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Torna il voto in condotta. Voti in decimi anche alle elementari e alle medie

Publie le venerdì 29 agosto 2008 par Open-Publishing
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Torna il voto in condotta. Voti in decimi anche alle elementari e alle medie

di Fulvio Lo Cicero

ROMA – Dieci anni fa era stato abolito ma si usava già pochissimo. Stiamo parlando del sette in condotta, che una volta era lo spauracchio degli studenti del Regno. Dopo le teorie progressiste sull’insegnamento e soprattutto sulla docimologia (cioè, sulla scienza del giudizio o della valutazione), la scuola decise di non tenere conto più del comportamento degli alunni, inteso quale modo di rapportarsi nei confronti degli altri e dell’ambiente scolastico.

Dieci anni fa, infine, il voto in condotta non fu abolito del tutto ma si decise che non dovesse essere conteggiato nella media finale. La solita manfrina italiana, tanto che gli insegnanti oramai, sulle pagelle, mettevano nove a tutti, senza perdere troppo tempo.

Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge mediante il quale è stato reintrodotto il voto di condotta come giudizio sul comportamento, che avrà lo stesso valore dei voti conseguiti dall’alunno nelle altre discipline. Ciò significa che se un alunno avrà, alla fine dell’anno, un’insufficienza in condotta, ciò "potrà determinare la non ammissione all’anno successivo o all’esame conclusivo del ciclo". Da quanto pare di capire, la sola insufficienza in condotta "potrà" determinare la bocciatura dell’alunno, che non sarà dunque automatica.

L’altra novità introdotta per la scuola è la nuova disciplina "Cittadinanza e Costituzione", finalizzata, come spiega il comunicato della Presidenza del Consiglio, "ad una presa di coscienza sui comportamenti collettivi civilmente e socialmente responsabili". Tale materia farà parte dell’ambito storico-geografico ed occuperà un’ora settimanale (per un totale di 33 ore).

Ma il provvedimento più importante riguarda la scuola primaria e quella secondaria di primo grado (le ex elementari e medie). E’ stato deciso di ripristinare in questo tipo di scuole il voto in decimi, che sostituirà, dunque, gli equivalenti fino ad ora in uso. Per la sola scuola primaria, è previsto un giudizio complessivo sul rendimento dell’alunno e sul suo comportamento.Si stringe la cinghia sulle valutazioni di fine anno. Infatti, nella scuola secondaria di primo grado potrà essere promosso solamente chi avrà "conseguito un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina". In altri termini, gli insegnanti potranno adottare un criterio di maggior rigore anche nella scuola media, dove, fino ad ora, si tendeva a promuovere tutti.

Il governo ha anche deciso, venendo incontro ai desideri delle famiglie, di introdurre un divieto generale di riedizione entro i cinque anni dall’uscita di un libro di testo. In altri termini, le case editrici non potranno più produrre nuove edizioni dei loro libri, se non a cinque anni di distanza dalla prima. Una misura demagogica e dannosa, che costringerà i docenti coscienziosi a dettare integrazioni e postille ai testi, a meno di voler lasciare indietro di cinque anni le nozioni dei propri alunni in tantissime discipline, come il diritto, l’economia, le materie tecnico-contabili, l’informatica, solo per citarne alcune.

Come aveva annunciato il ministro dell’economia Tremonti, queste sembrano essere le riforme necessarie per tornare ad una scuola efficiente. Che poi la ricerca della Banca d’Italia, la quale ha evidenziato che i veri nodi cruciali del sistema dell’istruzione pubblica in Italia sono soprattutto gli investimenti strutturali e nel capitale umano, poco importa. Ciò che è possibile fare in questo momento sono riformette a costo zero e questo ha fatto l’attuale governo.

dazebao

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