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Tre anni dopo: a Roma è mancato un pezzo del popolo della pace

Publie le martedì 21 marzo 2006 par Open-Publishing

di red

Tre anni dall’invasione anglo-americana dell’Iraq, e sembrano secoli: quella parte del mondo è devastata da un guerra terribile e senza fine, e a Roma il popolo della pace torna in piazza ma avendo perso nel cammino pezzi importanti. Mancavano i ds, sabato a Roma, ma anche la Cgil e la Tavola della pace. E tuttavia per le strade della capitale sono sfilate alcune decine di migliaia di persone. Nessun incidente, come qualcuno temeva forse con un po’ troppa esagerazione, nessuna provocazione. Gli organizzatori hanno impedito ai sostenitori della guerriglia irachena di parlare dal palco, e i timori della vigilia si sono dissolti.

La folla era la stessa di sempre: giovani e non, famiglie e fidanzati, i colori della pace e il rosso e verde delle bandiere dei partiti. In piazza sono scesi alcuni dei partiti del centrosinistra: Rifondazione, con Fausto Bertinotti, i Comunisti italiani, con Diliberto, i Verdi, guidati da Alfonso Pecoraro Scanio.

Quasi contemporaneamente, altre manifestazioni si tenevano un po’ dappertutto nel mondo. A Londra, dal Big Ben a Trafalgar Square, alcune decine di migliaia di persone hanno sfilato gridando slogan contro Blair e le bugie che hanno portato l’Inghilterra in guerra a fianco degli Stati Uniti. «Bush, terrorista numero1» e «Blair vattene» dicevano i cartelli portati dai manifestanti.

A Stoccolma un migliaio di persone hanno manifestato davanti all’ambasciata statunitense: «Non abbiamo bisogno della democrazia di Abu Ghraib o della libertà di Guantanamo Bay» ha detto Eftikar Hashem Alhusainy, uno degli oratori. Circa tremila persone si sono radunate anche a Istanbul gridando slogan contro gli Usa, mentre altre proteste si sono tenute in Malesia, Giappone, Spagna, Austria, Germania, Danimarca e un po’ dappertutto nel mondo.

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