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Tredici anni fa l’attentato a Paolo Borsellino.
Publie le martedì 19 luglio 2005 par Open-PublishingTredici anni fa l’attentato a Paolo Borsellino. Per il figlio «nulla è cambiato»
di red
Bastarono 57 giorni alla “cupola” per eseguire la condanna a morte di due giudici simbolo della lotta alla mafia. E per separare una coppia di amici fraterni, che insieme, siciliani e orgogliosi della loro terra, credevano di poter cambiare qualcosa. L’asfalto dipinto di rosso ricorda ancora il tratto di strada che collega Capaci a Palermo sotto cui era nascosto l’esplosivo che fece saltare in aria l’auto su cui viaggiava Giovanni Falcone, la moglie e diversi uomini della scorta. Era il 23 maggio del ’92 e quel boato risuonò nella testa di Paolo Borsellino come una campanella di richiamo. Da allora, e fino al 19 luglio, lui si definì «un morto che cammina». Perché la mafia gli aveva tolto un “fratello” e perché sentiva che neanche lui sarebbe sfuggito. La sua storia si conclude in via D’Amelio. Le immagini della televisione raggiungono gli italiani ancora in vacanza. Una scena di guerra, portata nel cuore di Palermo in un pomeriggio caldissimo. Tutta la città partecipa del rituale di morte deciso dai capi mafia: prima il boato fragoroso, quasi un memento per i siciliani, poi l’alta colonna di fumo nero visibile fino a chilometri di distanza.
Tredici anni da quei fatti. Gli anniversari si susseguono accompagnati dalle buone intenzioni. Le indagini per fare luce sulle due “condanne a morte” hanno scavato nelle stanze della “cupola” senza riuscire a trovare una verità definitiva. Sono in carcere Totò Riina e Antonio Giuffrè mentre è latitante Bernardo Provengano. Sono stati condannati anche gli esecutori delle stragi, come Giovanni Brusca che aveva attivato con un telecomando l’esplosione del tritolo dalle colline di Capaci, o Salvatore Profeta che in via D’Amelio aveva attivato il detonatore posto su una 126 imbottita di tritolo. Mancano ancora i mandanti.
L’Assemblea regionale siciliana, in collaborazione con il Teatro Biondo Stabile di Palermo, ha organizzato una due giorni per ricordare Paolo Borsellino. Lo spettacolo «La forza della memoria», allestito con il contributo di artisti e intellettuali come Lorenzo Ferrero e Matteo D’Amico, i giornalisti Felice Cavallaro e Tano Gullo e la scrittrice Dacia Maraini. Nel Cortile Maqueda di Palazzo dei Normanni a Palermo si vedranno le immagini di Pippo Ardini. Non presenzierà Rita Borsellino, che non ha mai amato le celebrazioni ufficiali e nemmeno il figlio del giudice, Manfredi, che sembra rispondere a distanza ai politici siciliani con una lettera spedita al convegno «Antimafia 2000», organizzato a Palazzo Steri a Palermo: «Se, nonostante l’esplosione di strade e autostrade, continuiamo a commettere gli stessi errori, ossequiando il potente di turno per trarne favori personali non dovuti, avvicinando o facendoci avvicinare da personaggi equivoci per il solo fatto che possono essere utili alla nostra causa, allora non ci dobbiamo stupire di una lapide imbrattata o del figlio di un mafioso che fa affari con il patrimonio sporco di sangue del padre, nè che accadano in futuro episodi del genere». Nella lettera si legge un duro attacco anche a Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, condannato per mafia. In sostanza «nulla è cambiato».
Da Gorizia a Palermo poi si svolgerà «Pasta libera tutti», manifestazione promossa dai giovani della Margherita, in collaborazione con «Giovani per la Costituzione». In ogni piazza sarà organizzata una cena con i prodotti dell’associazione «Libera», fondata e presieduta da don Luigi Ciotti, che da oltre dieci anni coltiva i terreni confiscati alla mafia. A Roma l’iniziativa si terrà nell’ambito della festa della Margherita: i tavoli saranno allestiti nei giardini di piazza Cavour e ai fornelli del bar «I professionisti», che metterà a disposizione la cucina, si metteranno i Giovani della Margherita.. A Palermo l’iniziativa rientra nell’ambito della manifestazione «48 ore per la legalità» e vi parteciperanno Rita Borsellino, don Luigi Ciotti e Nando Dalla Chiesa. Oltre Roma e Palermo, ospiteranno la manifestazione anche Rimini, Bologna, Parma, Pavia, Torino, San Benedetto del Tronto, Fermo, Matelica, Porto Recanati, Ancona, Nizza di Sicilia, Bari, Trapani, Alcamo, Messina, Catania, Caserta, Terlizzi, Monopoli, Prato, Gorizia, Vibo Valentia, Piacenza, Cagliari, Sulmona, Forlì, Ferrara, Chieti.
C’è chi ricorderà il lavoro del giudice in mezzo ad un incrocio. Il consigliere regionale dei Comunisti Italiani del Veneto Nicola Atalmi ha invitato i padovani all’incrocio tra via Borsellino e via Falcone alle 16 mentre l’Unione nazionale cronisti-Gruppo siciliano e la sezione distrettuale di Palermo dell’Associazione nazionale dei magistrati, si ritroveranno nel «Giardino della memoria». Alle 17 saranno nell’appezzamento di via Ciaculli di proprietà del Comune, confiscato alla mafia e poi affidato all’Unci e all’Associazione nazionale dei magistrati
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=43720




