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Tormentoni sindacali .....

Publie le domenica 21 gennaio 2007 par Open-Publishing
3 commenti

Osservando le cose che stanno avvenendo in questi mesi, gli interventi e le riflessioni dei nostri sindacalisti, è facile registrare alcune uscite che, ripetute in continuazione, diventano ... appunto ... dei tormentoni.

Fin qui nulla di grave (il tormentone è un modello comico che risale alla commedia dell’arte) se però non si trattasse di questioni che riguardano cose concrete, come ad esempio il futuro di milioni di lavoratori.

Alcuni esempi:

Pensioni integrative:

Sono ancora rare, ma sono cominciate, le prime assemblee sindacali per spiegare ai lavoratori quanto sia opportuno investire la propria liquidazione in borsa.

Tra le argomentazioni più sentite almeno due meritano di essere trattate.

Ricorrere alla previdenza integrativa è necessario perchè la pensione pubblica non garantirà più una copertura adeguata e sufficiente. Forse i sindacalisti che fanno le assemblee non se ne accorgono ma così affermano una cosa gravissima, e cioè che, secondo loro, una battaglia per difendere e rilanciare la previdenza pubblica non esiste più nell’agenda sindacale (e ciò lascia perplessi se si pensa che è praticamente già aperto un nuovo tavolo che metterà le mani sulle nostre pensioni pubbliche). Il messaggio che ci mandano è quindi che il pilastro principale sarà d’ora in avanti sempre più la gamba privata della previdenza, ossia quella dei fondi finanziari.

Investire il proprio Tfr nei fondi pensione Finanziari conviene perchè altrimenti il vostro Tfr finirà in un fondo Inps oppure rimarrà in azienda, così il vostro Tfr lo useranno altri. Come ipocrisia non è male. Se veramente i nostri sindacalisti sono così perplessi sulla destinazione di parte del Tfr ad un fondo Inps (nella disponibilità del Ministero del Tesoro per fare non si sa cosa) perchè hanno di fatto accettato che ciò accadesse standone zitti durante la discussione sulla Finanziaria?.

Ma l’affermazione di cui sopra (che pare usata a piene mani durante le assemblee) serve solo a nascondere il fatto che il Tfr che purtroppo (anche grazie a loro) andrà all’Inps o che rimarrà in azienda, mantiene tutte le caratteristiche e le tutele di una voce salariale quale è il Tfr (quindi possibilità di anticipo, di liquidazione al momento delle dimissioni, di tutela in caso di fallimento dell’azienda ed inoltre rendimento certo e garantito), mentre il Tfr che sarà investito un un fondo finanziario non si potrà mai riscattare se non alla fine e sulla base di rendimenti che nessuno è in grado di dire visto che dipenderà dall’andamento delle borse finanziarie.

Tasse e tariffe:

Cgil Cisl Uil si sono sbracciati, in occasione della Finanziaria, a decantare la grande svolta in materia fiscale che, secondo loro, toglieva ai ricchi per dare ai poveri. A chi (Sindaci e semplici cittadini) faceva notare che questa svolta si accompagnava anche con la riduzione delle risorse ai Comuni i quali si sarebbero trovati di fronte alla scelta di aumentare le tasse locali per non ridurre la quantità dei servizi erogati, e con ulteriori riduzioni di spesa per lo stato sociale, i nostri facevano spallucce.

Ora siamo al dunque e molte Municipalità stanno aumentando (come c’era da aspettarsi) le tariffe locali, e le Asl stanno applicando l’aumento dei Tikets, con l’ovvio risultato (a fare bene di conto) che in realtà ai lavoratori le tasse sono aumentate.

Così è che adesso, Cgil Cisl Uil tuonano a gran voce contro i Comuni, rei di aver rotto l’illusione fiscale prodotta dalla finanziaria e di mettere in cattiva luce il Governo, ma si dimenticano che tutto ciò era prevedibile già durante la finanziaria.

Se tale voce roboante fosse stata messa in campo, ad esempio sull’enormità del regalo fatto in Finanziaria alle aziende (9 miliardi di euro con la riduzione del cuneo fiscale) probabilmente una vera riduzione del carico fiscale a tutti sarebbe stata possibile senza ricadute sulle tariffe comunali e sui tikets sanitari.

Così è, ora, che le aziende (che si sono già intascate 9 miliardi di Euro ... una bella cifra) non contente chiedono ancora di più, chiedono l’apertura di tavoli sulla competitività, sulla riforma della contrattazione, sulle pensioni, e tutti corrono a questi tavoli coscienti che qualcosa bisogna dare (per non apparire meno riformisti di quanto i padroni chiedono che si sia).

Così è che, intanto, ai i lavoratori ed alle loro famiglie, ai pensionati, che protestano contro l’aumento delle tasse, Cgil Cisl Uil rispondono chiedendo ai Comuni di non aumentarle (quindi di ridurre i servizi), per sentirsi poi dire (ironia della sorte) dagli stessi Comuni ... "ma dove eravate durante la discussione in Finanziaria?"

Questi sono solo alcuni esempi che descrivono con sufficienza la pochezza di una linea sindacale che non sa esprimersi se non attraverso tormentoni. In realtà appare evidente la "non linea" di un sindacato bloccato tra la scelta di recuperare una interlocuzione più stabile con Confindustria (con cui tra l’altro dovrà gestire assieme il nuovo grande business dei fondi pensione finanziari) e dalla scelta di sorreggere le politiche del Governo Prodi costi quel che costi sperando in una accellerazione dell’accreditamento sindacale in un nuovo schema concertativo che dia alle grandi organizzazioni più ruolo e più potere.

La chiosa comica di tutto questo sta poi nella notizia di oggi che ci informa di come stasera (domenica 21 gennaio) Cgil Cisl Uil saranno a cena con Prodi e qualche Ministro per redigere l’agenda dei lavori per i prossimi confronti. La comicità sta nel fatto che Cgil Cisl Uil (dicono) andranno tra l’altro per chiedere al Governo di avere una sua posizione in materia di pensioni, perchè fino a che il Governo non avrà una sua posizione unitaria i nostri non si siederanno mai a nessun tavolo di trattativa.

Bravi !!

Ma la stessa cosa vale per loro .....

Anche Cgil Cisl Uil non dovrebbero sedersi a nessun tavolo senza che su quella materia di stato loro consegnato dai lavoratori un mandato preciso e vincolante. Purtroppo Cgil Cisl Uil stanno da tempo firmando qualsiasi cosa (vedi anche il recentissimo memorandum sul pubblico impiego) senza preoccuparsi di sentire nessuno.

Ed è questa la cosa preoccupante. Ormai Cgil Cisl Uil appaiono cose lontane e distaccate dal mondo che dovrebbero rappresentare. Un po come i teatranti con il pubblico. I teatranti (le nostre burocrazie sindacali) recitano la loro parte ed al pubblico (i lavoratori) si chiede solo di guardare (qualche applauso, qualche fischio) senza alcuna possibilità di determinare la scena.

Succede poi, come è già successo, che il pubblico si stanca e caccia i teatranti chiedendo di riscrivere la storia e di condurla meglio.

21 gennaio 2007 Coordinamento RSU

www.coordinamentorsu.it

Messaggi

  • Arlecchino servitore di due padroni

    inviato da: luigi misuraca · il 22/1/2007 · alle: 07:10 da www.triburibelli.org

    Per meglio comprendere la recita del "tormentone" occorre aggiungere che i Fondi Pensione Integrativi - dove già esistenti in Ditte che li avevano previsti con trattativa aziendale, sono gestiti da Consigli d’Amministrazione ove siedono anche rappresentanti sindacali i quali, per la legge delle "maggioranze" sono quasi sempre di estrazione della Triplice (CGIL CISL UIL).
    Praticamente ora si pone la domanda all’oste per chiedere : " oste come è il vino ?".

    Nella pratica ,anche i Fondi negoziali privati, già esistenti e quindi con esperienza pluridecennale alle spalle, si sono adeguati - in forma peggiorativa e quel che è "disdicevole" ex-tunc non garantendo i diritti acquisiti fino alle trasformazioni che hanno generato rendimenti e garanzie riduttive per i lavoratori - alle leggi della matematica attuariale ( INPS per intenderci), e sono quindi esempi pratici di come il TFR andrà ad essere gestito sui Marcati Finanziari. Rendimenti che vanno visti alla lunga e non per brevissimi periodi, fuorvianti rispetto alla realtà consolidata della Borsa.

    Non c’è garanzia di rendimento minimo assicurato pari a quello reso, oggi, dal TFR in Azienda ed ecco la prima contrarietà alla "novità" del TFR nei Fondi Integrativi.

    A ciò si aggiunge la scelleratezza - ed illegittimita dell’illogico giuridico - del silenzio-assenso, poichè una manifestazione di volontà deve necessariamente premettersi ad ogni contratto ed ecco che la contrarietà ai Fondi che fagocitano il TFR (senza garanzie di Interessi ed, ancor di più, di Capitale).

    Il TFR in Azienda o all’INPS (in questo caso è comunque garantito al lavoratore la sua resa in linea capitale ed interesse trattandosi solo di una "vendita dell’argenteria di casa" da parte dello Stato che così finanzia le necessità del citato Ente ed altre) non deve destare preoccupazioni al lavoratore sempre più Arlecchino servitore di due padroni (Azienda e Sindacato, riferito alla Triplice, poichè Strutture di tutela ancora oggi esistono - sono minoranza - e fanno del loro meglio per legare all’albero maestro il povero Ulisse, lavoratore, richiamato dal canto delle Sirene, Politica e Triplice oltre altre, affinchè resista alle lusinghe menzognere della loro "melodia").

    Parlo di vita vissuta nell’ambito sindacale poichè ex-sindacalista di Struttura di minoranza che ha sostenuto una battaglia durante la Trasformazione di un Fondo Pensione Integrativo già in esercizio (dal 1957) - riportando alcuni successi nel limitare i "danni" per i lavoratori, per quanto possibile, contro la corazzata Triplice e l’attuale Presidente della CO.VI.P., allora Presidente del Fondo che cambiava "pelle" e rendimenti, ripeto ex-tunc , cioè vanificando i diritti acquisiti come fino ad allora maturati dei lavoratori bancari interessati).

    Occorre informarsi, meditare e poi decidere: anche questo è il messaggio che, in tutta onestà e coerenza occorre rassegnare nelle mani dei lavoratori partecipando alle Assemblee "pilotate" di Strutture sindacali che...........perchè le scelte siano ponderate e, comunque, consapevoli.
    Poi................

    • Come da copione .... la cena delle beffe

      GOVERNO - SINDACATI, AL VIA TRE TAVOLI CONCERTAZIONE

      Accordo raggiunto tra governo e sindacati, ieri sera, sul metodo della concertazione. Tra una decina di giorni partiranno tre tavoli di confronto distinti: il primo su sviluppo e crescita, un secondo sull’welfare ed un terzo su pubblico impiego e contratti di lavoro. Nell’ambito del tavolo sull’welfare si discutera’, oltre che di riforma del mercato del lavoro, anche di pensioni. Ma i leader di Cgil, Cisl e Uil hanno escluso che durante l’incontro di ieri sera si sia parlato di scalone (il passaggio da 57 a 60 anni per l’età necessaria alla pensione di anzianità a partire dal 2008 in presenza di 35 anni di contributi). Hanno confermato, invece, che ’la regia dei tre tavoli di confronto sara’ unica e sara’ a Palazzo Chigi’. Insomma un incontro sul metodo, come ha spiegato Guglielmo Epifani al termine della cena.

      22/01/2007 9.40.

      Come da copione .... la cena delle beffe

      Viene in mente una battuta del giornalista di radio Popolare che alla fine di radiogiornale del 1995 annunciava ....

      "ah. .. dimenticavo ... ieri sera si sono riuniti in 4 presso l’ufficio di Dini ed hanno deciso di tagliarvi le pensioni ..."

      Come si vede dalla scarna informazione (vedi sopra) presente sul sito www.rassegna.it già a poche ore dalla consumazione della "cena domenicale" con Prodi, Cgil Cisl Uil si affannano a sottolineare come nella cena siano state prese solo decisioni di metodo, come a dire che nessuno deve preoccuparsi.

      Già .... ma resta il fatto che si è deciso di aprire entro i prossimi 10 giorni tre tavoli ufficiali, uno su pensioni e stato sociale, uno sulla contrattazione e sui tagli nella pubblica amministrazione, ed uno sul mercato del lavoro. Se si trattava di fissare solo delle date bastava una telefonata ... non ci vengano a dire (e noi che siamo sospettosi visti i precedenti) che durante la simpatica cena si siano limitati ad aprire le agende.

      Visto come è stato gestito e pompato in questi mesi il discorso ed il confronto tra le diverse opzioni su giornali e televisioni tutto lascia pensare che in realtà la "cena" di ieri sera, sia servità per verificare i punti di convergenza ed i percorsi che possono portare ad una intesa gestibile da tutte le organizzazioni convocate.

      Proprio nelle ultime ore infatti Cgil Cisl Uil si dichiaravano indisponibili ad avviare tavoli fino a quando il Governo non si fosse presentato con una sua posizione e proposta unitaria ed ufficiale.

      Se le date per la convocazione dei tavoli sono state infine fissate vuol dire dunque che questa posizione è stata esplicitata e presentata ai Sindacati.

      Che qualche affidamento di merito sia stato definito nel corso della cena lo dimostra anche il comunicato del Ministro del Lavoro Damiano che, novello San Paolo folgorato sulla strada di Damasco già questa mattina annunciava ....

      “Non innalzeremo l’età pensionabile”. Così il ministro del Lavoro Cesare Damiano sgombra dal tavolo della trattativa l’ostacolo principale sulla strada della concertazione. “È stato il precedente governo a volere l’età pensionabile a 60 anni dal 2008. Io vorrei scendere e tenere conto del lavoro faticoso”.

      Damiano sembra quindi lanciare a Cgil Cisl uil una specie di salvagente sull’età (anche se di per se la cosa non vuol dire ancora nulla concretamente) ma si guarda bene dal ritirare le pretese sulla riduzione dei coefficienti di rendimento, quasi a far presagire uno scambio tra allungamento a 60 anni dell’età pensionabile (magari ci si accontentandosi di un 59,99 anni) e riduzione dei rendimenti.

      Comunque l’uscita di Damiano a sole poche ore dalla "cena" non fa che dimostrare che anche di merito si è discusso.

      Compito di Cgil Cisl Uil dovrebbe quindi ora essere quello di spiegare ai lavoratori cosa il Governo ha comunicato di voler portare a casa e sulla base di questa informazione avviare una discussione nei luoghi di lavoro per decidere con quale posizione e con quale piattaforma sindacale andare al Confronto con le altre controparti e solo dopo fissare le date per l’avvio dei confronti.

      In realtà nessuno sa in definitiva quale siano state le richieste (unitarie) del Governo e tanto meno nessuno sà con quali idee il nostro sindacato si appresti alla trattativa.

      Sappiamo solo, come è successo nel 1995, che anche stavolta si sono trovati in 4 ad una cena ed hanno deciso di parlare di noi e di decidere cosa è meglio per noi.

      A questo punto bisogna pretendere la sospensione di qualsiasi disponibilità sindacale all’apertura di qualsiasi tavolo senza che prima sia stata data la possibilità ai lavoratori di discutere e di decidere con quali posizioni e con quali richieste andare al Confronto con Governo e Confindustria.

      Siamo o non siamo in una repubblica democratica fondata sul lavoro ?? Ed i sindacati non sono organizzazioni democratiche e partecipative formate da lavoratori che tramite le loro organizzazioni costruiscono i percorsi della loro emancipazione ???

      O forse qualcuno crede che siamo già piombati in una nuova era di tipo neo-corporativo dove le organizzazioni si ergono come realtà autoreferenziali e procedono come corpi separati da chi dovrebbero rappresentare, forti solo di un riconoscimento istituzionale che ricorda altri sindacati ed altri tempi certamente più bui di adesso ??

      In realtà in questa partita non sono in gioco solo i nostri immediati interessi ma anche il modello si società e di sindacato in cui vogliamo essere. Roba da congresso anticipato, altro che cene al lume di candela.

      22 gennaio 2007 - 10:30

      Coordinamento RSU

      www.coordinamentorsu.it

    • Pensioni : Dichiarazione di Giorgio Cremaschi: “Governo-sindacati: cena indigesta”

      La cena tra governo e sindacati è alquanto indigesta. E’ evidente infatti che il governo vuole sostanzialmente mantenere lo scalone, ritoccandolo un po’, ma senza cancellarlo, e usando ancora una volta il trucco dei lavori usuranti, che non ha mai portato e non porterà a nulla.
      Cgil, Cisl e Uil ora debbono rompere gli indugi, definire la piattaforma, sottoporla al referendum e solo dopo sedersi al tavolo. Senza questo percorso l’annunciata, tra una decina di giorni, apertura del confronto, che riguarderebbe anche altri temi, tra i quali la competitività, sarebbe un fatto negativo per i lavoratori. Adesso la fase delle cene e dei confronti informali è finita, si deve uscire da questa situazione confusa e il sindacato lo deve fare formalizzando una vertenza nei confronti del governo e chiarendo sin d’ora che se il governo continuerà a non voler cambiare sul serio sulle pensioni, ci sarà lo sciopero.

      Roma, 22 gennaio 2007