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Torna il popolo no war

Publie le lunedì 28 gennaio 2008 par Open-Publishing

E il popolo no war torna in piazza
Tredici iniziative antimilitariste organizzate dal patto permanente contro la guerra. Sit-in e cortei da Roma a Firenze e Vicenza

«No basi, no spese, no missioni di guerra», urlano i manifestanti «armati» di bandiere e striscioni. Non reggono il paragone con il grande movimento no-war ricordato come la «seconda superpotenza mondiale» ma hanno battuto un colpo. «Ce n’est qu’un debut» in vista della manifestazione nazionale contro il rifinanziamento delle spese militari e per il ritiro di «tutte» le truppe che si terra’ salvo sorprese il primo marzo: «Quella si’, sara’ grande».
Il Patto permanente contro la guerra, un’alleanza di reti e organizzazioni, si e’ mobilitato ieri «contro i luoghi di guerra sui territori, a partire da quelli dove le lotte sociali hanno gia’ individuato obiettivi di “smilitarizzare”. In connessione con il Forum Sociale Mondiale 2008 che per quest’anno non ha indetto il “canonico” incontro centrale tra le “resistenze planetarie” ma il Global Day of Action: azioni contro la guerra, il liberismo, il razzismo e il patriarcato.
“Oggi e’ una tappa importante per lo sviluppo delle realta’ antiliberiste – afferma Piero Bernocchi, leader dei Cobas. Si e’ costituito un movimento diffuso di mobilitazione che non ha strutture e zone del mondo prevalenti”. E poi continua il sindacalista “e’ stata data centralita’ al tema della guerra”.
Numerosi i luoghi in cui si sono organizzati presidi, banchetti, azioni, happening contro i dispositivi militari: dalle basi militari di Sigonella e Vicenza passando per i siti di assemblaggio dei nuovi armamenti, le caserme e i simboli (ambasciate, consolati e ministeri) coinvolti nella “guerra permanente”. Sono quei pacifisti che lo scorso 9 giugno hanno dato il benvenuto a Bush e che ora denunciano ai quattro venti la “politica militaristica” del governo Prodi.
“La guerra e’ ovunque, impone le sue regole alla societa’ attraverso derive securitarie e razzismi” afferma Bartolo Mancuso del movimento romano Action che cosi’ spiega l’azione fatta la mattina a Roma contro una caserma in dismissione: “Abbiamo bloccato il traffico stradale li’ davanti per protesta perche’ la costruzione di un apolitica di pace viene anche da una nuova urbanistica”.
Nel pomeriggio nella capitale si sono susseguiti altri due presidi: uno al ministero della Difesa e l’altro all’ambasciata Usa. Anche a Firenze ci sono state piu’ azioni, con i centri sociali protagonisti la mattina con un corteo che di fronte al consolato statunitense ha registrato un lancio di frattaglie di carne. Si sfilava anche per dire no alla repressione: lunedi’ arriva la sentenza per devastazione e saccheggio a 13 persone per gli “scontri” del 1999 sotto l’ambasciata Usa. Era il tempo dei bombardamenti in Jugoslavia. Nel pomeriggio hanno bissato Arci toscana, Pax Christi, Mani Tese e Prc (presente anche la mattina) prima con un happening a piazza della Signoria e poi calando una bandiera della pace di 20 metri da Ponte Vecchio.
In questa giornata contro i luoghi di guerra non potevano rimanere fermi i No Dal Molin. “Costa, ora dimettiti”: in un clima da “cacerolazo” argentino, e’ questo il messaggio che il Presidio Permanente contro la nuova base Usa a Vicenza ha lanciato all’indirizzo del Commissario governativo Paolo Costa. “Ormai non rappresenta piu’ nessuno” spiegano dal Presidio – abbiamo resistito piu’ di Prodi, resisteremo piu’ di lui”.
Oltre 350 persone hanno suonato le proprie pentole davanti all’ingresso dell’area residenziale che ospita i soldati Usa e le loro famiglie, chiamata, con involontaria ironia “Villaggio della Pace”. “Vogliamo far sentire – ha spiegato Cinzia Bottone – che il clima e’ cambiato: l’ospitalita’ che ha contraddistinto questi 40 anni di presenza americana a Vicenza si e’ prosciugata”.
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Ci attende una stagione intensa con appuntamenti importanti, che gia’ da oggi riguardano un buon numero di nodi Lilliput e offrono possibilita’ di "gettare" ancora una volta la Rete:
 la legge di iniziativa popolare www.unfuturosenzatomiche.org ,
e le pressioni su imprese implicate nella costruzione o ampliamento di basi militari (tipica questione che attraversa diversi dei campi d’azione lilillipuziana);
 la manifestazione nazionale che tutta Lilliput sta preparando per Sabato 1° marzo a Locri per la liberazione dalle mafie in solidarieta’ al punto Lilliput di Gioiosa Jonica e al movimento delle "Comunita’ Libere"
 il campeggio nazionale Lilliput per fine aprile a Vicenza (deciso dal G.O. nonviolenza)
 il supporto richiesto da vecchi e nuovissimi nodi locali (da questioni ambientali a richieste di formazione).
Ci sarebbero anche i temi emersi a Portici: dalla scrittura di un progetto politico, alle forme e spazi di partecipazione pubblica "altra" rispetto alla politica rappresentativa, dalla riproposizione nelle realta’ locali di strumenti gia’ sperimentati (percorsi di formazione, ascolto dei territori, "C.Ambie.R.E.Sti.?", sportelli ’stilinfo’, filiere corte, altra economia), all’investire nella formazione di figure professionali e garantire posti di lavoro per facilitatori/connettori di rete...
C’e’ da fare il punto anche sul ’retrobottega’ di Rete Lilliput (fund raising, gestione dei domini, mail-hosting), e una verifica anticipata di segreteria.

L’appuntamento e’ per Sabato 2 Febbraio mattina e pomeriggio a Bologna
Marco Siino
Segreteria della Rete di Lilliput
posta: segreteria ses retelilliput.org
tel. 329 0297956
http://www.retelilliput.org/modules/DownloadsPlus/uploads/Vita_da_Rete/Incontri_Nazionali/V_assemblea_nazionale/atti.pdf

ripreso in Nuovo Masada
http://www.masadaweb.org