Home > Treu difende i puppi di Atesia
Come sapete tutti qualche giorno fa gli Ispettori del Ministero del Lavoro hanno certificato l’assoluto regime di sfruttamento cui sono sottoposti i precari Atesia.
A seguito di continue denunce dei compagni del Collettivo PrecariAtesia (impegnati in una lunga e dura lotta con l’azienda di Alberto Tripi, primo paperone delle campagne elettorali della Margherita di Rutelli), i funzionari di Cesare Damiano non hanno potuto far altro che riscontrare un dato inoppugnabile: sotto i contratti capestro di collaborazione a progetto si nasconde una moltitudine di uomini e donne comandati e fatti lavorare da dipendenti.
La cosa curiosa di questa faccenda è il risvolto patetico che ne è seguito, per via dell’imbarazzante comunicato diffuso dal Gruppo Almaviva, di cui Atesia è una piccola costoletta truffaldina.
Non le scuse per avere sfruttato i lavoratori, per la qual cosa sarebbe bastato anche un decoroso, dignitoso per quanto tardivo silenzio, ma la preoccupazione per un Paese che, qualora la Magistratura sentenziasse un risaricemento milionario ai danni di Atesia e consimili (tipo Unicab, altri beceri individui!) , entrerebbe in una crisi profonda dovuta a:
1- massicci licenziamenti per far fronte ai cospicui risarcimenti ingiunti;
2- delocalizzazione nei paesi dell’Est europeo con ulteriore perdita di manodopera.
Ci lascino dire questi furfanti di Almaviva che qui si scambia malignamente il fatto con l’effetto.
Un effetto ( la condanna al risarcimento) per via di una condotta sleale, elusiva degli interessi anche fiscali del Paese, che solo qualche decennio fa sarebbe stata punita anche con la galera, viene inesorabilmente spacciata per causa di rilievo di un presumibile dissesto macroeconomico che rischia di condurre alla disfatta il terziario del paese.
Capiamo la necessità di dovere scrivere per poter replicare, ma come si può pensare di scambiare il piano del Diritto con quello della programmazione economica?
Sono forse i puppi di Tripi a decidere le sorti del Paese o è il Paese a decidere a quali leggi; Tripi, debba o non debba sottostare?
Ciò che è stato riscontrato è una violazione normativa, punto!
Non un parametro critico dal quale i signori di Atesia possano pensare di iniziare un’amabile conversazione di struttura economica.
Chi s’è arricchito predendo a pesci in faccia i lavoratori dovrebbe almeno avere la decenza se non di tacere, di non dire corbellerie.
Così come dovrebbe fare l’ex Ministro del Lavoro del primo governo Prodi, Tiziano Treu.
Questo petalo di Margherita dice di intendersi di Diritto del Lavoro, e pur di togliere le castagne dal fuoco al camerata Tripi ha pensato bene di dichiarare il falso : “la pronuncia dell’Ispettorato è in conflitto con la Circolare emessa dal Ministero del Lavoro [quella per cui i subordinati che fanno telefonate sono collaboratori a progetto, e qulli che le ricevono devono essere inquadrati come subordinati]”
Ora tutti sanno quale aberrazione sia tale circolare, volendo distinguere l’indistinguibile: e su questo nessuna discussione, fa schifo e basta.
Ma se perfino Cesare Damiano è dovuto intervenire asserendo che quello il Treu pensiero non corrispondeva al vero, possiamo ben capire che razza di personaggio sia costui.
Io da profano mi chiedo: “cosa diavolo può centrare una Circolare, sottolineiamolo ancora una volta “vergognosa” , che impone un diverso regime di contrattazione per operatori telefonici in-bound e out-bound, con il fatto che in questi anni si è stati pagati (pochissimo) da collaboratori esterni e schiavizzati (troppo) da subordinati?”.
Non riconoscere, come ha dovuto riconoscere addirittura il cerchiobottista Damiano, la differenza di genere tra i due fatti ( Ispezione e Circolare) significa essere ipocriti, come solo un moderato di sinistra, italiano e di mezza età, può esserlo oggi.