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Tremonti e Fantozzi, così si uccide Alitalia

Publie le giovedì 11 settembre 2008 par Open-Publishing
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di Alessandro Cardulli

Se c’era qualche dubbio sul ruolo che svolge l’ex ministro Fantozzi, oggi commissario Alitalia per conto del governo, lo ha fugato lui stesso in un incontro con i sindacati convocati d’urgenza, prima della ripresa delle trattative ufficiali prevista per giovedì mattina alle 10 e mentre sono in corso incontri informali. Ha messo un cappio al collo dei dirigenti sindacali ed ha annunciato che è pronto a dare una pedata allo sgabello sul quale poggia i piedi chi deve essere impiccato. Una pedata, si apre la botola e resti a penzolare nell’aria finché non tiri le cuoia, come si vede nei vecchi film del west.

Del resto l’impiccagione in alcuni paesi va ancora di modo ed a questo si è richiamato il commissario quando ha detto: “ Vi ho convocato per dirvi che auspico per domani un buon esito della trattativa: se buon esito non sarà doverosamente domani dovrò procedere alla disdetta dei contratti di lavoro e ad aprire le procedure di mobilità”.

Un ricatto vergognoso che solo quale ingenuo sindacalista in un primo momento aveva preso come un augurio affinché la trattativa finisse bene. No, è proprio un ricatto pesante di cui, evidentemente, lo stesso ministro Sacconi non poteva non essere a conoscenza. Del resto è stato proprio lo stesso segretario generale della Cisl che, dando per persa la partita, senza mai sentirsi in dovere di ascoltare l’opinione dei lavoratori , ha detto a chiare lettere che se non si firma l’accordo ci sono ventimila licenziamenti. Insomma ha preceduto lo stesso Fantozzi.

Nella storia, anche drammatica a volte per sindacato e lavoratori, non si era mai visto un ricatto così pesante. Tanta la rabbia fra i lavoratori che erano davanti alla sede Alitalia, alla Magliana, ed hanno invitato i sindacati a non firmare. “ Meglio la mobilità “, hanno gridato. Commissario e governo puntano alla esasperazione dei lavoratori, alla divisione fra lavoratori e sindacati e fra gli stessi lavoratori. Anche il ministro Tremonti è stato molto chiaro da questo punto di vista. Alla Camera nel corso di una audizione su Alitalia ha detto che “ la procedura in atto per la privatizzazione della compagnia aerea “non crea nuove perdite” e che senza intervento il costo per le casse pubbliche sarebbe stato molto maggiore. Ed ha concluso che ’l’alternativa sarebbe stato il fallimento”. Le stesse argomentazioni, si fa per dire, usate da Fantozzi.

Al ministro Tremonti ha risposto il ministro ombra Bersani accusandolo di aver mentito. “Il centrodestra- ha detto- ha azzoppato l’ipotesi Air France, ma c’era un’altra soluzione da tentare. Tremonti è un mentitore perché si poteva fare un commissariamento ai sensi della legge Marzano, con un commissario vero, libero di vendere tra offerte concorrenti senza dar vita ad una bad company. Invece si è fatto un commissario finto e , di fatto, si tratta di un fallimento atipico con il commissario che si occupa di liquidare l’azienda.” Il risultato-ha concluso l’esponente del Pd - è che “ non si fa Alitalia ma una nuova Air One”. Una compagnia più piccola che “ all’estero dovrà chiedere un passaggio a quelle più grandi”.

Per dare credibilità a questo imbroglio si chiede la firma dei sindacati. Prendere o lasciare. Non è un caso che il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, abbia più volte insistito perché venga data la parola ai lavoratori. Anche sul versante giudiziario l’imbroglio sta assumendo forme sempre più concrete. Il Codacons ha presentato un “atto di insinuazione al passivo” nel fascicolo presente in Tribunale chiedendo la restituzione del valore dei titoli posseduti da alcuni azionisti. Viene contestata anche la procedura seguita per il commissariamento che non è passata attraverso la convocazione dell’assemblea dei soci. Poi il Codacons pone due interrogativi di non poco conto che gira anche alla procura della Repubblica. A marzo sono stati chiesti e ottenuti 300 milioni di euro per garantire l’efficienza e la solvibilità fino a marzo 2009. Come ha fatto Alitalia a dichiararsi insolvente il 29 agosto? Ancora: la società ha presentato ricorso per lo stato di insolvenza al Tribunale di Roma entro le ore 13 depositando la delibera del Cda di quello stesso giorno. Insomma il “ piano Fenice” l’operato del governo e quello del commissario non brillano di trasparenza.

Messaggi

  • Vorrei far presente che:
     i sindacati si sono messi il cappio al collo da soli quando hanno rifiutato di accettare una fusione con il primo vettore al mondo: Air France KLM.
     la politica ha fatto false promesse pur di vincere le elezioni aiutata dai sindacati che gli hanno servito Alitalia su un piatto d’argento.
     il piano che si sta cercando di far firmare è lo stesso dell’Air France KLM. Stessi esuberi (anche se conteggiati in modo diverso) e stessi tagli (Cargo, Amministrazione, Call Center, Manutenzione, Servizi informatici).
     il carico dell’operazione è completamente a carico del contribuente (compresi i dipendenti alitalia che in questo caso svolgono un doppio ruolo).
     i 300 milioni di euro di prestito ponte per proseguire sono a carico del contribuente (compresi i dipendenti alitalia come sopra).
    Ritengo che bisogna considerare tutta la situazione prima di cercare facili consensi.