr finché non esistono fondi che garantiscano il potere d’acquisto delle somme versate».

    Quali garanzie abbiamo che la gestione dei fondi sia trasparente?

    «La legge sulla previdenza complementare non impone nessuna particolare trasparenza, per cui è scontato che essa sarà ancora minore rispetto a quella (quasi nulla) dei fondi comuni d’investimento».

    È vero che la pensione integrativa sarà liquidata un giorno da una compagnia di assicurazioni?

    «Potrebbe anche essere lo stesso fondo pensione a farlo. In entrambi i casi si corrono rischi d’insolvenza, perché non esiste nessun fondo di garanzia, come invece per i soldi depositati in banca».

    Chi ci guadagna di più dai fondi pensione: il lavoratore o il gestore?

    «Il gestore ci guadagna comunque vadano le cose. Il rischio è scaricato tutto sul lavoratore, che può guadagnarci o rimetterci anche molto. Il vero vantaggio del Tfr non risiede comunque in un’alta redditività, ma in un’elevata sicurezza».

    Ma i fondi pensione possono anche fallire?

    «No, ma in situazioni come quelle degli anni Settanta, un fondo azionario perderebbe anche il 75 per cento del suo valore reale. In un caso simile i ¾ della pensione integrativa andrebbero in fumo. Il limite di tutta la previdenza complementare è l’assenza di garanzie in termini reali, mentre il Tfr difende egregiamente il potere d’acquisto delle somme accantonate».

    *Intervento tratto dal sito www.beppescienza.it per gentile concessione del Prof. Beppe Scienza, docente di matematica all’Università di Torino.

  • Comitato contro lo scippo del TFR - Roma

    SI E’ COSTITUITO IN
    ASSEMBLEA PUBBLICA IL 19 GENNAIO 2007 IL COMITATO ROMANO (collegato al
    coordinamento nazionale messo in piedi il 1° Dicembre 2006 a Milano)
    CONTRO LO SCIPPO DEL TFR/TFS E PER LA PREVIDENZA PUBBLICA.

    All’ assemblea ha partecipato un compagno del Coordinamento nazionale, che
    ha illustrato dopo l’ introduzione di un esponente del comitato
    promotore, alcune delle questioni che dovranno diventare nei prossimi
    mesi l’intervento articolato e capillare del coordinamento nazionale e
    di quelli cittadini.
    L’ intervento e la presenza di un esponente del
    Coordinamento nazionale, ha dato ulteriore spessore e legittimazione al
    percorso che in città si è iniziato oltre un mese fa con la prima
    riunione e la formazione di un comitato promotore.
    Il Comitato di
    Roma, è la prima situazione che si sta organizzando a livello
    nazionale, come riferimento territoriale e su una lotta che si
    preannuncia molto difficile ma che va sostenuta e rafforzata.
    Diverse
    decine le delegate e i delegati di vari posti di lavoro, privati ma
    anche delle Pubbliche Amministrazioni, che sono stati presenti e sono
    intervenuti, anche in rappresentanza di un vasto arco di forze
    sindacali e politiche.
    Dagli interventi sono emersi, oltre alla
    necessità di costituzione formale del comitato cittadino, l’interesse a
    scambiare le varie esperienze sui fondi pensione e l’operazione che si
    è definita dello scippo del TFR (TFS per i dipendenti pubblici, anche
    se dal 2000 anche nel Pubblico Impiego si chiama TFR per coloro che
    sono stati assunti a partire da quell’anno).
    Si è convenuto di
    lanciare una campagna articolata e diffusa di informazione sui posti di
    lavoro, con la distribuzione dei materiali fin qui prodotti e dove
    possibile la formazione di comitati aziendali che fungano da punto di
    riferimento e come snodo dell’articolazione cittadina e nazionale.
    Si
    è lanciata la proposta di stampare un manifesto cittadino, che fornisca
    alcune parole d’ordine comuni e indicazioni a lavoratrici e lavoratori,
    già sottoposti alla campagna di lavaggio del cervello; sulla bontà e
    sulle opportunità, fasulle, conseguenti all’adesione ai fondi pensione,
    sui quali il comitato nutre la più netta opposizione; nonché di
    indicare i punti di riferimento del comitato cittadino data la
    estensione della città di Roma e la necessità di avere maggiore
    incisività.
    La prima indicazione è quella di far esprimere al
    maggior numero di persone la propria esplicita dichiarazione di
    mantenimento della disponibilità personale del TFR maturando (e quindi
    il mantenimento presso il datore di lavoro) per non far scattare il
    meccanismo del silenzio-assenso, dichiarazione da far fare anche ai
    precari, entro Giugno 2007.

    LA PROSSIMA RIUNIONE ORGANIZZATIVA DEL
    COMITATO ROMANO E’ PREVISTA PER IL 2 FEBBRAIO 2007 ORE 18
    (INDICATIVAMENTE all’ITIS GALILEI, VIA CONTE VERDE 51).

    al
    Comitato hanno già dato la loro adesione: Rete 28 Aprile-CGIL, Unione
    Sindacale Italiana USI AIT, Cobas Telecomunicazioni, il Sincobas/SdL
    Intercategoriale di Roma;UNICOBAS Scuola di Roma, le rappresentanze
    sindacali e lav. di Farmacap, Zètema Progetto Cultura, Coop. Alisei,
    Comunità di Capodarco, Soc. Coop. IL CIGNO, Consorzio Sintesi, Soc.
    Coop Il Brutto Anatroccolo, Soc. CIMA Impresa di pulimento, Assoc.
    Roma 81, RCS Produzioni, RSU del Comune di Roma, lav. e delegati
    Biblioteche di Roma, Cocittos (operatori sociali), Circolo TLC del PRC-
    SE, lav. del Ministero della Salute, dell’ISPESL, di Edit Coop (SLC
    CGIL), Coord. G.C. di Roma, delegati FIOM Roma Sud, Lav. Soc. Lazio
    Service SpA, USI AIT Scuola, Comitato Autonomo lav. canili
    comunali/RSA USI AIT/AVCPP, Saturno Salvagni (Responsabile Lavoro,
    precarietà e reddito - Fed. Roma PRC).

    Info: 06/70451981
    (con segr. telefonica)

    Per adesioni ulteriori mail: alex_950@yahoo.it