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di William Rivers Pitt
William Rivers Pitt è giornalista del New York Times ed autore di libri tradotti in diversi paesi (in Italia, Guerra all’Iraq, Fazi , 2003). È redattore e editorialista per truthout.org , da cui è tratto questo articolo, pubblicato il 20 luglio 2004.
La traduzione è a cura di socialpress.
La storia più clamorosa dell’Iraq non è quella delle armi di distruzione di massa, né quella degli agenti della CIA sotto stretta copertura smascherati da funzionari della Casa Bianca a caccia di rivalse personali e neppure quella degli ormai 900 soldati americani morti. Sono storie in una misura o nell’altra coperte, e rapidamente dimenticate, dai media ufficiali americani. La storia più clamorosa della guerra in Iraq non ha goduto di alcuna copertura negli Stati Uniti, nonostante sia esplosa tra i grandi media internazionali ormai parecchie settimane fa.
La storia più clamorosa della guerra in Iraq è quella delle torture sui bambini iracheni.
Un programma televisivo tedesco intitolato "Report Mainz" ha di recente reso note accuse provenienti dalla Croce Rossa Internazionale, secondo cui ci sono più di cento bambini e ragazzi imprigionati in centri di detenzione controllati dagli Stati Uniti, incluso Abu Ghraib. "Tra gennaio e maggio di quest’anno abbiamo registrato 107 bambini durante 19 visite in 6 differenti luoghi di detenzione," ha detto nel reportage Florian Westphal, rappresentante della Croce Rossa.
Nel reportage venivano riportate anche testimonianze oculari di abusi su questi ragazzi. Il sergente Samuel Provance, che era stato di stanza ad Abu Ghraib, ha raccontato che i funzionari addetti agli interrogatori hanno messo le mani addosso ad una ragazza di quindici o sedici anni. La polizia militare ha fermato l’interrogatorio quando la ragazza era ormai seminuda. Un altro caso riguarda un sedicenne inzuppato d’acqua, tenuto al freddo, sporcato di fango e poi condotto davanti al padre, anch’egli prigioniero.
Seymour Hersh, il giornalista del New Yorker che per primo ha rivelato la vicenda delle torture ad Abu Ghraib, ha parlato di recente ad una convenzione dell’ACLU (American Civil Liberties Union). Ha visto le fotografie e i filmati che i media americani non hanno ancora mostrato. "I ragazzi venivano sodomizzati sotto l’occhio della telecamera, e la parte peggiore è il sonoro dei ragazzi che urlano di dolore," ha detto Hersh. "È questo il vostro governo di guerra".
Hersh ha descritto lo scenario della prigione come "una sequenza compatta di crimini, attività criminali del presidente, del vice presidente e comunque di questa amministrazione" e ha detto che c’è stata "una imponente quantità di comportamenti criminali, coperti ai livelli più alti del comando sul posto ed anche più in alto".
I rapporti sugli abusi di Abu Ghraib e di altre prigioni sotto controllo americano erano di pubblico dominio sino dalla pubblicazione del rapporto Taguba. Inoltre, di recente, sono stati pubblicati 106 allegati al rapporto, in precedenza secretati. US News e World Report hanno descritto il complesso dei contenuti degli allegati in un articolo intitolato "L’inferno sulla terra".
US News dice nell’articolo che: "I documenti mostrano che gli abusi hanno avuto luogo in un ambiente pericoloso e caotico, reso tale per buona parte anche dalla costante pressione di Washington perché si spremessero informazioni dai prigionieri. Rivolte, fughe di prigionieri, sparatorie, corruzione dei secondini iracheni, condizioni igieniche malsane, comportamenti sessualmente aggressivi, cibo infestato da scarafaggi, maltrattamento fisico dei prigionieri e bombardamenti da mortaio pressoché quotidiani da parte degli insorti sono un buon riassunto della vita quotidiana ad Abu Ghraib in base agli allegati al rapporto Taguba." Secondo i funzionari dell’intelligence citati in un rapporto della Croce Rossa di maggio, dal 70 al 90% dei detenuti iracheni in quelle prigioni erano stati arrestati "per errore". Il che significa che erano innocenti.
L’ordine di trattare i prigionieri in quel modo non veniva dalle poche "mele marce" di cui abbiamo sentito, è arrivato dall’alto. Il generale di brigata Janis Karpinski, ex comandante di Abu Ghraib ed ora capro espiatorio per gli abusi, dice che la verità sulla provenienza degli ordini dovrebbe emergere nei processi ai soldati accusati. Memorandum che ordinano l’abuso sui prigionieri sono stati firmati dal Segretario della Difesa Rumsfeld. Il Dipartimento della Giustizia e i consiglieri legali di Bush sono ricorsi ad argomenti speciosi per giustificare tutto questo, sostenendo che la tortura non è davvero tortura e che il Presidente è sostanzialmente al di sopra della legge.
Samuel Hersh tornerà su questo punto nelle prossime settimane. Nel frattempo, i media americani hanno l’obbligo di informare su questa situazione. Le prove fotografiche e filmate sono attualmente in mano al New Yorker, al Washington Post, al Congresso degli Stati Uniti e alla Casa Bianca. Devono essere pubblicate.
Abbiamo invaso un paese in base al falso allarme secondo cui l’Iraq era alleato con al Qaeda. Abbiamo invaso un paese in base al falso allarme secondo cui c’erano armi di distruzione di massa che dovevano essere distrutte. Abbiamo promesso libertà e democrazia e abbiamo invece insediato un "uomo forte" allenato dalla CIA chiamato Allawi che sta creando una dittatura in Iraq e che è stato accusato di avere ucciso prigionieri iracheni con le proprie mani. 900 soldati americani sono morti perché potessimo fare tutto questo.
Abbiamo prelevato migliaia di civili innocenti dalle strade dell’Iraq e li abbiamo sbattuti in prigioni infernali dove sono stati picchiati, stuprati e uccisi. Questa storia sta svanendo dallo sguardo del pubblico perché non sono uscite nuove immagini degli abusi da parecchie settimane. Queste immagini ci sono e mostrano torture e stupri di bambini e ragazzi. I media internazionali ne parlano. La Norvegia, alleata della coalizione, potrebbe essere sul punto di lasciare l’Iraq a causa dei rapporti su questi ragazzi.
Dove sono i media americani? Dove sono le immagini? Chi sono i responsabili di questo abominio? Torturare bambini in nome della libertà? È questo che siamo diventati?