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Tre referendum per l’informazione libera
Publie le venerdì 25 aprile 2008 par Open-Publishing3 commenti
Oggi e’ la festa della resistenza per il 63° anniversario della liberazione dell’Italia da invasori stranieri. Ma oggi siamo chiamati a raccolta anche per la liberazione dell’Italia di invasori interni adesso, che occupano il governo e la cosiddetta opposizione, e che tentano di ricacciarci nel buio dell’incivilta’ e dell’anti-democrazia.
Oggi, 25 aprile, a Torino, Beppe Grillo, Travaglio e altri celebreranno un giorno di resistenza alle forze di potere per rivendicare un’informazione libera, primo requisito per poter parlare di democrazia. Senza informazione non puo’ esserci conoscenza e senza conoscenza non puo’ esserci giudizio e libera scelta. Senza informazione non c’e’ giustizia.
Chiunque voglia coartare la democrazia si impossessa dei mezzi di informazione.
Chi tiene in pugno l’informazione non solo deforma la conoscenza ma deforma anche la coscienza.
Saranno presentati per le firme tre referendum propositivi:
Abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria
Abolizione dell’ordine dei giornalisti
Abolizione della legge Gasparri
Le firme saranno raccolte anche in altre citta’ italiane in 467 banchetti
Vedi la mappa dei banchetti in http://www.beppegrillo.it/v2day/mappa/
Il finanziamento pubblico ai giornali costa al cittadino italiano quasi un miliardo di euro all’anno. L’editoria, puo’ quindi, a pieno titolo essere definita editoria di Stato. Ci sono buoni e anche ottimi giornalisti, quelli che scrivono rischiando la pelle (come Saviano), quelli emarginati, quelli sotto pagati. Il 25 aprile non e’ contro di loro, ma contro l’ingerenza della politica nell’informazione.
Il lettore non conta nulla per l’editore di un giornale, contano di piu’ i finanziamenti pubblici (partiti), la pubblicita’ (Confindustria, ABI, Confcommercio) e i gadget.
Quesito referendario
«Volete voi che siano abrogate
– la legge 25 febbraio 1987, n. 67, recante “Disciplina delle imprese editrici e provvidenze per l’editoria” limitatamente all’art. 9 comma 6 il cui testo letterale e’ il seguente “Alle imprese editrici di quotidiani o periodici che attraverso esplicita menzione riportata in testata risultino essere organi di partiti politici rappresentati in almeno un ramo del parlamento e’ corrisposto: a) un contributo fisso annuo di importo pari al 30 per cento della media dei costi risultanti dai bilanci degli ultimi due esercizi, inclusi gli ammortamenti e comunque non superiore a 1 miliardo e 500 milioni per i quotidiani e 300 milioni per i periodici;
b) un contributo variabile calcolato secondo i parametri previsti dal precedente comma quinto per i quotidiani, ridotto ad un sesto, un dodicesimo o un ventiquattresimo rispettivamente per i periodici settimanali, quindicinali o mensili; per i suddetti periodici viene comunque corrisposto un contributo fisso di 200 milioni nel caso di tirature medie superiori alle 10.000 copie.”
– la legge 7 agosto 1990, n. 250, recante “Provvidenze per l’editoria e riapertura dei termini, a favore delle imprese radiofoniche, per la dichiarazione di rinuncia agli utili di cui all’articolo 9, comma 2, della legge 25 febbraio 1987, n.67, per l’accesso ai benefici di cui all’articolo 11 della legge stessa”
– la legge 5 agosto 1981, n. 416 recante “Disciplina delle imprese editrici e provvidenze per l’editoria” limitatamente agli artt. 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 32, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41»
Abolizione dell’ordine dei giornalisti
Mussolini creo’ nel 1925, unico al mondo, un albo nel quale si dovevano iscrivere i giornalisti. L’albo era controllato dal Governo e messo sotto la tutela del ministro della Giustizia, il Mastella dell’epoca.
Nel 1963 l’albo divenne con una nuova legge ordine professionale dei giornalisti con regole, pensione, organismi di controllo, requisiti di ammissione. Una corporazione con dei saldi principi. Infatti nella legge 69/1963 e’ scritto che: e’ diritto insopprimibile dei giornalisti la liberta’ d’informazione e di critica, mentre e’ loro obbligo inderogabile il rispetto della verita’ sostanziale dei fatti osservati sempre i doveri imposti dalla lealta’ e dalla buona fede.
Einaudi: "L’albo obbligatorio e’ immorale, perche’ tende a porre un limite a quel che limiti non ha e non deve avere, alla libera espressione del pensiero. Ammettere il principio dell’albo obbligatorio sarebbe un risuscitare i peggiori istituti delle caste e delle corporazioni chiuse, prone ai voleri dei tiranni e nemiche acerrime dei giovani, dei ribelli, dei non-conformisti"
Berlinguer: "Io sono contrario al requisito di qualsiasi titolo di studio per la professione di giornalista, perche’ considero questo come una discriminazione assurda, una discriminazione di classe, contraria alla liberta’ di stampa e alla libera espressione delle proprie opinioni".
L’informazione e’ libera e l’ordine dei giornalisti limita la liberta’ di informazione. Chiunque deve poter scrivere senza vincoli se non quelli previsti dalla legge.
I giornalisti liberi straccino la tessera, non ne hanno bisogno, il loro unico punto di riferimento e’ il lettore.
Quesito referendario
I sottoscritti cittadini italiani richiedono referendum popolare abrogativo, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione della Repubblica e in applicazione della legge 25 maggio 1970 n. 352, sul seguente quesito: «Volete voi che sia abrogata la legge 3 febbraio 1963, n. 69, recante “Ordinamento della professione di giornalista”?»
Abolizione della legge Gasparri
La Corte europea di giustizia ha condannato il regime italiano di assegnazione delle frequenze radiotelevisive.
La Corte ha dato ragione a Europa 7, le cui frequenze sono occupate dalla rete di propaganda di Arcore, detta anche Rete 4. La Corte ha evidenziato che il regime di assegnazione delle frequenze nel nostro Paese:
– non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi
– non ha criteri di selezione obiettivi – trasparenti – non discriminatori – proporzionati (poi ha finito gli aggettivi)
La sentenza europea segue quelle a favore di Europa 7 della Corte costituzionale, del Consiglio di Stato e dell’Avvocato generale della Corte di Giustizia europea del 12 settembre 2007 (che ha bocciato la legge Gasparri).
Le frequenze radiotelevisive sono in concessione, significa che sono di proprieta’ dello Stato, che puo’ decidere, liberamente, a chi assegnarle. Le frequenze sono quindi dei cittadini, di nostra proprieta’.
Le leggi che hanno regolamentato il sistema radiotelevisivo, dalla Mammi’ alla Gasparri, hanno creato un mostro: il Testo Unico. Cambiarlo solo in parte e’ inutile, va eliminato per poter definire, da zero, nuove regole che garantiscano una vera informazione.
Quesito referendario
I sottoscritti cittadini italiani richiedono referendum popolare abrogativo, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione della Repubblica e in applicazione della legge 25 maggio 1970 n. 352, sul seguente quesito: «Volete voi che sia abrogato il Decreto Legislativo 31 luglio 2005, n. 177, recante “Testo unico della radiotelevisione”?»
Soldi pubblici, informazione privata.
“Ma quanti sanno che lo Stato finanzia il Corriere della Sera, rimpolpando gli utili degli azionisti della RCS con elargizioni calcolate, per un solo anno, in 23 milioni di euro?
E come commentare il fatto che gli italiani, tutti gli italiani, lavoratori e imprenditori, laici e cattolici, piemontesi e siciliani – oberati, tutti insieme e individualmente, dal piu’ alto debito pubblico dell’Occidente (che nel 2006 ha sfondato il tetto dei 1.600 miliardi di euro) e da interessi sul debito colossali (ogni anno il 6% del PIL) – siano costretti a finanziare, fra gli altri il giornale della Confindustria con piu’ di 19 milioni di euro l’anno, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana con piu’ di 10 e il quotidiano della Fiat con 7 milioni di euro?
La Mondadori, notoriamente, non ha un quotidiano. Si accontenta, diciamo cosi’, di fare la parte del leone in edicola con i periodici e in libreria con i libri. Come la prendereste se vi dicessero che, solo sotto forma di credito di imposta sulle spese sostenute per l’acquisto della carta in un anno, l’azienda di Silvio Berlusconi e’ stata da noi sostenuta con un contributo di 10 milioni di euro? E che in un solo anno risulta aver avuto dallo Stato uno sconto, per le spedizioni postali, di quasi 19 milioni di euro?
Tutti conoscono Giuliano Ferrara e il suo Foglio, Vittorio Feltri e il suo Libero, Antonio Polito (poi sostituito da Paolo Franchi) e il suo Riformista. Pochi sanno che costoro possono fornire il loro esuberante apporto alla vita politica e istituzionale del Paese grazia al nostro diretto apporto economico. Insomma ci costano complessivamente piu’ di 12 milioni di euro.” Beppe Lopez, La Casta dei giornali, ed. Nuovi Equilibri
Beppe Grillo
L’informazione e’ un diritto. Vi e’ stato tolto. Per questo siamo ridotti cosi’. Solo attraverso una libera informazione l’Italia tornera’ un Paese libero, bello, splendente come nel Rinascimento. Io ci credo, credeteci anche voi.
Il 25 aprile e’ un’occasione per dire ai partiti, alle banche, alla Confindustria e a Testa d’Asfalto che in Italia comandano i cittadini. Che l’informazione deve essere al servizio della democrazia, non dei gruppi di potere. I partiti non hanno mai fatto una legge contro il conflitto di interessi. Domandatevi il perche’. Per beneficenza? O perche’ con una libera informazione sarebbero spariti TUTTI, TUTTI, il giorno dopo per non farsi prendere a calci nel culo dagli italiani.
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Ripresi in Nuovo Masada n. 686
Messaggi
1. Tre referendum per l’informazione libera, 25 aprile 2008, 11:00, di viviana
Oggi 25 aprile è la festa della resistenza. Oggi migliaia di persone si riuniranno per firmare proposte legislative a favore della liberta informazjone.
La resistenza ai nemici di questo paese è un valore eterno che non si identifica con una sola delle sue battaglie.
Senza nulla togliere alla resistenza che portò alla liberazione dal nazi-fascismo, se non si capisce questo e si crede di poter mummificare la resistenza in un museo della seconda guerra mondiale, non si è capito nulla della democrazia e della libertà, e si sta solo dalla parte di chi questo paese lo vuole soggetto a nuovi nazi-fascismi senza muover foglia.
viviana
1. Tre referendum per l’informazione libera, 25 aprile 2008, 11:37
Cosa sara’ degli Italiani quando Mr. Plastic non sara’ piu’ in vita?
Proveranno gli Italiani quel senso di liberta’ che pervase la nazione con la fucilazione di Mussolini?
Salvatore Fiore
2. Tre referendum per l’informazione libera, 25 aprile 2008, 13:20, di viveur
Penso che, come per la posizione di Grillo sugli immigrati e sulla non distinzione tra reati contro la pubblica amministrazione e reati per violazione del codice rocco, così bisogna leggere con attenzione le controargomentazioni messe in campo oggi da Il Manifesto che dedica alle proposte di Grillo quasi due intere pagine invitandolo al confronto pubblico.