Home > Trento - Base Usa, fermati i treni

Trento - Base Usa, fermati i treni

Publie le giovedì 25 gennaio 2007 par Open-Publishing

fonte: il Trentino del 25.01.’07

Disobbedienti bloccano il traffico sui binari

 Giovedì 25 gennaio 2007

TRENTO. Hanno occupato la stazione del treno al grido: «No alla guerra globale». Erano in tanti e hanno «attaccato» su due fronti: il primo, all’entrata, ha distratto le forze dell’ordine, mentre il secondo - da Corso Buonarroti - si è schierato sul binario numero 1 e lo ha bloccato. Il blitz dei no global ha raccolto un centinaio di persone e tutto è successo in brevissimo tempo, poco dopo le 17. Una protesta («è solo l’inizio...») contro l’allargamento della base Usa a Dal Molin nel comune di Vicenza.

Il bilancio finale del presidio è stato un’ora di occupazione della stazione, il ritardo di due treni (uno di un quarto d’ora e l’altro di una cinquantina di minuti) e una trentina tra poliziotti, carabinieri e vigili urbani mobilitati. Bilancio più che positivo per i no global del centro sociale «Bruno» che hanno raggiunto il loro scopo, quello di dare visibilità alla protesta contro un problema (quello della base Usa a Vicenza) che rischia di essere vissuto troppo da lontano, senza passione. Ieri non è stato così, tanto che sui binari occupati (sulla banchina, in realtà, senza mai mettere i piedi sulle rotaie) sono spuntate anche le bandiere rosse della Cgil, di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani.

Una protesta comune che però non è andata giù a qualcuno dei ragazzi del centro sociale, vero motore dell’iniziativa: «Apprezziamo la loro presenza - ha spiegato Donatello Baldo - ma ci devono spiegare il motivo per cui da una parte protestano con noi e dall’altra i loro rappresentanti a Roma siedono nel governo che ha dato il via libera alla nuova base. Chi riveste cariche pubbliche dovrebbe quantomeno autosospendersi per protesta e coerenza, come hanno fatto molti loro colleghi a Vicenza». Concetto ribadito - con toni anche più duri - dal leader degli anarchici roveretani Massimo Passamani che insieme ad altri compagni si è unito alla manifestazione no global.

I contenuti della protesta sono quelli già espressi in altre occasioni: «No all’Italia come cortile di casa di Bush»; «non si può stravolgere una città con 700 mila metri cubi di cemento»; «basta decidere sulla testa dei cittadini, senza consultarli su un tema così delicato come la militarizzazione di un’area cittadina». I no global promettono di non fermarsi qui, soprattutto quando dalla stazione di Trento passeranno i treni carichi di merci e forse pure di armi diretti dalla Germania a Vicenza: «Staremo qui a fare il tiro al bersaglio» - giurano. Il presidio ha avuto successo e verso le 18 il gruppo si è sciolto ma ora - come capita spesso alle loro manifestazioni - per i no global cominciano altri guai, quelli giudiziari. La Digos ha assicurato che tutti i partecipanti che sono scesi sui binari bloccando i treni saranno denunciati per interruzione di pubblico servizio. Sono già stati mobilitati i fotosegnalatori della polizia che hanno immortalato i visi di ogni partecipante.

di Luca Petermaier

www.sherwood.it